La settimana è passata di colpo ed è già sabato mattina. Mi sono dovuta alzare alle sei proprio nel finesettimana perciò sto un po' come una vipera. I miei capelli sono tutti arruffati e le mie palpebre sembrano trascinate giù da due gigantesche pietre ma infondo è colpa mia, sapevo di dovermi alzare alle sei ma io, da persona responsabile e coerente quale sono, sono andata a dormire a l'una e mezza di notte.
Mi trascino giù dalle scale strofinandomi gli occhi e spalancandomi cercando di cancellare quella sensazione di assopimento. Arrivo in cucina e vedo mamma che sta cucinando la colazione ma neanche lei è in buon stato, come me ha tutti i capelli scompigliati in più una ciocca che le ricade fastidiosamente sull'occhio destro e che lei cerca di spostare con dei soffi, troppo stanca persino per smuovere le mani. Invece papà è in uno stato migliore ma si fa scappare in tanto in tanto un sbadiglio. Invece mio fratello, beato lui, sta ancora dormendo.
Mi siedo e aspetto che mamma metta i pancake sulla tavola.
-Kenly, dobbiamo partire minimo per le sette in modo da arrivare verso le dieci e mezza dalla zia quindi non metterci troppo per prepararti.-
Annuisco, anche se un po' assente. Mamma finalmente mette in pancake sulla tavola e dopo averci messo un po' di nutella, li mangio.
Vado poi a lavarmi i denti con l'acqua fredda che finalmente mi risveglia un po', Mi preparo velocemente e scendo.
-Tesoro, dov'è la valigia?- mi chiede mia madre.
Non ci posso credere, mi sono dimenticata di prepararmi la valigia! Ma chi è che fa cose del genere? Ovviamente io! Senza dire una parola salgo di nuovo nella mia stanza, prendo una valigia e metto velocemente tutto quello che mi occorre per questi due giorni, in più i libri, quaderni e astuccio per fare i compiti. Volevo anticiparmeli ieri pomeriggio ma mi sono addormentata sul divano e mi sono svegliata verso le nove di sera solo per il mio stomaco che brontolava.
Stavo pure per dimenticarmi il telefono sulla scrivania. Per fortuna l'ho notato. Lo metto in tasca e scendo con la valigia che tra un po' scoppia. Nel percorso passo anche dal bagno e prendo lo spazzolino.
-Kenly, ma come si fa a dimenticarsi di preparare la valigia, solo tu potevi fare una cosa del genere.- dice mio padre quando mi vede.
Io sbuffo ma so che ha ragione però ormai è successo. Lui finisce di prepararsi e alla fine con tutta la valigia che dovevo ancora preparare, è stato lui a metterci più tempo. Usciamo e ci dirigiamo verso la macchina. L'aria fresca mattutina e anche un po' gelida finisce di svegliarmi completamente e il cielo non ancora ben illuminato è davvero uno spettacolo. Mamma ci segue e poi mi abbraccia fortissimo, come se dovessi tornare entro due mesi. Saliamo in macchina dopo un ultimo tentativo involontario di mia madre di soffocarmi e ci avviamo in un viaggio di durata tre ore e mezza.
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Neanche sono passati venti minuti e già sono stanca di rimanere in auto. Non riesco neanche ad addormentarmi, anche perché mio padre ha abbassato il finestrino e con l'aria gelida che mi arriva in faccia non riesco neanche a chiudere occhio, gli chiedo di alzarlo ma lui si rifiuta, così non ho altra scelta che guardare il paesaggio fuori il finestrino.
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Passano due ore, ne rimangono una e mezza e io sono completamente infastidita dal stare rinchiusa qui dentro, mi si sono addormentate entrambe le gambe e ho fame. Mi vibra il telefono così lo prendo e noto che è un messaggio di Nikolai.
"Stai venendo?"
"Alle nove già stai sveglio? Come mai?" dico ironica.
"Che vuoi dire? Guarda che io mi sveglio presto anche di sabato per fare qualche esercizio, come addominali, flessioni e una corsetta."
"Sì, una corsa di due centimetri appena."
"Parlo sul serio, posso non sembrarlo ma sono un tipo molto sportivo."
"Infatti non lo sembri. E comunque sto arrivando, tra un'ora e mezza sarò lì."
"Ok." Risponde.
"Kenly scusami, ma non posso parlare con te adesso." Mi dice e io rimango un po' stranita. È stato lui a contattarmi e ora mi pianta così?
"E perché?" chiedo.Passa parecchio tempo prima che arrivi una risposta e io mi innervosisco. Sta mentendo, ma se deve fare qualcosa di meglio lo può dire.
"Devo fare una cosa con mio padre." Dice alla fine il suo messaggio.
"Se hai da fare cose più importanti piuttosto che parlare con me, dimmelo che di certo a distanza di chilometri non posso mangiarti."
"Calmati volevo solo farti una sorpresa ma se non vuoi allora fa niente."
Ora comincio a sentirmi in colpa. Un po' per avergli risposto male e un po' per la sorpresa anche se sono ancora diffidente ma decido di crederci, mi piacciono le sorprese.
"Ok, va bene, mi dispiace. Ma che sorpresa è???"
"Dato che non l'avrai più, perché dirtelo?"
"No, per favore. Mi dispiace tanto di averti offeso, davvero. Mi perdoni?????????????????"
" ... E va bene, sei perdonata."
"E mi farai la sorpresa?"
"Sì, ti farò la sorpresa. Ovviamente è questa la cosa più importante."
"No, ma è la seconda."
"Ora però devo andare, ciao."
"Ciao."
Dopo il salute, metto il telefono in tasca e traggo un lungo sospiro. Non vedo l'ora di sapere quale sopresa mi ha preparato Nikolai! Ma adesso che ci penso, mi sono dimenticata di far salutare a papà Nikolai, vabbè lo saluterà dopo.
Nel frattempo aspetto che il tempo passi guardando ancora il paesaggio fuori al finestrino.
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Kenly: e se non fosse odio?
Fiksi RemajaE se non fosse odio? Ma non è detto che sia amore. I drammi e i pensieri di Kenly, una ragazza alle prese con una nuova vita e con un ragazzo tanto fastidioso quanto ambiguo, una famiglia esuberante, forse anche troppo, e un cugino protettivo e im...