Cap. 13

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Marinette si asciugò la fronte dal sudore: quel pomeriggio faceva fin troppo caldo, ma doveva incontrarsi con Alya e Nino per un pomeriggio tra amici, o meglio a fare il terzo incomodo; Adrien era ad un servizio fotografico al parco in parte a casa sua e, sicuramente, più tardi sarebbe andata a fargli visita, come gli aveva promesso.

La sera precedente, dopo che il ragazzo ebbe lasciato casa sua, si mise d'accordo con Alya e Nino per andare a fare un giro e che si sarebbero trovati di fronte al Louvre, per poi andare a comprare una bella granita fresca e fare visita ad Adrien al suo servizio fotografico.

Mentre era ancora in camera, Marinette non poteva fare a meno di guardarlo dalla finestra, sorridendogli quando lui si girava verso la pasticceria e le sorrideva dal set, ignorando le occhiatacce delle sue colleghe modelle.

La corvina camminava, quasi saltellando, tra le vie parigine, prendendo una scorciatoia che le faceva risparmiare il tempo di un quarto d'ora, anche se significava attraversare un vicolo parecchio nascosto.

«È da un po' che non ci sono attacchi akuma, non è vero?» domandò leggermente insospettita Tikki, sbucando dalla borsetta della sua custode dopo che ebbe controllato che la strada fosse sgombra.
«Vero. Non so se Papillon si è preso una vacanza estiva o sta tramando qualcosa di realmente caotico.» rispose lei, riflettendoci su.
«Il male non riposa mai, Marinette, tieni in mente questo.» sentenziò lo spiritello, mettendosi sull'attenti: «C'è qualcosa che non va...»
«Cosa?»
«Devi trasformarti.»

Ad interrompere la conversazione tra le due fu una bambina di circa quattro anni, che sbucò dal nulla di fronte alla ragazza.

«Ciao.» canticchiò la piccina, guardandola con un largo sorriso che le illuminava il volto.
«Ciao piccolina. Ti sei persa?» domandò, chinandosi di fronte a lei.
«No, no. Io stavo cercando proprio te.» rispose indicandola.
«È meglio uscire da qua, potrebbe essere pericoloso.»

Marinette si mise dritta, ma la bambina le afferrò un lembo della maglietta, attirando la sua attenzione: «Lui ti sta cercando, Ladybug.»
La corvina si raggelò: «Lui? Lui chi? E poi, io non sono Ladybug, sono una ragazza normale.»
«Gli serve il tuo Miraculous per fargli raggiungere i suoi obiettivi, poi prenderà anche quello di Chat Noir e solo allora mi ricompenserà.» ridacchiò serena, stringendo la stoffa nella sua manina.
«Cos'è? Un nuovo gioco?» chiese, cercando di capire ciò che dava accadendo.
«Lui ti vuole Ladybug. Lui ti vuole. Papillon ti cerca da tanto.»

A quel nome, la corvina sbiancò, indietreggiando di qualche passo quando la bambina la lasciò: tutti sapevano chi era Papillon, ma non era normale per una bambina così piccola parlasse in quel modo.

«Se tu mi segui senza fare storie sarà tutto più facile.» riprese la piccola, avvicinandosi a Marinette.
«Marinette.» s'intromise spaventata Tikki. «C'è un akuma!»
«Ascolta: non so chi tu sia e non so come tu sappia la mia identità, ma non credere che io ceda così facilmente solo perché sei piccola.» esclamò la corvina, pronta a trasformarsi.
«Ma tu non devi stare attenta a me.»

La bambina sparì in una nuvola di fumo arancio e, appena prima che Marinette potesse girarsi, sentì una fitta dolorosa alla testa e cadde a terra; a stento, tenne gli occhi aperti, riuscendo a distinguere una figura in contro luce con un paio di lunghe orecchie lunghe attaccate sulla testa.

Tentò di chiedere aiuto, ma quando la sentì strappare la collana che Adrien le aveva regalato dal collo non poté fare altro che gemere, per poi perdere i sensi completamente, con Tikki che restò nascosta per non farsi trovare.

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