Matteo mi seguì a ruota.
Quando arrivammo alla pineta iniziò a parlare.
-Ehi ma dove vai? Sarà mezzanotte al massimo!
-E quindi, faccio quello che cazzo voglio!
Mi girai per urlargli contro.
Forse esageravo, ma io, proprio io, Irene Lovati, per la prima volta nella mia vita mi ero concessa ad un ragazzo velocemente e questo era il risultato. Completamente presa in giro!
Lui non poteva immaginare che per me fosse una cosa così seria, lo sapevo, ma non avevo nessuna intenzione di trattenermi.
Lui ebbe la reazione contraria a quella che mi aspettavo, invece di lasciarmi là a sbraitare come avrei fatto io con chiunque altro, fece un sorriso divertito, il che mi fece innervosire ancora di più, mi voltai di nuovo e continuai a camminare velocemente.
-Mi piace quando ti arrabbi.
-Pensa, a me non piace arrabbiarmi perché il mio ragazzo accetta di andare con una puttana in una pineta!
-Non parlare così di lei! La conosco da anni, non è come sembra.
Accelerò il passo per starmi dietro.
-Oh sì, se vedi tutte queste cose in lei, perché non te la scopi? Ah giusto l'hai già fatto.
Continuavo a dargli le spalle.
-Ma te l'ho già detto, non è successo niente!
-E come faccio a saperlo?!
-Fidati.
Mi afferrò il polso e mi fece voltare.
-Fidarmi?
Voleva essere un urlo, ma i suoi occhi a contatto con i miei lo fecero diventare un sussurro.
-Fidati.
Restai in silenzio, non sapendo cosa fare o cosa dire. Io desideravo così tanto che funzionasse. Lo desideravo da anni, non giorni, settimane o un paio di mesi. Quella scena, in pineta, i miei occhi contro i suoi, le sue labbra ad un sospiro dalle mie, erano uno di quei desideri infantili che ti porti dal primo giorno di liceo. Una di quelle cose che non ero riuscita a raccontare neanche a Bea, era un sogno intimo, che non potevo raccontare, temevo forse che non si sarebbe mai più avverato.
Nel mio silenzio disse:
-Dio! Adoro quando parli così!
Si riferiva al mio sfogo volgare.
-Ma sai cosa mi piace di più?
Un ricciolo gli ricadde sulla fronte umida.
-Quello che ti fa sembrare una bambina: questi occhi, questo profumo e queste labbra. Ricordi?
La voglia di baciarlo prevalse su ogni altra emozione, gli afferrai i capelli, quei capelli che mi piacevano tanto e lo baciai.
Questa era la parte di me che non avevo mai mostrato a nessuno, quando il gatto diventa la tigre. Per quanto tempo ero stata un chihuahua, volevo essere vista per una volta come il lupo.
Per un attimo mi balenò in testa l'idea di andare oltre, avrei potuto avere il suo corpo che in quel momento mi stringeva come mai aveva fatto, solo per me.-Iri? Sei ancora qui?
La voce di Bea proveniva dall'inizio della pineta.
Mi staccai dal nostro bacio, restai a guardare Matteo per un secondo negli occhi, le sue labbra erano gonfie e tra me e me sorrisi.
-Si sono qui!
-Tutto bene?
Senza risponderle le andai in contro.
Le diedi un abbraccio veloce.
-Tutto benissimo.
Immagino che Matteo fosse apparso alle mie spalle.
-Capisco.
Mi disse lei all'orecchio.
-Ti va di andarcene un po' in camera insieme?
Le dissi con un sussurro.
-Si, Jonah mi sta un po' annoiando.
-Ma non mi dire!
Le dissi sorpresa.
Matteo si avvicinò, -Iri io torno in spiaggia, vieni con me, no?
-Per stasera basta, vado in camera, okay?
-Va bene.
Si avvicinò e mi stampò un bacio sulle labbra più lungo dei soliti.
Avevo deciso di fidarmi, lui aveva detto che non era successo niente, non avevo prove, ma non avevo prove neanche del contrario. Mi sarei fidata per l'ultima volta, me lo promisi.Mi mancava stare con Bea, in questi giorni avevamo parlato a lungo solo raramente, mi serviva una notte a base di film e pettegolezzi.
-Gli ho fatto... I preliminari...
-Cosa hai fatto?
Le chiesi stupita e divertita dal modo in cui lo aveva detto, imbarazzata di una cosa di cui mi aveva sempre parlato normalmente.
-Ci stavamo lasciando andare, ma eravamo sulla spiaggia, mi faceva un po' strano, così ci siamo divertiti in un altro modo...
Mi disse con un sorriso timido.
-E quindi? Perché hai quello strano sorriso in faccia?
-Ce l'ha minuscolo!
-Cosa? Dici sul serio?
Risi tanto.
-Ma quanto minuscolo?!
-In scala chewing-gum forse tre o quattro.
-Non ci credo! Tutti quei muscoli sono un distrattore!
-La triste verità!
Non mi sono mai permessa di giudicare Bea per quello che è.
Tanta gente l'ha fatto negli anni, per me è stata sempre l'amica a cui piace divertirsi, quasi sempre.
La sua prima volta fu al primo anno, cioè nell'estate che ci avrebbe portate al secondo. Conoscevo tante altre ragazze che l'avevano fatto a quell'età.
Le chiamavano troie, io e lei.
Poi Beatrice incontrò un ragazzo più grande ad agosto.
Eravamo due bambine, da poco avevamo smesso di giocare con le bambole, al contrario delle altre non avevamo bruciato le tappe, forse le avevamo anche posticipate.
Non avevamo dato il nostro primo bacio, lei portava ancora la frangetta ed era il primo anno che avevo il permesso di indossare le minigonne.
Parlavamo a telefono.
"Si chiama Michele, deve andare in quinto"
"Davvero? Così grande?"
Un po' la invidiavo, ma ero davvero felice per lei.
Una sera mi chiamò sul cellulare alla tre di notte.
Risposi assonnata, ingenuamente pensai anche che potesse essere la Telecom con una delle sue offerte.
"Pronto?"
Bea era in lacrime dall'altra parte della cornetta.
"Oddio Bea cosa è successo? Dove sei? Devo chiamare tua madre?"
"No! Non lo fare ti prego"
Mi aveva detto tra i singhiozzi.
"Allora spiegami!"
"Ho fatto sesso, Iri!"
"Hai fatto cosa?!" Le urlai. Forse avevo sentito male, potevano esserci interferenze. Poi lo ripetè:"Michele mi ha portato in camera sua e mi ha baciata, poi ha continuato Iri, non la smetteva! Non ho avuto il coraggio di dirgli no, ma non volevo, non sono una troia, lo giuro!"
"Oh tesoro, lo so che non sei una troia!"
Dopo quella sera Bea crebbe in un attimo, crescemmo in un attimo.
Lei cambiò il modo di pettinare i capelli, cambiò abbigliamento, e cambiò il modo di guardare i ragazzi.
L'unica cosa che non cambiò fu la nostra amicizia.
Mio padre mi dice sempre che niente resta per sempre uguale, neanche le persone, e che l'unico modo per non perdersi è cambiare insieme, o perlomeno accettare i cambiamenti dell'altro. Io feci entrambe le cose, cercai di stare al passo, in fondo sapevamo entrambe di dover crescere, ci serviva solo una spinta.•••
Ciao!
In questo capitolo nell'ultima parte ho cercato di allontanarmi dalla storia d'amore per mettere a fuoco un altro personaggio importante, vorrei riuscirci anche più avanti. Che ne pensate? Votate e commentate!😘
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Our story
Chick-LitIrene ripercorre i ricordi che la legano al suo grande amore. Quando era appena arrivata l'estate e andava in vacanza in un villaggio con Beatrice, la sua migliore amica. Lì dovrà fare la sua scelta: i vecchi amori o le nuove fiamme?