2 // Get on your dancin' shoes

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//Get on your dancin' shoes
You sexy little swine
Hopin' theyre lookin' for you
Sure you'll be rummagin through//

Avere una balia sempre appresso era davvero uno strazio, ma almeno era quello che gli era capitato era carino.

Senza la divisa sembrava quasi meglio, anche se non era di certo di molte parole.

Aveva cercato di farsi dire qualcosa in più dal nuovo arrivato, ma con davvero scarsi risultati.

"Hai mai ucciso qualcuno?"

"Non sono autorizzato a parlare di queste cose, Sire"

"Eddai, è il tuo erede al trono che te lo chiede"

"Ho detto che non posso farlo, Sua Maestà"

"Lo prendo come un si"

Erano seduti al solito tavolo del solito pub dove Genn si ritrovava ogni santo sabato sera con i suoi compari e sembrava tutto normale.

Tutto eccetto il soldato di fronte a lui che, se pur in abiti borghesi , aveva deciso di mimetizzarsi con un paio di occhiali da sole scuri e un vistoso auricolare.

"Sai, il tuo look non passa di certo inosservato" e Gennaro dovette trattenersi dall'avvampare come una scolaretta, vendendo come quelle spalle riempissero da Dio la camicia di jeans.

Sei il principe Raia, Dio Santo

"Che intendete Sire?"

"Ti ho detto di chiamarmi Genn" disse il principe , facendo roteare gli ultimi residui di birra sul fondo del boccale "Gennaro se proprio non ti riesce. E si vede lontano un miglio che sei la mia guardia del corpo"

Di principesco aveva ben poco. Gli piaceva fumare erba, bere alcolici e non era di certo come quei fighetti dei principi d'Inghilterra che portavano solo completi e alte uniformi. Lo dimostrava a pieno gli anfibi e la felpa oversize che aveva scelto.

Ogni volta che era costretto a mettere l'alta uniforme gli sembrava strano, si sentiva un pinguino, e il solo sentirsi chiamare Sire, o Sua Maestà, o addirittura "Sua Maestà il principe Raia del principato Vesuviano" lo faceva vomitare.

Ma il soldato di fronte a lui non faceva altro.

Capiva l'etichetta, il rigido codice di comportamento da tenere nella Reale Accademia Militare, ma se dovevano "condividere" del tempo insieme sperava almeno di renderlo gradevole per entrambe.

Iodice lo guardò interdetto prima che Gennaro continuasse.

"Potresti almeno toglierti gli occhiali"

Alessio fece quanto richiesto con un gesto meccanico. Sembrava che qualsiasi cosa gli dicesse fosse un ordine, anche un banale "siediti" o "prendi da bere?" , e questo stava facendo innervosire il principino ancora di più.

Era come essere seduto a tavola con un dannato automa.

"Quando dovrebbero arrivare i vostri amici Si- ehm, Gennaro?" chiese pacato Alessio.

"Meglio" disse invece Gennaro sorridendo "Magari per la fine di questa pagliacciata riuscirai a darmi del tu"

Alessio non si trattenne dal sorridere di rimando.

Quel ragazzino dalla zazzera bionda gli piaceva. Avevano poco più della stessa età e se fosse stato un suo semplice compagno di Accademia gli avrebbe anche chiesto di uscire.

Ma la sua sfiga non aveva limiti e questa era una cosa infattibile perché Gennaro era un dannato principe , anche se amava scordarselo, e lui era la sua guardia del corpo.

"Per rispondere alla tua domanda" aggiunse Genn "Giò e gli altri vivono in un costante ritardo, perciò rilassati e fatti una birra"

"Non posso , sono in servizio" disse Alessio sbuffando, facendo ridere anche Gennaro.

Ben 45 minuti dopo Giò si presentò con una sigaretta appena rollata in mezzo alle labbra, insieme al resto della compagnia.

McFly guardò Alessio con una faccia stranita, Leo non fu da meno.

"E lui?" chiese Giò a denti stretti.

"Ragazzi, questo è la mia balia. Il cadetto Iodice"

"Alessio" disse lui "Chiamatemi solo Alessio"

"Vedo che impari in fretta" disse Gennaro.

E Alessio si ritrovò a sorridere per l'ennesima volta nella serata.

***

"Vedi Alessio" stava dicendo Giò "Questa zazzera bionda è solo Gennaro per noi. Principe Raia è troppo pomposo per lui, Walliò"

"Lo so" disse Alessio "Ma è difficile per me non essere formali"

"Lo so" disse Giò "Ma molto presto imparerai che incredibile coglione sia"

La serata stava andando bene tutto sommato.

Alessio sembrava quasi si stesse divertendo.

Forse aveva bevuto qualche birra di troppo (come suo solito del resto) ma nel locale stavano mandando la sua canzone e lui voleva davvero testare la pazienza di quel povero soldato.

"Andiamo, ho voglia di ballare" disse, mettendo immediatamente in atto il piano.

Salì quindi con i pesanti anfibi neri sul tavolo, dimenando le anche a ritmo di musica.

Per gli altri tre era quasi normale, ma il Cadetto Iodice stava diventando di tutti i colori possibili.

"Scenda di li"

"No, perché?"

"Ne va della sua sicurezza, Sire"

"Ti ho detto di non chiamarmi così, ti riesce ad entrare in quella testa da automa che ti ritrovi?"

"La prego di ascoltarmi"

"Vienimi a prendere allora"

Alessio accetto quindi l'invito di Genn, ma a modo suo.

Lo afferrò per i fianchi, prendendolo poi in braccio come un bambino.

Doveva essere umiliante, in teoria. E allora perché Gennaro non riusciva a smettere di guardarlo negli occhi?

Voleva baciarlo, tanto.

"Oh cazzo" dissero in coro

Ma poi, non fecero altro. Rimanendo imbabolati come due pesci lessi






Soho Corner :

CIAO BELLA GENTE.

Causa uscita domenicale non sono riuscita ad aggiornare prima (ve ne parlerò meglio Mercoledì ;)) ma mi perdonate vero?

Comunque, che vi sembrava questo capitolo?

Spero bello, Gennaro che balla sui tavoli muovendo il culetto è sempre una bella immagine

un bacio.

jess

Song : Dancing shoes - Arctic Monkeys

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