Diciannove anni, altezza sopra la media e quello che, solo poche ore prima, con ogni probabilità era stato un bel viso, capeggiato da un sempiterno sorriso. Una vita troncata sul nascere delle possibilità, senza nessuno da poter punire.
Nell'irrazionalità degli eventi, Zachary Smith doveva aver imparato le conseguenze delle azioni, il filo rosso che ci lega agli altri. Lui credeva - almeno in parte - nel karma: da un'azione buona, prima o poi doveva tornare indietro qualcosa, non che si aspettasse ricompense dalla sua buona fede. Aveva imparato ad abbassare la testa, a lasciar scivolare gli eventi, a sorridere.
Pareva farlo anche in quel momento, le labbra mutilate, gli occhi azzurri a fissare il vuoto.
-Io ti amo!- urlò contro l'altro, mentre la pioggia battente inzuppava i loro abiti leggeri, il cotone delle sottili magliette ad appiccicarsi alla pelle, in quella che doveva essere una soleggiata giornata di fine estate. L'espressione di Zachary era colma di una tenerezza infinita, il cuore a martellargli nel petto gli mandava troppo sangue al cervello, quasi gli avessero fatto un'iniezione di adrenalina. La borsa di studio aveva avuto il compito di permettergli una fuga, di garantirgli un futuro, con la sicurezza che non avrebbe più dovuto nascondersi per non essere picchiatore dal padre; nulla gli aveva garantito un amante, capace di prendersi cura di lui e di riempire il vuoto della sua infanzia, saturando la sua nuova esistenza con tanto semplici - quanto infinitamente speciali - effusioni.
Il blocco alla gola gli impedì di rispondere al più grande, ma compensò con un abbraccio, prima di rifugiarsi sotto un minuscolo portico e scoppiare a ridere, scaricando la tensione che come nebbia si era instaurata fra di loro. E in poco tempo contagiò anche l'altro, che ancora aspettava una risposta.
Ed essa arrivò, ancora e ancora, nel letto a fare l'amore, per caso, chiudendo una chiamata, nello svegliarsi con qualcuno accanto. Un ''ti amo'' che non perdeva mai compattezza, urlato o sussurrato che fosse e, correndo gli anni migliori della vita di Zachary, lui scoprì quanto fosse bello vivere. Pensò, un giorno: forse tutto questo è esagerato, forse per gli altri è normale; forse bisogna essere tristi, per capire cos'è la felicità e un brutto passato serve solo a rendere questo momento completamente meraviglioso.
E intanto scopriva e pensava, nel veloce meccanismo ch'era la sua mente, una ruota che non cessava mai di macchinare idee. Un giorno scrisse, sul fido taccuino: non può esserci una sola bella persona nella vita, per quanto possa essere brutto dirlo. Chiudere gli occhi per impedirsi di vedere il resto, preclude possibilità. La migliore amica non può sempre essere uguale a com'era due, tre, diec'anni prima. Si cambia e plagiamo il mondo, facendo nostre ideologie un tempo vive, sulle nostre bocche silenziose. L'affetto non è cosa che cessa d'esistere, l'interesse sì. Non capisco come due persone debbano chiudersi a guscio verso gli altri, per non tradire il bambino in loro che teme di lasciare il fortino, da bambini costruito dopo un'abbondante nevicata.
Era giovane, lui. Finalmente libero di raccontare al mondo quello in cui credeva, raccontarlo alla persona amata. Eppure non raccolse nel volto di Jonathan, più maturo rispetto al suo, un'emozione che potesse farlo sentire capito, gli sarebbe bastata una smorfia di scherno. Si sentiva osservato, a disagio, come se l'altro volesse fargli pesare le parole appena udite.
Nell'anno passato assieme, mai Zachary aveva provato questo. Era qualcosa che lo disturbava, più di una semplice litigata; non indagò, nulla, eppure questa volta nessuna risata era pronta a scaldare gli animi.
L'anno scolastico era quasi giunto a conclusione, Jonathan era in procinto di laurearsi, ma di giorno non studiava mai e il ragazzo sospettava si drogasse di caffeina per riuscire a stare attento, durante le ultime lezioni. Al contrario, Zachary occupava le ore notturne - e non solo quelle - a sonnecchiare, perdendosi spesso messaggi da chiunque, ma non dimenticava mai di richiamare Jonathan, seppur con voce impastata, ma il nervosismo dell'altro alterava il suo essere sereno. Eppure Zachary lo comprendeva, sapeva benissimo quanto quegli ultimi giorni fossero stressanti e lasciò correre ogni cosa.
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One Shot - The Wattpad Writers Game 2016
RandomIncipit 3 Forse era stata la più sbagliata delle scelte che avrei potuto fare, lasciare tutto e tentare di andare avanti. Non riuscivo più a sostenere le sue mancanze, le sue assenze, ma solo ora dopo fin troppe settimane, riesco finalmente ad avve...