Capitolo 8- Sapore

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L'orologio sopra la parete della classe segnava le dodici e mezzo, segno che di lì a poco la mia tortura sarebbe finita.
Quando la campanella sprigionò il suo suono in tutto l'Istituto, mi lasciai andare ad un sospiro di sollievo al quale Hinata aggiunse una risata,conscia di quanto quella mattinata fosse stata pesante per me.
Come mi ero aspettato, il compito di Iruka-sensei era stato tosto ma non così tanto da lasciarlo in bianco; dovevo offrire un gelato a Gaara, visto che era grazie alle sue spiegazioni se ero riuscito a rispondere alla maggior parte delle domande.
Io ed Hinata ci riversammo nel corridoio principale verso gli armadietti con le scarpe.
-Naruto-kun! Ma che piacere vederti. Io e Sakura ci stavamo giusto chiedendo quando ti saresti fatto vivo.- quando mi voltai il sorrisetto malizioso della Yamanaka mi fece venir voglia di tirarle un pugno. Raccolsi in me tutta la mia pazienza per non farlo.
-Vai pure, ti raggiungo subito.- dissi ad Hinata congedandola con un po' di freddezza; senza dire nulla si avviò da sola verso gli armadietti lasciandomi solo con quella serpe.
-Ino-chan, che piacevole sorpresa.-ribattei con altrettanta freddezza alla bionda. -Ho saputo che tu e Sakura vi divertite parecchio a ricattare la gente, tra un litigio e l'altro.-Ino sembrò essere stata presa in contropiede ed io non potei che sorridere per aver fatto centro ed averla spiazzata.
-Non sono affari tuoi, Uzumaki.- sibilò acidamente, spostandosi una ciocca bionda dietro l'orecchio. -Sai, fin da piccola ho sempre pensato che tu fossi un idiota, ma mi sbagliavo. Quando vuoi riesci ad applicare la tua intelligenza, eh, Naruto?- ridacchiò incrociandole braccia sul petto, il seno parecchio in vista dalla camicetta mezzo sbottonata della divisa. -Ma ti consiglio di applicare questa tua "intelligenza" nella scommessa o sai quale sarà la conseguenza.- fece un piccolo sospiro. -Bella mossa quella del Mikey. Cerca di essere più originale la prossima volta.- mi fece l'occhiolino e con rapidità si allontanò muovendo il sedere in maniera oscena, sparendo tra la marea di studenti che si stavano dirigendo fuori dalla scuola.
Raggiunsi gli armadietti, mi cambiai le scarpe ed uscii. Poco distante dall'entrata Gaara e gli altri mi stavano aspettando.
-Ci hanno detto che esci con Uchiha oggi.- Neji mi osservava, scrutandomi quasi fossi stato passato ai raggi x. Quel ragazzo, come sua cugina, aveva uno sguardo penetrante e sembrava davvero leggerti dentro.
-Non c'è un cielo fantastico oggi?- dissi cambiando totalmente discorso, tentando invano di sviarlo.
-Naruto.-fu Hinata a parlare e il tono risoluto con cui disse il mio nome mi fece preoccupare un po'.
-Si, si. Esco con lui, ma non fatevi strane idee. Non è successo niente a casa sua, perciò tranquillizzatevi.- Gaara diede un colpo di tosse ed io gli diedi una gomitata per evitare di farlo parlare.
-Dai, andiamo, ho fame e voglio mangiare del ramen. Vieni a casa con me?- Gaara annuì.
-Aspetta, ma Temari, Shikamaru e Kankuro dove sono?-domandai notando solo in quel momento che non c'erano. Gaara scrollò le spalle.

-Naruto, non vorrei metterti troppa ansia, ma sono le tre e ci vogliono almeno venti minuti per arrivare al parco Momo. Hai intenzione di arrivare in ritardo?- la voce di Gaara era attutita ed io non volevo propriamente ascoltare quello che diceva. Ero in totale panico. Non volevo andare, l'idea di incontrarlo non solo mi spaventava mi rendeva totalmente nervoso.
Ritornai in salotto, dove Gaara era beatamente sdraiato sul divano a guardare la televisione, osservando tutto ciò che mi circondava con una certa frenesia.
-Non vado.- sentenziai alzando le gambe di Gaara  esedendomi dove prima stavano quelle. Si mise a sedere, guardandomi male.
-Smettila di fare il bambino lagnoso, alza le chiappe e vai che sei già in ritardo.- non so come ma riuscì a convincermi.
-Ci vediamo stasera.-
-Ciao Naruto.-
-Mangiamo insieme quando arrivo.-
-Ciao.-disse alzandosi dal divano per venire a chiudermi letteralmente la porta in faccia. Quanto odiavo quel rosso.
Corsi per almeno metà della strada che mi separava dal Parco. Non ero mai stato un tipo molto puntuale ma avevo l'impressione che se fossi arrivato in ritardo Sasuke si sarebbe arrabbiato e avevo avuto diretta esperienza con una delle sue arrabbiature, non mi piacevano.
Ripresi a correre, finché l'entrata del Parco Momo non entrò nella mia visuale. Sospirai di sollievo notando una figura poco distante da dov'ero io, seduta su una panchina.
Mi ricomposi, prendendo fiato. Non dovevo preoccuparmi, in quel momento ero io ad avere il coltello dalla parte del manico, potevo giocarmela come volevo.
-Scusa il ritardo.- aveva gli occhi chiusi, quandogli arrivai di fronte. Li aprì di scatto ed io vi annegai. Detestavo l'effetto che mi faceva anche solo guardandomi.
-Non c'è problema.- borbottò sedendosi meglio, distogliendo lo sguardo.
-Allora, che vuoi?- incrociai le braccia al petto,osservandolo dall'alto. Evitai di sedermi accanto a lui, conscio del fatto che se l'avessi fatto mi sarei sicuramente lasciato trasportare dalle emozioni, stando in piedi era come se tenessi una distanza di sicurezza per il mio corpo e per il mio cuore.
-Siediti.-feci segno di no con la testa con risolutezza, osservandolo con aria astiosa.
-Senti, Sasuke, non ho tempo da perdere...-cominciai senza avere la possibilità di continuare.
-Hai ragione, Uzumaki, non sono gay.- il mio cuore sprofondò. -La Yamanaka e l'Haruno hanno minacciato di svelare a tutti il fatto che quando hanno provato a portarmi a letto, entrambe, non è...- strinse i pugni di rabbia, poi continuò. -In ogni caso, non sono affari che ti riguardano e non so nemmeno perché te li sto dicendo.- Si passò le mani sul viso, come per risvegliarsi, mentre ogni cosa dentro me cominciava ad andare in pezzi.
-Non lo capisco nemmeno io, sinceramente.- dissi con freddezza. -Non mi sembra di aver mai fatto nulla, io.-
-Quanto sei idiota, lasciami parlare, non ho ancora finito. Ho visto come hai reagito a quello pseudo bacio, Naruto.- prese un respiro profondo.-Non sono un tipo che parla di ciò che sente, non sono stato educato così. Sono freddo, calcolatore e quasi mai provo emozioni. Anche quando sono a letto con le ragazze o ci sto assieme, non sento niente. E' come se fossi un guscio vuoto al quale hanno estirpato il mollusco.-
-Non capisco ancora dove vuoi arrivare, Uchiha.-ribattei freddamente per l'ennesima volta.
-Era da tempo che non provavo...Una così forte attrazione fisica per qualcuno solo baciandolo.- forse il mio cervello e le mie orecchie mi stavano giocando un brutto, anzi bruttissimo, scherzo. Sasuke Uchiha non era  quell'essere che avevo davanti, ma, pensandoci meglio, cosa ne sapevo io di lui?
-Ho intenzione di portarti a letto, Naruto.- non so come, ma scoppiai a ridere. Prima gli sarei saltato addosso in un nano secondo sentendo quell'affermazione, ma dopo ciò che mi aveva detto pochi attimi prima l'idea di toccarlo anche solo per un bacio mi disgustava.
Indossai uno dei miei migliori sorrisi sardonici, fissandolo negli occhi.
-Sai, Sasuke, sono soggetto anche io ad una scommessa. Volevo tenerlo per me, volevo fartela sudare, pensavo fossi realmente interessato a me.  Dopo quel bacio ci stavo quasi sperando. Ma tu sei... Davvero uno stronzo.-
-Sei proprio un usuratonkachi.- si alzò dalla panchina, avvicinandosi pericolosamente.
-Cosa stai facendo?-gli ringhiai contro cercando di allontanarmi il più possibile.
-Sapevo che eri idiota, anche se dalle tue letture non sembrava. Ho letto praticamente tutti i libri che leggevi tu, mi incuriosivi già da prima di quella scommessa. Cercavo di dirti che...- si bloccò, come se ogni parola gli si accumulasse in gola, strozzandolo.
-Smettila di girare intorno alle cose e per una fottuta volta cerca di dire le cose come stanno. Prima ci sei riuscito alla grande.- non solo mi tirava fuori il peggio, riusciva anche a tirare fuori tutta la mia freddezza e i miei sentimenti negativi, senza che li potessi controllare.
-Sto dicendo che mi piaci, Dobe.-
Si fece ancora più vicino e sentii ogni mia più piccola difesa cedere.
Perché mi faceva quell'effetto anche se volevo odiarlo? Perché mi stava dicendo quelle cose?
-S-Sasuke...- le sue labbra trovarono presto l emie e questa volta le mie braccia non tentarono di allontanarlo, ma dai fianchi si protesero verso la sua felpa, arpionandola sui lati.
Le sue mani rimasero nelle tasche, mentre la sua lingua chiese il permesso di intrufolarsi nella mia bocca, permesso che gli accordai immediatamente, lasciando che la mia lingua si intrecciasse con la sua.
Non avrei mai pensato che le sue labbra fosse così, che il suo sapore mi scorresse in tutto il corpo con un solo e semplice bacio. 

The ravenge of loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora