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Mi sono vestita in tutta fretta, ho inforcato i miei occhiali da sole, il giubbotto di pelle, mio compagno inseparabile e ho attraversato di corsa l'appartamento

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Mi sono vestita in tutta fretta, ho inforcato i miei occhiali da sole, il giubbotto di pelle, mio compagno inseparabile e ho attraversato di corsa l'appartamento.
Poi come un fulmine sono salita in sella alla mia splendida Honda Hornet 600, un regalo di mio padre. Fin da bambina la mia passione per le moto è sempre risultata strana agli altri ma mai a lui che mi ha sempre incoraggiata a essere me stessa, è come se le donne fossero incuneate in uno stereotipo continuo e costante e chiunque cerca di liberarsene viene additata come strana o maschiaccio; per fortuna non mi sono mai curata di quello che dice la gente o non sarei riuscita a farmi spazio nel mio lavoro, quasi unicamente maschile.
Ho sempre adorato sfrecciare per la città con Cherry (sì, le ho dato un nome) e mai come questa volta ringrazio mentalmente per la sua velocità, infatti nel giro di dieci minuti sono in Michigan Avenue, nel quartiere di Magnificent Mile, uno dei più esclusivi di Chicago, dove ho aperto il mio splendido ristorante.

Dalla vetrina si intravedono i camerieri preparare i tavoli per il pranzo e anche un corrucciato Josh con le braccia conserte ad aspettarmi.

Questo non è un buon segno...

Quando entro dalle porte non posso fare a meno di guardarmi intorno e ammirare il mio capolavoro: stile architettonico classico con tocchi moderni,  i tavoli scuri in marmo pregiato e le raffinate poltrone bianche, i giochi di luce delle pareti e la cucina in bella vista...
Il solito moto di orgoglio mi attraversa mentre varco i confini del mio regno. Purtroppo questo momento di estasi dura poco, lo sguardo di Josh continua a preoccuparmi notevolmente.

-Allora?- mi accomodo a uno dei tavoli, dove lui è intento a leggere dei fogli crucciato.

Quando è particolarmente preoccupato le sue scure e folte sopracciglia si aggrottano così tanto che quasi oscurano quei piccoli occhi castani, con una delle sue grandi mani mi piazza davanti quei documenti che sembrano preoccuparlo tanto e quando metto a fuoco ciò che c'è scritto per poco non cado dalla sedia.

È un fottutissimo avviso di sfratto!!

Il mio cuore batte all'impazzata e le orecchie mi fischiano a più non posso. Cerco di formulare pensieri coerenti ma l'unica cosa che il mio corpo fa, quasi in automatico, è comporre il numero di quell'imbecille di William: il proprietario del locale del mio ristorante. È un ragazzino ricco e viziato che fondamentalmente non sa fare nulla se non vivere di rendita; fu fin troppo facile cinque anni fa fittare questo posto e strappargli un prezzo ragionevole.

Dopo non so quanti squilli finalmente si degna di rispondere.

-S... Selene... ciao...- biascica.

Ha sempre avuto una cotta per me e io ho saputo sfruttare questa sua debolezza, purtroppo stavolta non mi servirà a molto.

In Tenebris (sospesa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora