27.

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Sospirai aprendo gli occhi e voltandomi nel letto. Allungai una mano verso il peluche posato accanto al cuscino e lo strinsi al mio petto mentre un ricordo riaffiorava nella mia mente.

"Ehi! Quello è mio!" Esclamai riconoscendo il mio pupazzo dentro uno degli scatoloni di Andreas.
"Non più.." Sorrise lui pizzicandomi un fianco e rubandomi il peluche di mano e poggiandolo sul suo letto.
"L'avevo regalato a tuo fratello.. Perché lo tieni tu?" Domandai confusa ricordandomi che qualche anno prima l'avevo regalato a suo fratello minore.
"Non sono fatti tuoi.." Disse lui sedendosi accanto a me e togliendomi ancora il pupazzo dalle mani.
"Ora è mio." Disse avvicinandosi a me e morendomi una guancia.
"Sei diventato carnivoro?" Domandai divertita spingendolo via. Lui sorrise e si riavvicinò a me. Mi fece stendere sul suo letto e si mise a cavalcioni su di me incastranti tra il suo corpo e il suo letto. Il mio respiro si fece irregolare e mi morsi il labbro cercando di mantenere la calma. Ma man mano che la distanza diminuiva il mio cuore impazziva sempre di più nel mio petto.
Stava quasi per baciarmi ma appena le nostre labbra si sfiorarono si allontanò. Lo guardai confusa e mezza sofferente. Perché si era allontanato.
"Teddy ci sta osservando.." Mormorò lui per poi girare il peluche dalla parte opposta. Lo colpii sulla spalla e lui rise divertito per poi rubarmi un bacio senza che me l'aspettassi.
"Teddy è innocente.. Potrebbe rimanere sconvolto se vede queste cose.."
"Cretino.." Borbottai tirandogli un pugno sul petto prima di baciarlo di nuovo.

Chiusi gli occhi cercando di rimuovere quel ricordo. Faceva male. Quando riaprii gli occhi erano pieni di lacrime e la vista si fece appannata. Non volevo piangere, eppure negli ultimi giorni non facevo altro che versare lacrime. Mi girai a pancia in su e iniziai ad osservare il soffitto mentre le lacrime continuavano a bagnarmi le guance. Presi il telefonino, lasciato in precedenza sul comodino, quando lo sentii squillare.
Chiamata in arrivo da Andreas.
Chiusi gli occhi e rifiutai la chiamata. Erano quattro gironi ormai che lo evitavo, che non rispondevo alle sue chiamate e ai suoi messaggi. Poco dopo un'altra chiamata, sempre da lui. Anche quella volta non risposi. Chiusi la chiamata e spensi il telefono. Poi mi accoccolai sul suo letto stringendo il pupazzo al mio petto cercando di smettere di piangere. Ero stanca di farlo. Rimasi stesa lì finché non mi addormentai stanca.

Quando mi svegliai era ormai sera tardi. Le lacrime si erano seccate sulle guance e gli occhi bruciavano ancora per tutte le lacrime versate. Mi allungai verso il telefono e lo accesi trovando cinque chiamate e tre messaggi di Andreas. Cancellai i messaggi senza neanche leggerli. Avevo bisogno di tempo e lui lo sapeva, lo sapeva benissimo. Allora perché non smetteva di cercami? Sapeva benissimo che così mi faceva solo del male.
"Non voglio che tu soffra a causa mia.." Aveva detto Andreas quella sera. Eppure continuando a chiamarmi non faceva altro che aprire quella ferita che stavo cercando in tutti i modi di chiudere.
Il ricordo di quella serata bruciava ancora nella mia mente e continuava a fare male.

"Abbie cosa c'è?" Aveva detto quando mi ero alzata dal divanetto dove eravamo seduti tutti quanti.
"Niente.." Avevo sussurrato allontanandomi da lì. Ma lui mi aveva seguito.
"Niente? Non mi sembra.."
"Mi hai presentato come la tua migliore amica Andreas.. Credevo che fossimo più di due migliori amici." Avevo detto ferita. Quando Andreas mi aveva presentato ai suoi compagni come sua migliore amica ci ero rimasta male.
"Io.. Si solo che.. Abbie sono soltanto abituato a presentarti così.. Non ci ho pensato neanche, lo sai che sei di più per me, sai benissimo quanto ti voglio bene."
"È proprio questo il punto Andreas.. Non metto in dubbio che tu mi vuoi bene, ma non mi vuoi come ti voglio io. Dici che ti piaccio, ma poi mi tratti come se fossi la tua migliore amica. Non mi tratti come trattavi le tue ragazze in passato."
"Abs.." Mormorò lui interrompendomi.
"No.. Fammi finire. Non ti sto incolpando di nulla Andreas. Ma io e te non cerchiamo la stessa cosa dall'altro. E non credo che possiamo continuare così, non voglio continuare ad illudermi." Mormorai asciugandomi velocemente una lacrima sfuggita dai miei occhi.
"Abbie sei troppo importante per me.. Non ti voglio perdere." Mormorò lui allungando una mano verso di me cercandomi avvicinarmi a lui. Scossi la testa ed indietreggiai.
"Scusa, non ce la faccio. Credo sia meglio finirla qui." In quei giorni a Roma mi ero accorta di essere stata fin troppo cieca da quando ci eravamo messi insieme. Lui mi voleva bene, io lo amavo e continuando a stare con lui mi sarei soltanto illusa e avrei sofferto.
"Abbie... Non voglio che tu soffra a causa mia."
"Per questo è meglio che la finiamo qui, prima che sia troppo tardi." Lo vidi abbassare lo sguardo non sapendo cosa altri dire per farmi restare.
"Non te ne andare.." Sussurrò allungando la mano e afferrando la mia.
"Ho bisogno di tempo Andreas.." Avevo mormorato prima di andare via, lasciandolo lì da solo.

Da quel giorno non aveva fatto altro che cercarmi, ma io non avevo mai trovato la forza e il coraggio di rispondergli. Era arrivato il momento di andare avanti, dovevo voltare pagina e se avessi continuato a sentirlo non ci sarei mai riuscita.
Sospirai e mi alzai dal letto uscendo dalla sua camera. Basta soffrire, mi ripetevo in continuazione. Da adesso avrei iniziato una nuova vita e non sapevo se nella mia nuova vita ci sarebbe stato o meno Andreas.

The end

Ecco a voi un nuovissimo e ultimo capitolo..
Immagino che non vi aspettavate una fine del genere.. Non ero sicura neanche io se finirà così o meno.. Ditemi cosa ne pensate nei commenti e se volete o no un continuo..
Spero di ricevere più commenti del solito.. Ultimamente mi sembra di aver perso follower..
Baci Lulz

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