"Il passo incedeva verso i camini fumanti..."
"Inizia come si deve, mi sembri il lunedì, comincia male, non capisci niente e non sai mai come andrà a finire."
A volte invidiava gli ubriaconi, sapevano farti comprendere in due righe quello che lui non avrebbe saputo esprimere in decine di paragoni.
Forse perché le sue metafore erano fatte di stelle e di fate, ma di certo non di lunedì, cosa può esistere di più impoetico e malaugurante del lunedì.
Dovette convenire che la metafora di quell'allegro avventore era formidabilmente efficace.
Mentre tutti questi pensieri si facevano largo nella testa del bardo risate scroscianti si mescolavano a battiti di mani altrettanto intensi,
Il suo applauso si unì a quello della folla.
"Nemmeno dieci delle mie canzoni avrebbero espresso meglio questo paragone"
"Non posso che essere d'accordo con te dopo quelle poche righe che ho sentito"
Altre risate squassarono il petto di chi ascoltava. Anche il locandiere sembrava trattenersi nascondendo dietro una botte la sua barba ingrigita dagli anni facendo finta di riempire boccali.
"Non sei così spiritoso con tua moglie" rispose il bardo.
Si udì un fischio provenire dal fondo del locale, uno di quei potenti richiami che solo un pastore navigato sapeva forgiare.
"Questa fa male!" Urlo poi l'autore di quel poderoso virtuosismo.
Dopodiché tutto si ripeté come nei due casi precedenti, le colonne di legno della locanda sembrarono tremare al fragore delle risa.
"Che avresti da dire contro mia moglie?"
La domanda non fu minacciosa, anzi un sorriso beffardo si stampò sul viso dell'energumeno.
"Niente, solo che non capisce le battute che fai."
Il pubblico si mostrò sollevato,
anche stavolta una rissa era stata evitata.
"Dicevamo..."
Fu questa parola sospesa a ristabilire il tacito equilibrio che le sue storie richiedevano per essere comprese. Il silenzio avanzo scalzando ciò che rimaneva delle rumorose retroguardie dell'euforia e per un momento fu pace.
"Questa è la fine di un viaggio contento, di un uomo che torna per ripartire, un incontro che svela un portento e una fortuna che or sto qui a ridire".
"Il passo incedeva verso i camini fumanti mentre il mantello lambiva le gambe stanche.
Il suo corpo fendeva la nebbia fitta e spessa. I suoi occhi guardavano ai tetti, resi distanti dal manto bianco che ingoiava i panorami della sua infanzia.
Ma quella coltre pesante era uno di quei ricordi, vibrante e familiare tanto quanto i prati intorno al villaggio.
Morvian sapeva che i primi raggi dell'alba avrebbero dissolto le morbide membra della nebbia, che si sarebbe presto congedata dai suoi amati prati.
Così continuò, cercando di affrettare il suo passo,
se fosse stato abbastanza veloce avrebbe potuto gustare la sua colazione al caldo della prima locanda della città che si ergeva appena dopo il cancello sud.
La particolare posizione del locale permetteva al "Ceppo di legno" di prendere per la gola gran parte dei viaggiatori prima che avessero tempo di accorgersi che in fondo quella locanda non offriva molto di meglio rispetto alle altre e sicuramente non certo a prezzi più convenienti.
Intanto il profilo del cancello del cardo si era fatto definito e dopo pochi passi i pesanti cardini si mostrarono nitidi agli occhi del nostro viaggiatore.
Una guardia squadrò con sospetto quel viandante solitario, ipotizzò che fosse un pellegrino in cerca di perdono, ogni tanto per follia qualcuno si incamminava cercando Dio, ma trovando ladri e tagliagole.
Il cavallo che seguiva la figura smentì però quell'ipotesi, per quanto potesse essere un ronzino non era certo un animale alla portata di un mendicante e di certo un pellegrino non ruberebbe mai un cavallo.
Così la guardia si avvicinò curioso all'uomo incappucciato.
"Un po strano vedere qualcuno viaggiare da solo, chi siete e da dove verreste?"
Ed egli rispose
"Sono Morvian, vengo dall'accademia dove vivo da anni pur avendo terminato i miei studi" questa prima parte della risposta si mostrò già abbastanza esauriente alle orecchie della guardia, che continuò ad ascoltare mosso dalla pura curiosità che spinge spesso molti uomini.
"Come sa non ho dovuto percorrere molta strada per arrivare fin qui rimanendo sempre sulla via consolare, che è sempre molto trafficata e ben controllata. Se si chiede cosa mi porti qui, sono il figlio del mercante Gerald e vengo a rendere omaggio alla sua scomparsa".
"Sono addolorato per la vostra perdita, vi prego di scusare la mia insistenza ma chiedo di poter osservare qualcosa che provi la vostra professione di accademico"
Senza scomporsi Morvian slacciò le cinghie che tenevano il suo mantello
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Il Bardo
FantasyUna vicenda raccontata e la storia del suo narratore che si fondono. Così tra locande e sale signorili un bardo declama tra una canzone e l'altra un breve estratto di una biografia oscura, di un uomo senza nome. P.s. Il Prologo è una pagina a sé sta...