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Poi c'è il tè. Non c'è un solo bambino che non inorridisca alla visione di tè e latte insieme, voglio dire, li hai visti? Ognuno se ne sta per fatti suoi se non li mescoli per bene e hanno quel sapore bizzarro, sembrano fare a botte tra di loro. Ma poi ti abitui, chissà per quale assurdo motivo, in qualche assurdo modo ti sembra che funzioni. E ti piace, ti affezioni.

La pioggia londinese è un cliché che non abbandona mai le mattinate di Hermione. Perché è Londra ed è lì, con le sue strade giganti, le notti infinite e le gocce di pioggia sugli infissi delle finestre.

Il caso Miles-Winchester è finito sulla prima pagina del Profeta, trafiletto a destra in basso, perché c'è il suo nome tra i prosecutori. Basta così poco al giorno d'oggi per finire in prima pagina. Almeno non c'è nessun commento sulla sua vita amorosa, avrebbero di che discutere quei finti giornalisti.

Grattastinchi gironzola tra le gambe della sedia e le sue, sembra elemosinare un po' del suo pane e marmellata. Come se già non fosse una grossa palla di pelo arancione.
"Hai già mangiato," lo rimprovera. Il gatto alza lo sguardo verso la padrona come se cercasse di sfidarla. Hermione scuote la testa, Grattastinchi alza la coda e fila via. Si è offeso, ovviamente.

Ma è un gatto intelligente, non è pronto a mollare. Decide che è meglio far le fusa coi draghetti del pigiama di Ron, che, da parte sua, rovista nella credenza alla ricerca di una paio di bustine di Earl Grey.

"Perché ho il tuo gatto tra le gambe?" biascica lui, mentre riempie il bollitore d'acqua.

"Vuole dolci. Non cedere."

"Sì, signora!" Ron annuisce, mimando il saluto militare. Se ne sta accovacciato contro il lavello, guarda in malo modo Grattastinchi, mentre aspetta che l'acqua bolla. Ha i capelli schiacciati in fronte e una t-shirt sdrucita e non c'è niente di militare nel suo atteggiamento. Con buona probabilità, a spiarlo in Accademia ci sarebbe di che divertirsi.

Ma osservarlo, appena sveglio, in maglietta e pigiama a draghetti, mentre prepara il tè è tutta un'altra storia. Perché magari non avrà niente di quello che l'Accademia Auror chiede, ma è dolce, divertente e premuroso. E non si merita tutti quelli che sono i pensieri di Hermione da un po' di tempo a questa parte. Pensieri che sanno di whiskey e di limone.

Meglio ritornare alla Gazzetta del Profeta e al pane e marmellata.
"Ecco." Ron le porge la tazza di tè fumante e le si siede di fronte.
Non può nemmeno evitarlo per tre secondi. Abbassa il giornale e gli dedica un sorriso a metà. "Grazie."

"Ehm," lo sente schiarirsi la gola, "grazie per avermi ospitato stanotte. Chissà cosa avranno pensato i tuoi."

I suoi non abitano più in quella casa da diversi mesi e non hanno voce in capitolo su come Hermione preferisce passare le notti e lui lo sa. Quello che sta dicendo sul serio suona piuttosto come: perché non mi hai lasciato dormire con te?

Hermione ingoia una risposta che non saprebbe dargli con una sorsata di quell'Earl Grey che lui ha preparato con tanta attenzione. Ingoia ma c'è qualcosa che non va in questa tazza di tè.

Hermione si ritrova a inumidirsi le labbra, assaporando il gusto inconsueto del latte nel tè. Stupido latte nel tè. Posa la tazza e si ferma ad osservare il liquido all'interno. Marroncino giallognolo? Che colore orribile.

È tutta colpa del latte. Perché il latte deve rovinare sempre tutto? Non lo vedi che non stai bene con il tè? Non ti rendi conto che non riuscite ad amalgamarvi sul serio. Cosa avete in comune? State insieme per comodità e abitudine. Tè e latte non funzionano. Chi è l'idiota che ha pensato potessero funzionare? Come ha fatto a convincere il resto del mondo che potessero funzionare?

"Perché hai messo il latte?" chiede, continuando a fissare la tazza.

"Credevo ti piacesse l'Earl Grey col lat-," borbotta Ron, senza porci molta attenzione. Si è buttato anche lui sul pane e marmellata. Credeva anche lei che le piacesse, da bambina, quando passava i pomeriggi dalla nonna, c'erano i biscotti al burro e il tè con il latte. Le era sempre piaciuto. Finora.
"Hermione?" Si sente chiamare. Ron piega la testa di lato, come se volesse scrutarla in favore della luce. Sembra perplesso. "Scus-, ma... stai piangendo."

Con indice e medio si sfiora la guancia destra. Sì, sta piangendo. Perché il latte rovina sempre tutto.

"Scusa, Ron io non... ormoni? È tardi. Prenderò un po' di caffè a lavoro."
Scatta in piedi senza dare una spiegazione né a se stessa, né all'espressione preoccupata di Ron.
Le era sempre piaciuto l'Earl Grey. Aveva sempre amato l'Earl Grey. Solo, non con il latte.

Sente le zampette di Grattastinchi seguirla nella sua fretta verso il giaccone e la borsa. Non ha tempo di dar retta anche a lui. Ma il gatto la osserva deluso e arrabbiato quasi volesse rimproverarla. Ma come fa un gatto a essere deluso e arrabbiato? I gatti non rimproverano, Hermione.

"Okay, ma parliamo dopo, vero?" La richiesta di Ron arriva lontana e spaurita quando ormai è già sulla porta.

"Certo, parliamo dopo."

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