Cinco.

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Emily’s point of view.
“Che film guardiamo stasera?” mi chiese la mia amica mentre stavo lavando i piatti della cena.
“Non so, fai tu..” risposi “Tanto mi addormento dopo un’ora al massimo..” continuai ridendo.
“Allora mi riguardo Shadowhunters..” disse scuotendo le spalle mentre mangiava l’ultimo biscotto al cioccolato rimasto.
Mi girai e mi asciugai le mani nello strofinaccio da cucina e finii di pulire anche il resto delle cose mentre lei continuava a starsene seduta al tavolo, aspettandomi.
Quella sera era il mio turno di pulizie e non potevo protestare.
“Vado a mettermi il pigiama poi faccio partire il film..” disse alzandosi mentre entrambe uscivamo dalla cucina per dirigerci nelle nostre camere a cambiarci.
“Domani lavori?” urlò lei dall’altra parte della porta.
“Sì, tutto il giorno..” risposi infilando la maglia del pigiama in pile.
“Io faccio solo pomeriggio, lezioni ce ne sono solo la mattina per cui ti firmo la presenza io.” disse ancora.
“Grazie..” dissi sorridendo.
Andammo in salotto entrambe e ci sedemmo, lei sul divano e io sulla poltrona.
Mi accucciai le ginocchia al petto e mi misi comoda pur sapendo che mi sarei addormentata nel giro di poco da quanta stanchezza avevo in corpo quel giorno.
Il film iniziò e da quando abitavo con lei era già la terza volta che lo vedevamo, lo conoscevo praticamente a memoria.
Ogni scena ed ogni battuta.
Presi il cellulare e iniziai a giocare ad uno dei giochi più idioti che c’erano mentre lei guardava attenta il film, come per notare qualcosa che non avesse visto la volta prima.
“Stai facendo i raggi X a Jace..” dissi ridendo alzando per un attimo gli occhi dal telefono.
“E chi non glieli farebbe?!” chiese lei ironicamente.
“Io che preferisco i mori..” risposi con tono ovvio appoggiando poi la testa allo schienale della poltrona.
Sapevo che quella affermazione avrebbe scatenato in lei insinuazioni varie.
“Ne preferisci uno di moro.” disse e io alzai la testa “Spagnolo.” continuò poi.
“Non mi piace.” risposi infastidita e tornando ad appoggiare la testa allo schienale della poltrona.
Giulia capì che non volevo affrontare l’argomento e mi lasciò stare tornando a guardare il suo film preferito.
Nel giro di pochi minuti mi addormentai, come previsto.
Mi risvegliai solo un’ora più tardi a causa del mio cellulare che suonava.
Guardai l’orologio ed erano le undici e un quarto della sera.
“Chi è a quest’ora?” chiese Giulia sorpresa.
“Lo spagnolo.” risposi guardando lo schermo del cellulare e riconoscendo il suo numero.
Mi schiarii la voce e risposi.
“Dormivi? Ti ho svegliata?” chiese con tono quasi gentile.
“No, tranquillo..” risposi “Dimmi..” continuai.
“Domani non venire.” disse di nuovo col suo tono freddo e distaccato.
La gentilezza delle prime parole era solo stata un’illusione o addirittura un sogno dovuto al mio brusco risveglio.
“Ho preso una giornata di ferie per stare con Eric.” concluse.
“Va bene, fammi sapere quando dovrò venire per i prossimi giorni..” dissi ancora per poi sentire un flebile ‘Buonanotte’ e il suono della chiusura della chiamata.
La mia amica mi guardava con fare interrogativo, come per chiedermi cosa fosse successo.
“Domani non lavoro, vengo a lezione..” dissi per poi alzarmi dalla poltrona.
“Dove vai?” chiese lei continuando a guardarmi.
“A dormire, tanto lo stavo già facendo..” risi per poi salutarla con la mano e dirigermi in camera mentre lei continuava a vedere il film.
Chiusi la porta alle mie spalle e sospirai per poi scostare le coperte e buttarmi a peso morto sul letto.
Mi riaddormentai praticamente subito pensando ancora al suo tono quasi gentile, evidentemente era umano anche lui.

[…]

Uscimmo dall’università con i soliti libri tra le braccia.
Il professore di tedesco aveva fissato la data del primo esame e l’ansia si era già impossessata del mio corpo.
“Ti senti pronta per l’esame?” chiesi ansiosa mentre camminavo velocemente verso la macchina.
“Manca più di un mese, ora non sono pronta..” disse Giulia con fare tranquillo.
“Beata te che sei così tranquilla..” dissi “Mi porterò da studiare anche quando lavorerò..” continuai quasi agitandomi ancora di più.
“Dai stai tranquilla..” disse lei rassicurandomi “Sei sempre andata bene, cosa vuoi che sia un esame?” chiese sorridendomi.
Le sorrisi in risposta mentre cercavo le chiavi della macchina dentro la borsa.
Sistemammo i libri nei sedili posteriori e salimmo, per quanto fosse una giornata abbastanza fredda, c’era il sole a Torino.
“Ti va di andare a fare un giro?” propose la mia amica “In tutto questo tempo che siamo qua non siamo mai andate a fare un giro in centro insieme..” continuò.
“Certo che mi va!” le sorrisi per poi mettere in moto e dirigermi verso il centro.

Mentre camminavamo per Via Roma, guardando ogni tanto le vetrine dei negozi che ci circondavano, parlavamo del più e del meno fino a che non arrivò quell’argomento.
“Come è andata con i compiti di Eric di qualche giorno fa?” chiese sorridendo.
“Benissimo!” dissi “In matematica va molto bene, è riuscito a fare tutto da solo e si è guadagnato pure una decina di caramelle!” continuai ridendo.
“Ammazza!” disse la mia amica “Bravo!” continuò.
“In inglese invece tentenna un po’ ma alla fine è andato bene anche lì..” risposi continuando a sorridere ripensando al bel pomeriggio passato insieme a lui.
Continuammo a camminare ancora per un po’ mentre continuavamo a parlare del bambino e del rapporto tranquillo che aveva con me.
“Con tutto quello che mi racconti, sembra che non sia minimamente figlio del padre!” disse lei ridendo.
“Ma infatti il padre è freddo con me, non con lui..” sospirai abbassando lo sguardo.
Un po’ mi dispiaceva non piacere al padre di quel bambino così tanto adorabile.
“Secondo me dovresti solamente cercare di capire come agire e toccare i tasti giusti con lui..” disse “Magari è solo timido e la timidezza lo porta ad essere scontroso..come se avesse una corazza..” concluse.
Io annuii e sorrisi mentre mi dirigevo sotto i portici dopo aver attraversato la strada.
“Me lo fai conoscere un giorno?” chiese ancora Giulia.
“Chi?” chiesi “Il pezzo di ghiaccio?” continuai ridendo.
“No, il figlio..” disse lei alzando gli occhi al cielo.
“Ah, certo!” dissi “Ti piacerà sicuramente!” conclusi per poi entrare in un negozio dove avevo visto un maglione invernale che poteva servirmi.

I call it magic, when I'm with you.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora