Capitolo 1.

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-Amore andiamo o faremo tardi!- dissi alzando la voce per farmi sentire da mia moglie. Avevamo una cena a casa di Harry e Louis quella sera, le organizzavamo spesso, a volte venivano a casa nostra oppure noi a da loro.
Attraversai il grande corridoio per arrivare in salotto, Summer stava guardando un cartone animato, non era il suo preferito ma si era accontentata di questo, mi sedetti nel grande divano i pelle bianca e rimasi ad osservarla, era bellissima, concentrata sul grande televisore attaccato al muro.
Piano piano mi avvicinai a lei e senza farmi notare poggiai le mani sul suo pancino iniziando a farle il solletico e facendola esplodere in una flagorosa risata. -AHAHAHAHAH PAPÀ TI PREGO IL SOLLETICO NO!- strillo tra le risate.
-Allora dimmi chi é il papà migliore del mondo- dissi continuando a farle il solletico ma in maniera piu leggera,  -Tu, papà, sei il migliore di tutto il mondo- disse ridendo, smisi di farle il solletico e la feci sedere sulle mie gambe -Lo sai che ti amo tanto?- sorrisi, -anche io papà- disse per poi prendere il mio viso tra le sue piccole mani e darmi un piccolo bacio.
-Amore sono pronta- disse Aurora scendendo l'ultimo scalino per poi guardarci teneramente, mi voltai verso di lei e presi la bambina in braccio per portarla all'ingresso.
-Adesso andiamo da zio Harry?- chiese Summer alzando le mani verso sua madre che prontamente la prese in braccio lasciandole un bacio sulla fronte.
-Si, Summer- le risposi passando a mia migliore la giacchetta della bambina cosi che lei potesse aiutarla ad indossarla, poi feci lo stesso con la sua.
-Pronte?- sorrisi prendendo la mano di Aurora ed uscendo di casa mentre Summer correva verso la macchina aprendo lo sportello anteriore per salire, la fermai di colpo per lasciarle un bacio sulle labbra -Sei bellissima- le sussurrai, la vidi arrossire come se fosse la prima volta -e tu sei meraviglioso come sempre- sorrise.
-Mamma! Papà! Voglio giocare con Dracy e Mary!- strillo nostra figlia e noi con una risatina l'accontentammo.

-Quindi gli ho detto come poteva dirmi che non aveva mai preso lezioni di chitarra quando era davvero cosi bravo. - disse Michael gesticolando teatralmente, stava parlando di un nuovo ragazzino di 16 anni che era presente nel suo corso. Noi ragazzi eravamo seduti sul divano mentre mia moglie e le altre ragazze si erano offerte di aiutare Harry con la cena, i bambino erano corsi in camera delle due sorelle per giocare.
-E lui mi ha detto che il padre gli e lo aveva insegnato quando aveva 10 anni prima di trasferirsi im Canada con la nuova compagna.- concluse.
Ognuno di noi raccontó quello che era successo durante quei pochi giorni sorseggiando una birra nel salotto di casa Stylinson
-Ragazzi é pronta la cena- disse Harry ad alta voce per farsi sentire, -perfavore potete chiamare i bambini?- chiese Jessica affacciandosi dalla sala da pranzo.
Io e Louis annuimmo e ci dirigemmo verso la camera delle piccole, -Bambini la cena é pronta- dicemmo in coro e dopo vari tentativi di farci sentire riuscimmo a portarli di sotto e a farli mangiare.
-Aurora, Niall che ne dite di lasciare qui Summer stanotte? Dracy me lo chiede da molto- chiese Harry mentre Aurora lo aiutava a sparecchiare, io stavo li a guardarli e passavo qualche bichiere e posata al riccio.
-Per me non c'e problema, per te va bene amore?- mi chiese con un mezzo sorriso la bionda.
-Certo, per me é okay- risposi alzando le spalle, -magari se ci avessi avvisato un po prima le avrei preparato un cambio e un pigiama- continuó lei.
-Non ti preoccupare di questo- la rispose il riccio.

-Allora ci vediamo domani pomeriggio, non combinare guai e ascolta gli zii, va bene?- disse per la millesima volta, Aurora, mentre la piccola annui.
-Amore, é rimasta qui un sacco di volte, ha capito- dissi tirandola verso di me, -Buonanotte piccola, ci vediamo domani- dissi lasciando un bacio sulla fronte a Summer, ringraziammo i ragazzi e ci avviamo verso la macchina.
Aurora era abbastanza stanca, accendemmo la radio canticchiando alcune canzoni, la strada era quadi deserta, aumentai di poco la velocità del veicolo, ma non troppo, non volevo problemi.
-NIALL ATTENTO!- strillo mia moglie, ma non feci in tempo a fare niente che una macchina ci era gia venuta addosso causando uno scontro frontale violento, avevo battuto la testa, non sapevo dove, ero confuso, sentivo bagnato sul viso.
Mi si gelò il sangue quando vidi mia moglie immobile contro il finestrino ammaccato. Mi sentivo debole, feci in tempo a prendere la sua mano e stringerla che mi sentii avvolgere dal buio.

Amnesia •Niall Horan•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora