Capitolo 1

73 8 4
                                    

Presi lo zaino più capiente che trovai e ci misi dentro tutto quello che mi sarebbe potuto servire: due magliette, una felpa pesante, due paia di pantaloni lunghi e uno di corti, la torcia, una barretta di cioccolato, una mappa che avevo precedentemente stampato e tutti i soldi che possedevo.
E per finire presi le mie fiaschette. Ne avevo solo tre e avrei dovuto usarle solo quando fosse stato strettamente necessario, non sarebbe stato facile procurarsi le componenti del siero in esse contenuto e sarebbe stato ancora più difficile trovare qualcuno in grado di realizzare la soluzione. Per un attimo rimasi incantata a fissarle pensando a cosa mi avrebbe riservato il futuro, sarebbe andato tutto liscio, tutto secondo i piani? Mi ripresi dal momentaneo stordimento e misi la borsa dentro l'armadio, non era ancora il momento della fuga....

Tutte quelle riflessioni mi avevano intorpidito la mente, così mi buttai addosso una giacca ed uscii in fretta di casa, avevo bisogno di farmi una corsa per liberare la testa da tutti i pensieri. Arrivata al parco corsi attraverso la zona frequentata fino alla parte boscosa. Mi feci strada nell'intrico di rami fino al punto che mi interessava: uno spiazzo vuoto poco distante dal confine.
Andai al centro della radura e mi coricai, avevo il fiatone per via della corsa. Cercavo di assimilare tutto ciò che sentivo: l'erba che mi accarezzava le braccia, l'odore della vegetazione, gli schiamazzi dei bambini in lontananza.
Restai qualche attimo a guardare il cielo sopra di me, chiusi gli occhi e senza neanche accorgermene mi addormentai sull'erba.

Quando mi svegliai doveva essere passato un bel po' di tempo perché il cielo si era fatto scuro e sembrava stesse per piovere. Mi misi in piedi stiracchiandomi e mi diressi verso casa.
A metà del tragitto iniziarono a cadere piccole gocce di pioggia, nessun problema, mi piaceva la pioggia, mi rilassava, con la sua costanza e la sua insistenza. Affrettai un po' il passo perché non volevo ammalarmi.
Arrivata a casa trovai mia sorella seduta sul divano a leggere non so quale libro di scienze. <<Ehi>> la salutai <<Ehi>> mi disse in tutta risposta. Era diventata più chiusa da quando conosceva le mie intenzioni, però mi aveva aiutata comunque a elaborare il siero, senza di lei non ce l'avrei fatta. Tuttavia questa distanza era snervante, in quel momento avrei solo voluto una persona con cui confidarmi e con il suo comportamento mi aveva tolto questa possibilità.

Avrei voluto fare un po' di conversazione ma non credetti fosse il momento giusto, Lillian sembrava triste... insomma la stavo per abbandonare, anche se per un motivo più che buono, e magari se ne stava rendendo conto solo ora.

Tornai in camera ma non riuscii a fare altro che coricarmi e mettermi a fissare il soffitto fino all'ora di cena. Ovviamente i nostri genitori non c'erano, saranno stati a qualche importante riunione governativa. Loro erano una delle sette coppie di Controllori, coloro che si occupavano, appunto, del controllo dei Contagiati.

Quasi due secoli fa una specie di meteorite era caduto sulla Terra rilasciando un "virus" che aveva dato ad alcune persone delle capacità speciali. Dopo anni di convivenza pacifica tra le due specie di uomini un gruppo di Contagiati aveva avuto la brillante idea di sfruttare le proprie capacità per, in poche parole, dominare il mondo. I semplici umani si erano uniti e grazie alla loro superiorità numerica avevano capovolto la situazione. I rapporti tra le due classi non erano mai tornati come prima e i semplici umani avevano continuato a sfruttare la loro supremazia sui Contagiati. Quindi tutti i Contagiati erano costretti a subire per colpa di quello che i loro antenati avevano fatto.
Dopo tutte le guerre e raggiunto finalmente l'equilibrio la nostra società si era formata in questo modo: ognuna delle sette zone terrestri aveva un Console, una specie di capo supremo, che governava e prendeva le decisioni importanti, un Consiglio, che si riuniva e discuteva degli avvenimenti riguardanti la propria zona e una coppia di Controllori.
Il Consiglio si riuniva mensilmente, mentre una volta ogni due anni i sette Consoli si incontravano per discutere della situazione mondiale.

Io e Lillian cenammo silenziosamente e poi ci chiudemmo ognuna nella propria camera.
Quando mi coricai feci difficoltà ad addormentarmi e quando finalmente ci riuscii trovai un strano sogno ad accogliermi.

Apro gli occhi e intorno a me vedo solo bianco. Capisco di essere coricata su un lettino da ospedale ma quando provo a muovermi noto gli anelli metallici che mi tengono ferma. Tento inutilmente di liberarmi quando improvvisamente si aprono permettendomi di scendere. Intorno a me ci sono diversi macchinari che non ho mai visto. Mi muovo lentamente ma perdo l'equilibro e sono costretta ad appoggiarmi a un muro.
Allora riprendo a muovermi sempre appoggiando una mano al muro che c'è alla mia destra. Finalmente trovo una porta di metallo, provo ad aprirla e stranamente ci riesco ma non faccio in tempo a uscire che davanti a me si materializza una mostruosa creatura senza volto.

Mi svegliai di colpo, tutta sudata, l'immagine del mostro bene impressa nella testa.

ESCAPEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora