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La caduta sembró infinita, un tunnel buio e apparentemente senza fondo. Sembrava la scena di Alice nel Paese delle Meraviglie quando la piccola bambina bionda scivolò nella tana del coniglio per poi cadere in un tunnel poco illuminato con oggetti fluttuanti che galleggiavano imperterriti di quello che le leggi della fisica imponevano. Le uniche differenze erano che io ero tra le braccia di quel bastardo che mi aveva rapita con al seguito Bill aka gatto, e che non ci vedevo a un palmo dal naso. Iniziata la caduta il mio primo pensiero, beh il secondo dopo varie imprecazioni, fu quello di divincolarmi. Un secondo dopo mi rifiutai di ribellarmi per il semplice fatto di non voler finire spiaccicata sul fondo, sempre che ce ne fosse uno. Così rimasi ben aggrappata a Sitaël, benchè la cosa mi disgustasse. Okay che sono una ragazza coraggiosa, e che in certi momenti della mia monotona vita immaginassi situazioni surreali tanto per allontanare la noia e che io ero il cavaliere senza macchia e senza paura della situazione. Solo che, ecco...in quel momento io di paura ne avevo, e anche parecchia. A distrarmi dai miei pensieri di autocommiserazione furono Jack e il lampo di luce blu scaturito da un semplice gesto della sua mano. In un attimo ci ritrovammo avvolti da quella nebbiolina cangiante, che fece rallentare la nostra caduta, lasciandoci poi adagiare sul terreno umido a noi sottostante. Mi rialzai in piedi ancora stordita e incredula per l'accaduto. Mi spolverai il vestito e le ali, ascoltando i miei pensieri, si scrollarono automaticamente i rimasugli di terra scura che le sporcavano. Sitaël, in piedi accanto a me era intento a rassettarsi la giacca, intanto parlava con delle sporgenze in movimento sulle pareti rocciose. Allibita mi avvicinai cautamente, con l'intenzione di non spaventare quelle bizzarre creature, per osservarle meglio. Aguzzando la vista per via della scarsa luminosità notai che quelle strane sporgenze erano degli esserini (non tanto piccoli per la verità) in simbiosi con la parete di roccia, che si muovevano attratte dai movimenti di Jack come le falene lo sono dalla luce. Osservando meglio notai che avevano delle conformità umane, i lineamenti abbozzati del viso e del corpo sinuoso lo confermarono. All'incirca saranno state tre fin quando, una alla volta, si staccarono dal loro rifugio e si mossero aggraziatamente verso di me, probabilmente incuriosite dalla mia insolita presenza. Erano poco meno alte di me, con un colorito uniforme tendente al rosso intenso, chiaramente femmine per via dei lineamenti del viso e delle forme del corpo. Una ricambiò il mio sguardo incuriosito e si avvicinò prendendo tra le mani una mia ciocca di capelli platino e rigirandosela tra le dita, poi puntò i suoi occhi esageratamente grandi dalle pupille del medesimo colore della pelle e dallo sguardo liquido, permettendomi di ammirare la particolarità che la caratterizzava. Sia lei che le sue compagne avevano una bellezza androgina, insomma il corpo era palesemente da donna ma asessuato, il viso però mi confondeva parecchio le idee, poteva essere sia maschile che femminile, ma comunque di una bellezza disarmante. Sitaël ridacchiò ammirando la creatura, poi si avvicinò a me e interruppe il nostro contatto visivo congedando quella bizzarra forma di vita con un saluto in una lingua sconosciuta. Rispose con una domanda e dopo aver ricevuto la risposta che desiderava salutò il ragazzo con un bacio, per poi allontanarsi con le compagne, attraversando la parete.                          
"Imparerai presto la nostra lingua, amore"
"Veramente ho capito ogni cosa" bofonchiai voltandogli le spalle. "Che cavolo vuole dire con 'la ragazza ha bisogno di qualche servizio?'" in un attimo si dissolse e mi ricomparve davanti in un semplice pouf .
"Diciamo che quello che stai pensando ha senso, ma lei non intendeva servizi di quel genere. Le ho semplicemente risposto che per l'iniziazione ti avrebbe dovuto preparare domattina, ma ti spiegherò tutto più tardi." Fece per prendermi in braccio ma non fece in tempo a sollevarmi che la mia mano si adagiò sulla sua guancia provocando un sonoro schiocco, un segno rosso sulla pallida guancia di Jack e un'espressione sconcertata che padroneggiava sul suo viso.
"Perchè?!" domandò con un espressione di shock e lanciandomi un'occhiata assassina.
"Me lo chiedi anche? Hai distrutto la mia vita, hai fatto del male a Cass, mi hai strappata alla mia famiglia e mi hai trasportata sotto terra, mi hai trattata come una stupida senza spiegarmi nulla di quello che mi sta accadendo e hai trasformato Bill in un cazzo di gatto!"
"Devo ammettere che ho affrettato un po' le cose, ma siamo arrivati a casa da meno di dieci minuti, non puoi pretendere che io ti spieghi praticamente la storia dell'umanità!"
"Storia dell'umanità? Ma che cosa vai dicendo, stai vaneggiando! E questa non è casa mia!" non mi lasciai intimidire e mi diressi verso quella che credevo fosse l'uscita ma finii contro un'altro maledetto muro di pietra. Quanto odio questo posto! Siamo completamente al buio, Bill è incurante in un angolino che si lecca una zampa e quel, quel... Sitaël sta ancora ridendo di me.
"L'entrata è dall'altra parte tesoro" Jack si divertiva un mondo e non la smetteva più di ridere, così ignorando le sue battute idiote nei confronti di quanto fossi imbranata, afferrai Bill aka gatto e mi diressi verso l'entrata, visto che non sembrava esserci un'uscita.

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