Lily Luna non amava particolarmente stare in mezzo alla gente.
Ovviamente c'era quasi costretta, a volte, quando usciva con qualche amico o con sua cugina Rose – che adorava. Per questo certi pomeriggi se li ritagliava esclusivamente per sé, pomeriggi durante i quali, in sella alla sua bicicletta, percorreva la strada che separava casa sua da uno dei parchi di Londra, piccoli, grandi, o insignificanti che fossero.
Così, infatti, quella mattina, Lily si era ritrovata in un piccolo giardino pubblico, quasi alla periferia della città. La parte bella, però. C'era il sole che riscaldava l'atmosfera e quindi la ragazza non aveva avuto nessuna remora a tirarsi su i pantaloni, a togliersi scarpe e calze e a infilare i piedi nell'acqua della fontana, sedendosi sul bordo della stessa. Forse ai passanti sarebbe sembrata un po' strana, una ragazza con il naso rivolto all'insù, verso il sole, e con un sorriso sul viso; ma soprattutto con gli occhi chiusi e, appunto, con i piedi nella piccola fontana.
A vederla, chiunque avrebbe detto che Lily Luna fosse una ragazza con la testa tra le nuvole. E anche chi la conosceva, in effetti, molto spesso concordava con questo giudizio. Il fatto era che Lily, nonostante avesse finito Hogwarts da circa due anni, ormai, e sebbene i suoi M.A.G.O. fossero stati per lo più eccellenti, ancora non aveva dato una svolta alla sua vita. All'inizio aveva giustificato questo suo comportamento dicendo di volersi prendere un anno sabbatico, ma l'anno in questione era finito già da un paio d'anni, e ancora Lily non aveva fatto nulla per cambiare la situazione. Semplicemente stava bene così, per il momento, anche se lei stessa sapeva che prima o poi avrebbe davvero dovuto prendere in mano le redini della propria vita, e che forse 'lavoricchiare' qua e là non era affatto la sua massima aspirazione. Presto ci avrebbe pensato senz'altro, ma ora voleva soltanto godersi l'estate, più che altro, con la sua famiglia, i suoi amici, e le sue sporadiche corse lontano dal mondo a bordo della sua bicicletta, che ora, infatti, giaceva a terra accanto alla fontana, buttata lì come se fosse qualcosa di poco conto.
In realtà Lily adorava la sua bicicletta, anche se sembrava che la trattasse nel peggiore dei modi (con tutti i pezzi di ricambio che suo padre aveva dovuto comprare per aggiustarla, se ne sarebbero potute costruire altre tre, di biciclette). Era proprio un modo di fare di Lily: ogni cosa a cui teneva veniva trattata come fosse una reliquia per la prima settimana, e poi già cominciavano a comparire sull'oggetto in questione qualche graffio, o strappo, e ammaccatura, a seconda di cosa si trattasse.
'In un oggetto si ama ciò che il suo proprietario vi mette dentro'¹, aveva detto qualcuno – più o meno. Ed era per questo che Lily amava i suoi libri consumati e la sua bicicletta ammaccata, per quanto gli altri continuassero a ripeterle di trattare meglio le sue cose, se teneva loro.
Beh, fatto sta che, quel giorno, la sua amata bicicletta giaceva semplicemente a terra, accanto a quella fontana.
E poi, quando ormai il giorno stava venendo meno e quel sole che aveva fino ad allora scaldato la ragazza, cominciava a tramontare, e l'acqua a farsi gelida, Lily decise che fosse ora – e meglio – uscire da lì e tornarsene a casa, prima che suo padre mandasse in giro uno squadrone di Auror a cercarla. E così, infatti, dopo essersi rinfilata le scarpe ed essersi sistemata i pantaloni, Lily si alzò in piedi, pronta a lasciare quel giardino, quando, voltandosi leggermente verso la strada, pensò che, effettivamente, sarebbe arrivata un po' in ritardo per cena.
Dall'altra parte del cancello d'entrata di quel piccolo parco, infatti, che camminava con quelle che sembravano delle enormi buste della spesa (possibile?) in mano, c'era Severus Piton.
A Lily sembrò più che naturale che, all'inizio, le fosse quasi preso un colpo; non se l'aspettava assolutamente. Ma già dopo un paio di secondi aveva praticamente ancorato al terreno, tramite magia, la sua bicicletta, ed aveva iniziato a seguire quel Piton a debita distanza.
A dire il vero non sapeva neanche lei perché stesse facendo una cosa del genere, ma... Era rimasta piuttosto sorpresa nel vederlo lì, e poi era inutile dire che quell'uomo la... incuriosisse.
Più o meno.
Insomma: dopo quasi trent'anni era sbucato fuori dal nulla, e pochi giorni prima si era persino presentato per pranzo a casa Potter. Non erano cose di routine, per lei.
Lily l'aveva guardato, durante il pranzo; l'aveva quasi studiato, ma non era riuscita affatto ad inquadrarlo, quel giorno. Aveva notato come il signor Piton sembrasse – e fosse – un uomo costantemente sulle sue, ma sospettava che vi fosse molto di più, dietro quella sua costante espressione burbera. Semplicemente era un libro chiuso, pensava Lily, di cui lui lasciava intravedere soltanto la copertina. Rigida, oltretutto.
Eppure, nonostante i suoi ragionamenti, Lily non sapeva perché si fosse messa a seguire l'uomo. Era stata una cosa dettata dall'istinto, senza alcun dubbio, e che probabilmente sarebbe finita di lì a pochi minuti. Era una di quelle cose fatte tanto per farle, solo per togliersi una stupida soddisfazione, probabilmente.
Lily accelerò leggermente il passo, però, quando Piton svoltò dietro un angolo, e anche lei girò l'angolo, allora, ma non fece in tempo né a scansarsi, né a fermarsi, né a fare qualsiasi altra cosa, che si ritrovò con i naso schiacciato contro qualcosa. O meglio: qualcuno. Infatti Lily alzò lo sguardo, rendendosi così conto, con una nota di sgomento (o forse di imbarazzo) di essere finita proprio contro Severus Piton.
Merda.
Era ovvio che lui si fosse accorto di essere seguito, a quel punto.
"Oh, buonasera, signor Piton." disse però Lily, con tono neutrale, massaggiandosi leggermente il naso.
Piton, per il momento, si limitò ad inarcare un sopracciglio.
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Punto di non ritorno
FanficHarry Potter sta camminando per le vie di Londra, intento a tornare a casa, quando, improvvisamente, vede un uomo dall'aria piuttosto familiare camminare non troppo distante da lui. Non si sarebbe neanche sorpreso più di tanto, non fosse stato che q...