"Arrivo!" urlai dalla mia camera mentre saltellavo per il corridoio alla ricerca disperata di indossare i pantaloni. Quando sentii suonare per l'ennesima volta imprecai tra me e me, sospirando appena. "Ho detto che sto arrivando!" sbraitai quindi, guardando la bambina sul divano che rideva divertita mentre mi guardava. Beh, almeno lei si divertiva.
Dopo aver infilato una maglietta a caso in fretta e furia aprii la porta, ritrovandomi davanti uno schianto di ragazza. Aveva gli occhi marroni fissi su di me e mi guardava confusa, evidentemente non capendo la mia espressione imbambolata. Mi capitava spesso davanti ad una bella ragazza. Sfoggiai quindi uno dei miei migliori sorrisi e feci per parlare ma, una piccola vocina e dei passi saltellanti interruppero la mia affermazione d'abbordaggio. "Tia Klara!" urlò la bambina, abbracciando la donna davanti a sé. "Ciao piccola. Ciao Tomlinson." disse dapprima dolce, poi ironica nel pronunciare il mio cognome. Come faceva a conoscermi? Semplice, dopo una lunga occhiata attenta capì che quella era Klara Clark. Ma cavolo, davvero quella tipa era Klara Clark? Rimasi scioccato perché l'ultima volta che l'avevo vista non era bella ed era molto ma molto odiosa. Invece in quel momento davanti avevo una delle più belle ragazze mai viste in vita mia. "Non sei cambiato di una virgola." disse quindi divertita, entrando in casa senza permesso e dandomi per giunta una piccola spintarella, cosa che mi fece sbuffare. "Neanche tu." dissi poco soddisfatto mentre chiudevo la porta, riconoscendo in quel gesto il suo insopportabile carattere che me la faceva odiare tanto alle superiori."E così tu sei rimasta con lei fino alla fine..." sussurrai con in mano la mia tazza di caffè, che guardavo intensamente da più di due minuti. "Si, al contrario di qualcuno..." disse poi, esplicitamente irritata. Inutile dire che il suo commento non fu affatto di mio gradimento. "Non sapevo che stesse passando tutto questo Clark, la nostra rottura è stata decisa da lei. Io l'amavo, ma ero ancora piccolo per poter rimanere a vivere con lei da solo e non potevo lasciare mia madre partire con tutte le mie sorelline. E poi, mi sarei preso le mie responsabilità se non avesse smesso di rispondermi e se non mi avesse bloccato." affermai quindi, con le sopracciglia aggrottate. Vidi i suoi occhi guardarmi con disprezzo. "Aveva le sue ragioni." affermò quindi.
La mamma di Andrea era una ragazza meravigliosa. Era la prima e ultima ragazza che avevo mai amato, ma il destino purtroppo ci riservava due strade separate. Se avessi saputo che avrebbe sofferto così tanto poi, avrei fatto di tutto per non andarmene. Non era colpa mia, in quella situazione mi sentivo davvero la vittima, anche se ora so e mi accorgo che non ero io la creatura sopraffatta dalla situazione, ma mia figlia.
Io e Victoria ci eravamo conosciuti da piccoli, a otto anni. Ricordo ancora che aveva un completo da maschiaccio e una splendida treccia bionda e stava giocando con Klara che, al contrario, era conciata come una bambola. Ai tempi tutti volevano regalare fiori a Klara a San Valentino, ma io non ci andavo d'accordo. Affatto. Era prepotente e viziata. Io e Klara continuammo ad odiarci mentre con Victoria piano nacque l'amore e finì nel modo che tutti sanno: io mi trasferii e lei mi lasciò. Mai mi sarei aspettato tutto questo.
"Louis, mi senti?" mi disse Klara, facendomi riprendere dai pensieri che mi occupavano la testa. Stavo pensando a Victoria e alla nostra storia. "No." risposi quindi arrogante, ricevendo un calcio sullo stinco da parte sue. E la guardai soddisfatto quando la vidi gemere di dolore dato che aveva messo male il piede e, facendo calcio da tanti anni, avevo abbastanza muscoli da rendere il mio stinco duro. "Stupida." dissi quindi, bevendo il mio caffè. "Si come vuoi. So che hai una stanza degli ospiti. Per favore portaci la mia valigia, sono stanca vado a dormire." disse, lasciando la stanza. Annuii appena alle sue parole per poi sputare tutto il caffè sul tavolo. "Valigia?!" quasi urlai, voltandoni verso la porta. La vidi sbucare con la testa nella stanza con un sorriso soddisfatto in volto. "Oh, non penserai mica che ti lascio da solo con la bambina vero?" disse ironica, per poi uscire dalla stanza definitivamente. Mi portai le mani tra i capelli. "No, ovviamente." sbuffai irritato, alzandomi e avviandomi verso l'uscita mentre sentivo Andrea e Klara parlare. Mi toccava anche fargli da facchino a quell'imbucata.Penso che questo sia un capitolo di passaggio. È corto e forse un po' noioso ma anche abbastanza fondamentale per l'aggiunta del personaggio femminile principale (almeno adulto). Scusate se ci ho messo tanto, ma proprio non trovavo tempo per fare il capitolo, tanto che ho dovuto riscriverlo :(.
Al prossimo capitolo (non penso ci saranno molti altri angoli autrice)
STAI LEGGENDO
«Dad?»
FanfictionLa storia di un aspirante calciatore, stimato da tutti i suoi coetanei per la sua popolarità. Tutti lo vogliono avere come amico e le ragazze cadono ai suoi piedi. Lui non è il classico puttanaiere senza cuore, non gli piace fare il duro ma di sicur...