Un quarto d'ora dopo, Sherlock e John stavano pranzando in un ristorantino poco lontano dalla Beacon Hills High School, seduti uno di fianco all'altro, davanti ad un'enorme vetrata che dava sulla strada.
«Quindi... Secondo te quei due ragazzi sanno qualcosa riguardo all'omicidio?» fece John, ingoiando un boccone di carne.
«Non è ovvio?» rispose Sherlock, il quale come al solito non aveva ancora toccato cibo. «Anche una persona comune e con un quoziente intellettivo medio, quale sei tu, riuscirebbe a capire che c'è qualcosa nel comportamento di quei due ragazzi che fa pensare ad un loro coinvolgimento nell'omicidio.»
«Più che altro mi sembravano spaventati...» obiettò John, osservando con sguardo pensieroso i passanti, i quali conducevano ignari le loro vite aldilà della vetrata del ristorante.
«preoccupati, è il termine giusto, John.» rispose con calma Sherlock, seguendo il suo sguardo.
Restarono in silenzio per un po', finché John non riprese:«Io non credo che abbiano fatto nulla di male.»
«Oh andiamo, John-»
«Stammi a sentire, Sherlock.» lo interruppe il dottore, guardandolo seriamente e con i gomiti appoggiati sul tavolo, le mani congiunte davanti a lui. «Prima di giungere a conclusioni affrettate, vediamo di analizzare il caso per un altro po' di tempo, sì? Siamo qui da meno di ventiquattr'ore. Abbiamo trovato un cadavere. Tu lo hai analizzato nel tuo solito modo "Sherlockiano" e-»«Sherlockiano? Questa mi è nuova!»
«Sìsì, non interrompermi per favore. Come stavo dicendo, siamo qui da pochissimo tempo e tu credi di aver già trovato dei sospettati. Va benissimo. Ma cerchiamo di fare un passo alla volta, d'accordo?»
Sherlock rimase in silenzio per un po', guardando John dritto negli occhi; la determinazione di quell'uomo non faceva altro che sorprenderlo.
Alla fine, dopo una lunga gara di sguardi, Sherlock sospirò.
«Va bene. Analizzeremo con più calma il caso, se è questo che vuoi. Per ora i principali sospettati sono: Stiles Stilinski e il suo amico Scott, insieme allo Sceriffo.»«Lo Sceriffo?!» fece John, sorpreso.
Sherlock annuì: «O è semplicemente incapace di risolvere gli omicidi, oppure ne è lui stesso l'autore. Ma ne dubito. Vedremo con il tempo»
«Già, forse sarà meglio.» fece John, pulendosi la bocca con un tovagliolo.
Sherlock lo fissò a lungo, e John si ritrovò molto preso incatenato sul posto da quegli occhi dal colore indecifrabile, riflessi nei suoi. La loro profondità lo sconvolgeva, parevano senza fondo.
Ad interrompere quello strano legame - che sembrava averli inchiodati al pavimento come un filo invisibile - fu il cameriere.
«Ecco a voi, signori. Il conto.»
Dopo aver udito la voce dell'uomo John si riscosse, scuotendo la testa. Dopodiché si schiarì la gola, prendendo tra le mani il portafogli; fece per aprirlo, quando una mano dalle dita affusolate si posò sulla sua, facendogli sbarrare gli occhi.
«Pago io.» fece Sherlock con la sua voce bassa e profonda, porgendo il denaro al cameriere e ritirando in fretta la sua mano.
John non era stato in grado di opporsi, sconvolto com'era dal gesto dell'amico.
Certo, era una comune stretta, un gesto istintivo...
Non c'era nulla di male, diavolo!
Decise di non pensarci. Forse si stava solamente suggestionando.Sherlock, dal canto suo, non sembrava essersi accorto di nulla; si alzò, sistemandosi il giaccone di pelle e guardando fuori dalla vetrata con aria pensierosa.
«Che ne dici di fare un giro, Mh?»
***
Intanto, a molti kilometri di distanza dal ristorante in cui risiedevano John Watson e Sherlock Holmes, si trovava una casa apparentemente abbandonata e circondata da alberi. Le sue mura erano devastate e gli assi decadenti. A malapena sembrava reggersi in piedi.
Ma, nonostante fosse apparentemente disabitata, delle voci si riuscivano ad udire dall'interno e rimbombavano tra le mura sporche e malridotte.
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Detectives in Beacon Hills
Fiksi PenggemarSherlock è annoiato. Incredibilmente annoiato. E tutti - John Watson per primo - sanno che può diventare davvero intrattabile, senza un caso da risolvere. In una fredda mattinata di novembre però, qualcosa sembra attirare l'attenzione dello geniale...