Fui odiosamente svegliata da rumori insopportabili di lamenti e piagnistei da parte di una donna. Aprii gli occhi per vedere la sottoscritta impazzire davanti alla porta, la quale cercava di essere calmata da un medico che non potevo vedere, nascosto dalla parete, ma non riusciva nelle sue intenzioni. La donna continuava a sbraitare tra le lacrime nere di mascara sulle sue guance.
Osservai l'abbigliamento piuttosto appariscente di lei. Aveva un corpetto rosso che le portava il seno fin sotto il mento da quanto era stretto, una delicata giacchetta bianca di seta sulle spalle, una gonna molto attillata fino alle ginocchia e tacchi non vertiginosi, ma quasi. Indumenti adatti all'ambiente in cui si trovava, insomma.
Mi alzai dal letto sbuffando in continuazione per il modo fastidioso in cui ero stata svegliata, mi avvicinai a lei strisciando le ciabatte morbide sul pavimento e la guardai appoggiandomi al muro vicino alla porta.
"Cosa sta succedendo?" Domandai irritata, incrociando le braccia al petto.
La donna dai voluminosi capelli rossi, si voltò di scatto verso di me, mostrando la maschera di trucco che prima mi era nascosta, essendo di profilo, un po' coperta da ciuffi rossastri.Spalancai gli occhi quasi spaventata alla vista della sua faccia, e alla mia azione chiaramente visibile corrispose una reazione dall'altra parte del muro, una risata maschile, ma non guardai da chi proveniva, altrimenti avrei riso anche io. Ogni tanto mi piaceva essere, più o meno, educata.
Mi voltai e guardai i letti davanti al mio, uno vuoto e l'altro con il buon vecchio Joseph, ancora nel mondo dei sogni. Purtroppo Devine il traditore non ero riuscita a risparmiarlo, che dispiacere.
Ripensando a lui, capii immediatamente chi era l'estenuante donna davanti ai miei occhi: Alessandra. La vidi quando spiai la mente dell'uomo, perciò potevo immaginare il motivo delle sue lacrime, anche se non era un motivo valido, quello era un verme privo di umanità.
Io non ho umanità ma almeno non fingo di amare qualcuno come lui aveva fatto con sua moglie, usata per i suoi piaceri.
Non meritava le lacrime di nessuno."Lui, lui, è morto! Non sapete neanche darmi una motivazione! Non sapete neanche perché!" Continuò con i suoi odiosi lamenti lei, guardando prima me e poi il medico che le stava di fronte, gesticolando così nervosamente da innervosire anche me, ulteriormente.
"È inammissibile." Pronunciò dopo, andandosene tra il rumore dei tacchi e gli sguardi delle persone che finora si erano sorbite i piagnistei più odiosi mai sentiti. Di prima mattina, poi.
"Finalmente." Disse la voce maschile, presentandosi davanti a me "stavo per impazzire." Sbuffò.
Lo degnai di una leggera risatina mentre mi voltai per tornare sul mio letto, ma non feci in tempo a buttarmici su goffamente che me lo ritrovai proprio accanto alla sponda.
Rimasi un attimo imbambolata davanti a quel ragazzo perché non mi aspettavo di vedere qualcuno più o meno carino dietro quella voce che aveva tentato di parlarmi prima.
"Davvero non hai sentito niente? Aveva del sangue addosso, non è possibile che sia morto nel più assoluto silenzio. Posso capire Joseph, ma tu..." Mi guardò insospettito, accennando un sorriso non appena nominò il vecchio addormentato.
"Piacere di conoscerti." Dissi ignorandolo e sdraiandomi al lato opposto al suo.
"Oh, andiamo. È il mio caso, non mi darò pace finché non riuscirò a capire cosa sia successo a quell'uomo! Dammi una mano, so che puoi." Si lamentò, facendo il giro del materasso per trovarsi di nuovo faccia a faccia con me.
Il colore dei suoi occhi era davvero bello, forse le iridi verdi più belle che avessi mai visto.
"Il tuo caso? Non sei un po' troppo giovane per fare il medico?" Domandai, sorridendo. Mi divertiva il modo in cui mi stava pregando di dirgli come avevo ucciso il suo paziente.
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Inhuman
FanfictionAnnabel è un vampiro senza sentimenti, particolarmente crudele, che uccide qualsiasi persona le capiti davanti, non le importa di niente. Un giorno però conoscerà un medico che cambierà molte cose nella sua esistenza, la aiuterà a conoscere la stori...