Friday night bites

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"Buongiorno Joseph, dormito bene? Oggi c'è la solita routine di controlli, ricordi?" Disse in modo carino, troppo carino, l'infermiera mentre aiutava l'anziano ad alzarsi dal letto.

Essendomi ormai svegliata anche io, decisi di alzarmi per stiracchiarmi i muscoli e prendere un po' d'aria fuori, così una volta in piedi mi affacciai alla finestra per vedere che giornata fosse, dopodiché mi voltai per scendere al piano di sotto, dove si trovava un piccolo terrazzo.

Voltandomi però, finii addosso ad una persona, sbattendo il naso sulla sua spalla molto forte.
"Cazzo." Pronunciai scocciata, mettendomi una mano davanti al viso.

"Insomma, il nostro rapporto 'medico - paziente' non è decisamente il migliore che abbia mai avuto." Disse con tono ironico, Harry, sbuffando dopo qualche secondo.

"Non ti avevo visto." Lo informai, sbuffando insieme a lui.

Lo vidi voltarsi e raggiungere il suo paziente sulla sedia a rotelle per portarlo a fare i suoi esami, senza darmi una risposta, o degnarmi di una minima considerazione.

Non appena uscì feci spallucce e mi misi le mie pantofole a quadri per uscire.
Il vampirismo faceva provare le emozioni amplificate, ogni cosa che sentivo, la provavo il doppio degli altri. Non sono solita a provare emozioni, se non la rabbia, e quel ragazzo, medico, Harry, mi stava davvero irritando. Rendeva nera ogni giornata solo facendosi vedere; ma come mi sono ormai detta, devo provare a farmi perdonare. Forse.

Non appena misi piede fuori dalla stanza in cui stavo, sentii arrivare un dei medici a corsa, con un lettino al passo e un paziente sopra di esso.
Mi passò davanti, era una ragazza, forse aveva avuto un incidente. La sua faccia e il suo braccio destro erano ricoperti di graffi e ferite che buttavano sangue. Sentii la mia fame crescere così tanto all'improvviso per quell'odore che mi fece impazzire, impazzii così tanto che dovetti chiudermi di nuovo nella stanza per evitare di dare spettacolo e uccidere quella ragazza davanti a così tante persone.

Dovetti rinunciare alla mia mattinata in terrazza, la mia fame era incontrollabile al momento, non me la sentivo di uscire, non ora che così tante persone giravano per il piano.

Iniziai a pensare che forse l'ospedale non era più una buona idea, resistere qui dentro diventava sempre più difficile.
Feci qualche respiro profondo e andai a coricarmi a letto.

Potevo sentire il mio corpo che forzava per trasformarsi, mentre io respingevo quella forza. Non potevo assolutamente rischiare, ho passato la vita a far perdere tracce di me, non posso mandare all'aria tutto adesso.

Continuavo a fare respiri profondi, sdraiata sul mio letto, spingevo la testa sul cuscino, stringevo le lenzuola. Cercavo di fissare i miei pensieri su altro, ma non riuscivo a non pensare alla fame. Credevo di essermi nutrita abbastanza per sopportare questo, ma non era così.

D'un tratto arrivò la distrazione, e non potei esserne più felice.
La porta della stanza si aprì e fece il suo ingresso l'anziano sulla sedia a rotelle, accompagnato da una giovane infermiera, la solita di prima.

"Com'è andata, Joseph?" Domandai all'uomo per distrarmi ancora, e fare due chiacchiere. Mi stavo annoiando a morte.

"Bene, proprio come te." Pronunciò seccamente Harry, facendo il suo ingresso qualche secondo dopo e sentendo la mia domanda.
Si avvicinò al mio letto iniziando a togliere le cartelle con le informazioni su cosa avevo avuto.

"Cosa? Cosa stai facendo?" Gli chiesi confusa, alzandomi dal materasso.

"Mi hanno detto di dimetterti, stai bene." Rispose, ancora freddamente, dopodiché si allontanò verso Joseph.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 14, 2016 ⏰

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