Hope Stevens stava camminando per la sua casa a Venice, in cerca di qualcosa da fare.
Si stava dirigendo verso il garage, sperando di trovare qualcosa da pulire o fotografare con la Polaroid.
Accese la luce del garage, sentendo l'odore di vecchio e di vissuto che le inebriavano i sensi.
C'erano degli scaffali in legno, pieni di strumenti da falegname o di oggetti da ricambio per moto, probabilmente.
Si chiese dov'era la moto e fece scorrere lo sguardo su tutta la stanza, fermandosi su di un telo grigio, ricoperto di polvere, che nascondeva chissà da quanto tempo il bottino.
Hope sfilò il telo, tossendo quando la polvere si alzò. I suoi occhi si posarono su una vera meraviglia: una Harley Davidson vecchio stile, premiava quel garage della sua presenza.
La ragazza sapeva andare in moto, gironzolava giorni interi per l'Elba col suo scooter, senza meta.
Le chiavi erano ancora inserite, come se aspettassero di ripartire prima o poi.
Hope premette un pulsante e la saracinesca bianca del garage si alzò, lasciando che i raggi del sole facessero risplendere la moto. Provò a vedere se la vecchietta ripartiva, montandoci sopra e sentendosi catapultata in un'altra epoca.
Il ringhio del motore sembrava dire "noi vecchi congegni ci mettiamo un po' a partire, ma funzioniamo ancora."
Hope indossò una giacca di pelle piena di spille e allacciò sotto il collo la cinghia del casco, si mise gli occhiali che c'erano sul casco, prese la sua borsa, mise dentro Nikon e Polaroid, usò il telecomando per aprire il cancello, e uscì.
Mentre slittava tra le auto, gli anziani che passavano o i genitori che portavano i figli in giro, indicavano la moto, contenti e stupiti di rivedere dopo anni, la moto che un tempo loro guidavano o osservavano per le strade.
Il vento cercava di rallentare la moto che sembrava sfidarlo.
Guardò l'orologio e vide che era in ritardo di due minuti per l'appuntamento con Robert.
Si diresse a tutta birra verso il chiosco e parcheggiò lì vicino, vedendo l'attore avvicinarsi a lei che si stava togliendo il casco.
"Quasi, quasi non ti accuso di essere in ritardo."
Disse lui, fissando la moto e poi Hope.
"Beh, non volevi assaggiare il caffè italiano? Monta in sella."
Hope sentì lui che si metteva dietro, sentendo un senso di inquietudine crescere dentro di lei, senza sapere il perché.
"Non ti eccitare se ti abbraccerò per non cadere durante il tragitto."
Ammiccò, lasciando Hope scandalizzata.
"Se non stai zitto ti faccio andare a piedi."
Rispose lei, sentendo il petto di Robert che sfiorava la sua schiena e le sue grandi mani posarsi sui suoi fianchi, mentre brividi percorsero il suo corpo quando sentì il suo respiro vicino al collo.
Rimise il casco e si diresse verso casa, cercando di non sbilanciarsi quando lui stringeva la sua vita con le braccia e appoggiava la fronte sulla sua schiena per la troppa velocità.
Si fermò nel garage, con Robert che stringeva la sua vita fino a farle male e teneva la testa sulla sua schiena.
"Downey, staccati che non mi fai respirare, fifone!"
Lui si staccò e scese dalla moto, cercando di riprendersi dalla corsa.
Hope stranamente si sentiva bene in sua compagnia, la timidezza andava a farsi un giro quando parlava con lui.
Sarà il suo infondere sicurezza e simpatia? Oppure il fatto di essere il suo idolo e la felicità di avercelo in casa la faceva diventare così chiacchierona? Non lo sapeva, sperava solo che la vita fosse un pochino più giusta nei suoi confronti.
Hope lo raggiunse, vedendo che era piegato in due.
"Guidi come se avessi un pilota di formula uno alle calcagna!"
Disse lui, guardandola dall'alto. Non era molto alto, anzi, ma più di Hope sì e vide un pizzico di timore attraversare i suoi occhi chiari quando si mise di fronte a lui.
"S-scusami, non volevo."
Ah, signora timidezza, che birichina. Ecco dov'era finita, aspettava il momento giusto per attaccare Hope.
Abbassò lo sguardo, incapace di sostenere quello dei due occhioni che la fissavano.
"Non mi sono arrabbiato con te, è che era da tanto che non andavo così veloce."
Hope sollevò lo sguardo e mischiò il ghiaccio dei suoi occhi con la terra degli occhi di Robert.
Lui le sorrise e si avvicinò piano, mettendo un braccio attorno alle spalle di lei.
"Come è andata con Susan?"
Chiese titubante, sperando di non sembrare invasiva.
"Mi ha ferito quello che ha fatto, undici anni di matrimonio buttati via. Le ho chiesto il divorzio e lei era dello stesso parere, mi ha chiesto di restare amici e io ho accettato. Ed eccomi qui, di nuovo single in cerca di avventure."
Intanto Hope gli stava mostrando la casa, cercando di non badare al peso del suo braccio sulle sue piccole spalle.
"Exton rimarrà con me, non voglio che stia con una madre che lo ha tradito. Mi batterò come una bestia se dovessimo finire in tribunale, bisogna trovare il giusto avvocato."
"Il miglior avvocato che conosco è Hank Palmer."
Rispose lei, facendo ridere Robert.
Fece sedere lui su una sedia che stava dietro il bancone della cucina, come una sorta di bar.
Preparò un caffè tutto italiano, come nonna le aveva insegnato, fece la 'muntagnella'.
"Ecco qua, il caffè migliore del mondo."
Consegnò la tazzina fumante a Robert che bevve, leccandosi le labbra e fissando la ragazza che aspettava il voto.
"È buonisffghg."
Farfugliò, cercando di non farsi sentire.
"Ripeti."
"È buonissimo!"
Un sorriso da "anvedi ch'er caffè italiano è più bono de quello americano" comparve sulle labbra di Hope che guardò trionfante la faccia di Robert.
"Però preferisco quello che fanno qua."
Ribatté lui, facendo l'offeso mentre incrociava le braccia al petto a girava il viso per non guardare lei.
"Sei impossibile Downey."
Sospirò, ridacchiando alla faccia di Robert che continuava a fare l'offeso.
"Vuoi venire a vedere la mia camera da letto?"
Hope si accorse subito che lui stava per ribattere con una sua battuta imbarazzante e lo bloccò.
"No! Taci Downey, non ribattere."
Lui rise e la seguì in camera da letto, ammirando le istantanee che erano appese ai fili.
"È da quattro giorni che sono qua e ho quasi finito lo spazio."
Disse Hope mentre Robert era perso nel vedere i luoghi che aveva fotografato.
"Questa è la migliore, mi chiedo chi sia questo gran pezzo d'uomo con cui ti sei fatta un selfie."
Indicò la foto che aveva fatto con lui e lo guardò a bocca aperta: era la modestia in persona quello!
"Ma quanto sei scemo! Adesso fila in punizione!"
Ribatté lei, guardandolo in modo severo.
"Scusa mamma."
Robert le si avvicinò e fece gli occhioni per farsi perdonare mentre Hope....quei due occhioni che già erano grandi di suo, diventarono ancora più grandi che fecero sciogliere lei, troppa tenerezza in quello sguardo.
"Ti perdono."
"Si! Funziona sempre."
Lei sbuffò e fece per accompagnarlo fuori casa, quando notò che lui stava fissando un campetto da basket che lei non sapeva di avere.
"Partita?"
Chiese Robert.
"Partita."
Rispose lei, correndo verso il campetto e recuperando un pallone da basket da uno scatolone.
Iniziò a palleggiare, vedendo Robert in posizione di difesa.
"Sei sicuro di voler giocare, vecchietto?"
Lo prese in giro, la timidezza adesso era davvero andata a prendersi un gelato.
"Uh, ti pentirai di avermi chiamato così."
Cercò di rubarle la palla che Hope teneva il più lontano possibile da lui.
Dopo aver lottato per il possesso palla, Robert riuscì a rubargliela e corse verso il canestro, tirando e segnando, rimanendo appeso al cerchio di metallo da cui era entrata la palla per poi atterrare in piedi.
"Stammi dietro, vecchietta."
Le fece la linguaccia, facendo ridere Hope.
Alla fine della partita, l'attore si dimostrò un vero talento per il basket e sconfisse la ragazza.
Hope riaccompagnò Robert a casa sua.
"Ti do il mio numero così ci sentiamo."
Gli disse lui, obbligandola a segnarselo sul suo cellulare.
Si mossero insieme per darsi un bacio sulla guancia, finendo ognuno con le labbra poggiate su quelle dell'altro.*aah sti baci sulla guancia che confusione che creano. Ma oh, non aspettate che vada tutto liscio eh, me chiamano Satana mica per niente. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.Il suo ciuffo mi ricorda qualcosa...ah! Il grancazzochevenefrega di sta foto! Ma dove ho la testa *va via camminando come Ethan Tremblay/Chase/Senonhaivistopartocolfolledevimoriretraleatrociagoniediunvermeintestinale.*
SCIAO GARI!!
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Remedy
Storie d'amoreHope Stevens è una ragazza che sta diventando donna. È schiva, timida e non dice mai cosa pensa. Crede in poche cose ma ci crede fino in fondo. Riuscirà una persona che Hope stima più di tutti a farla cambiare? Riuscirà a cancellare i valori sbagl...