Capitolo 4

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Io ed Eddy ormai stiamo uscendo da quasi un mese assieme. Andiamo sempre al parchetto del mio paese, abbiamo la nostra panchina. Il nostro posto speciale.
Passiamo le ore a fissarci negli occhi, in silenzio, persi l'uno nello sguardo dell'altro.
Giorno dopo giorno sento le farfalle nello stomaco, sorrido sempre; è diventato l'unica ragione per cui mi alzo la mattina nonostante non io ne abbia voglia. Continuo a pensare solo a lui, ogni mio argomento finisce su di lui. Non mi sono mai sentita così.
Io non riesco a fissarlo negli occhi per molto tempo; dopo un po' abbasso lo sguardo e divento rossa. Allora lui mi prende il viso con le sue grandi e calde mani.

Ale dai prova a sostenere il mio sguardo.
Ma non ne sono capace.
Provaci almeno.

Mi fermo, respiro profondamente e ci provo. Siamo a meno di venti centimetri di distanza. Dio se amo quegli occhi, il paradiso; marroni, così comuni ma allo stesso tempo così speciali per me.
I miei pensieri iniziano a vagare, "bacialo" mi urlano, non ne ho il coraggio; è impossibile che io gli piaccia, un disastro come me non può piacere a nessuno. Ma . Dio se voglio baciarlo. No Alessia, non fare stronzate. Abbasso lo sguardo, non riesco più a reggerlo. Le sue labbra, così carnose, ho voglia di assaggiarle, no non posso, devo trattenermi.

Torno alla realtà. Che mi sta succedendo? Vorrei rivivere tutto ma so che non accadrà mai. Mi asciugo una lacrima che riga la giancia. Comunque come stavo dicendo...

Qualche settimana dopo mi invita a casa sua a pranzare. I suoi non ci sono, hanno un negozio, fanno i parrucchieri. Arrivo a casa sua ed è grandissima. Quando entro sento un profumino, carbonara, il mio piatto preferito.
Dopo aver mangiato ci mettiamo sul divano a guardare un film ma non appena i nostri sguardi si incrociano ci blocchiamo entrambi, troppo presi uno dall'altro per seguire il film. Due minuti. Due interminabili minuti. Poi si avvicina e mi bacia, è più di un mese che stavo aspettando questo momento. Il film va avanti, nessuno dei due lo considera. Brivi per la schiena. Dita intrecciate. Il primo bacio.

Devo andare e ritorno alla vita quotidiana. Ora non è solo una lacrima, ma due, tre, quattro, rigano tutte le mie guance verticalmente l, cerco di fermarle, è inutile.
Corro in bagno. La scatolina mi aspetta, ma sta volta non basta. Cassetto delle medicine, ne prendo una, due, tre, ..., dieci, undici... Ora tutto sembra più bello, mi sento leggera. Mi sento libera, nessun pensiero nessun dolore.

~3/6/99-1/1/17~

Ci sono giorni perfetti per essere feliciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora