Disagi in Catalonia (Parte Prima)

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[Nota essenziale: stendete un velo pietoso sulla canzone, por favor. L'ho messa soltanto perché i catalani ne vanno matti, e questo dice già tutto ajajajajaj.]


Non avete idea di quanto mi faccia piacere sentirvi di nuovo ed essere ancora viva per raccontare tutto quello che mi è accaduto in questi travagliati cinque giorni e mezzo! :'D

Ho visitato soltanto Barcellona, ma credo sia stata la vacanza più sfibrante di tutta la mia vita (e mentre vi scrivo questo sappiate che ho i piedi immersi in due litri di acqua salata per farli sbollire, perché vi giuro che ora come ora mi sento reduce da una spedizione di Messner tanto mi fanno male...).

Ma bando alle ciance, hombres! 

Adesso cercherò di elencarvi brevemente la mia esperienza in questa terra ostile...


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1. Musica all'ultimo grido.

Appena io e le mie amiche siamo atterrate a Barcellona, abbiamo preso subito il treno per raggiungere il centro. Una cosa normale, giusto? NO! Se non fossimo salite su quel maledetto vagone, ci saremmo risparmiate un infarto con conseguente tachicardia.

Spiego meglio: quando ci siamo accomodate, un vecchio con una grande custodia di cuoio appesa alla schiena è salito a bordo e si è avvicinato al centro del vagone. Ha rivolto un paio di parole ad un ragazzo che aveva preso l'aereo con noi, dicendogli che andava tutto bene e che ora si sarebbe sistemato tutto. Noi inizialmente non ci abbiamo fatto troppo caso, ma quando il vecchio ha afferrato la custodia e l'ha aperta... MIO DIO, tutti i passeggeri si sono zittiti all'istante. Aveva un fucile, ne eravamo sicuri, e lo stava per puntare verso di noi. 

C'è stato un momento... un momento eterno in cui ho proprio smesso di respirare e forse anche di guardare. Ho visto la mia breve esistenza scorrermi davanti agli occhi. Ho pregato duecentodieci santi in un millesimo di secondo. Non ho avuto nemmeno la forza di aprire la bocca e mettermi ad urlare. E la cosa che più mi dava fastidio è che avevo appena finito di scherzarci su con le mie amiche, capite? "Ma chi vuoi che ci uccida? I terroristi nemmeno se la cagano, la Spagna! E poi io morirò a 63 anni, non è ancora arrivata la mia ora!" 

Certo. Come no. 

In ogni caso, quando il vecchio ha finito di aprire la custodia, ha estratto un saxofono e ha iniziato tutto serafico a suonare, l'intero treno è scoppiato a ridere dal sollievo. 



2. Figure di merda assortite.

Come al solito, già il primo giorno ho dato il meglio di me.

- Dato che il nostro """"""albergo"""""" occupava il quarto piano di un appartamento, ho cominciato a fare le scale cantando a squarciagola dei motti in spagnolo capaci di darmi la carica giusta. Il problema è che quando sono arrivata in cima, sono praticamente inciampata di fronte alla reception urlando: RECONQUISTAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA! MATAMOROOOOSSSS! Per scoprire subito dopo che il gestore era un pachistano di mezz'età che evidentemente conosceva la Storia.

- Ho vagato per la città cercando di indovinare i personaggi storici di ogni monumento degno di nota, ma dato che non portavo le lenti ho fatto... un po' di confusione ahahahahahah. In particolare, mi sono messa a correre per la piazza principale (ovviamente inquietando la sorveglianza) verso una coppia di statue che mi parevano Isabella e Ferdinando. Salvo poi notare che entrambi avevano la barba, e che erano i santi protettori di Barcellona (di cui mi son già scordata i nomi ahahahah).

- Entrando in un narghilè pub in piena periferia, sono di nuovo inciampata e sono caduta dritta distesa sul pavimento in stile monaco prostrato, fra l'ilarità dei camerieri.

- Camminando per La Rambla, il lunghissimo (è poco più di un chilometro, ma vi assicuro che stanca lo stesso) viale cittadino, mi sono caduti in testa a più riprese quei cosi luminosi che i vucumprà fanno volare in cielo.

- Mi sono seduta un attimo all'ombra per finire di guardare un video su youtube sulla corrida. Dopo cinque minuti, mi sono resa conto di sentirmi osservata, e mi sono girata. Mi ero seduta proprio di fronte al banco della petizione per l'abolizione della corrida, e i manifestanti (fra l'altro tutti dipinti di rosso, quindi immaginatevi che spavento) mi stavano fissando ad occhi sgranati. Sono riuscita a scappare via prima di finire linciata.



3. Esperimento sociale.

Ebbene sì, mi son fatta stampare la mia maglia personalizzata in onore del mio inquisitore preferito ajajajajajajajaja (e per fortuna che il commesso ha preferito non fare domande)

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Ebbene sì, mi son fatta stampare la mia maglia personalizzata in onore del mio inquisitore preferito ajajajajajajajaja (e per fortuna che il commesso ha preferito non fare domande). Il secondo giorno, sfidando i trentasette gradi di Barcellona, l'ho indossata e ho girato così fino alle due di notte. 

Ecco come hanno reagito le persone che ho incontrato:

- Il 40% mi ha sorriso vedendo la maglia, ma ha smesso di farlo quando mi sono girata. E ciò significa che Torquemada è più famoso di quello che pensavo.

- Il 30% mi ha sorriso vedendo la maglia, ed è scoppiato a ridere quando mi sono girata. E ciò significa che probabilmente viviamo circondati da membri dell'Inquisizione in incognito.

- Il 20% si è limitato ad indicarmi stile criminale.

- Il 6% mi si è rivolto in prima persona (vedi "Reazioni memorabili").

- Il 4% non ha reagito.


Reazioni memorabili:

- Quando sono entrata nella Sagrada Familia e in una delle cattedrali minori di Barcellona, i sorveglianti mi hanno fermato chiedendomi di coprire la maglia o perlomeno il nome stampato.

- Un turista inglese mi ha indicato urlandomi "Inquisition! Inquisition!", ma non mi sono girata perché stavo attraversando la strada.

- Due ragazzi mi hanno indicato dal balcone di un settimo pianto gridando: "Puta alemana!". Ok che sembro una tedesca per via della pelle pallida e dei capelli biondi, ma puta anche no (solo io posso affibbiarmi questi simpatici nomignoli XD). Li ho insultati in requistano per cinque minuti buoni.

- Un vecchio catalano di nome Ramòn ha pedinato la mia amica facendole domande sulla mia maglia, fin quando non mi ha raggiunto e ha cominciato ad interrogarmi metà in spagnolo e metà in inglese. Mi ha detto che non conosceva il nome del mio giocatore, allora io gli ho risposto che era una lunga storia e ho approfittato per chiedergli cosa ne pensasse della Spagna. A quel punto Ramòn si è infervorato, e ha cominciato a sbraitare dicendo di non sentirsi affatto spagnolo e di amare solo la Catalogna. Gli ho risposto che io invece amavo Filippo II, e lui è scoppiato a ridere, dicendomi qualcosa tipo: "A pretty girl like you must think only about boyfriends and bailar on the beach, not about historìa and rey Felipe".  Io allora gli ho fatto notare che forse era proprio Felipe ad essere il mio boyfriend, ma Ramòn si era già allontanato per non attirare l'attenzione della sorveglianza. Strano uomo.


La mia vita è rovinataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora