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-Scherza vero?- Chiedo al preside. -No... Mi dispiace ma e' stato un errore della segreteria.- Ribatte scuotendo la testa.
-E non possono cambiarmi?- Dico nervosa agitando le braccia.
-No... Lei deve fare il primo anno, forse fra qualche mese potremmo anche cambiare ma per le prime settimane dovrà arrangiarsi- Dice facendomi innervosire ancora di più.
-Mi dice almeno con chi dovrò capitare?- Chiedo con tono ironico sedendomi sulla poltroncina rossa e togliendo le mani dalla cattedra.
-Cameron Dallas, diciannove anni, deve fare il terzo anno. Discreta reputazione qui alla NYU- Dice con nochalance e mi viene da tirargli un pugno.
-Grazie. Camera?-
-305-
-Grazie ancora- Dico fingendo di alzare il cappello e stringendomi nella mia felpa, raggiungo il dormitorio maschile.
Attraverso velocemente il corridoio "abbellito" da ragazzi a torso nudo o nudi completamente...
Entro nella 305 senza bussare (ho la chiave) e vedo un ragazzo bellissimo steso sul divano.
Ha un ciuffo marrone alzato e degli occhi verdi che scrutano attentamente la televisione. Il suo viso e' illuminato dalla luce della TV e sembra ancora più bello.
Mi schiarisco la voce e si gira spaventato verso di me.
-Chi saresti tu?- Chiede sgranando gli occhi.
-La tua coinquilina- Dico lasciando le valige per terra.
-Io cercavo un coinquilino- Ribatte nervoso.
-Ti accontenterai- Dico nervosa.
Non credo che andremo d'accordo.
-Ricorda che questa e' casa mia e fai quello che dico io- Dice prima di addentare una patatina e tornando a guardare la televisione.
Alzo un sopracciglio e accendo la luce. Mi avvicino al divano, prendo il telecomando e spengo la televisione.
Lui si gira verso di me con la bocca ancora piena.
-Dammi il telecomando- Dice alzandosi.
Deglutisco rumorosamente quando vedo che e' molto più alto di me, almeno di quindici centimetri.
Mi guarda negli occhi e fa un sorrisetto trionfante quando indebolisco la presa sul telecomando e riesce a prenderlo.
-Samantha- Dico porgendogli la mano cercando di sembrare il meno meschina possibile.
-Cameron- Dice ironicamente stringendomela.
-Cucini tu stasera- Dice quando prendo le valige e le porto in una camera libera. Alzo gli occhi al cielo ma preferisco cucinare io che magiare schifezze cucinate da un energumeno pieno di se'.
C'e' un letto singolo con delle coperte blu scuro, un cuscino bianco ricamato e degli scaffali di legno.
Poso le valige sul letto e comincio ad uscire i vestiti e ad ordinarli nell'armadio di ciliegio.
Appena finisco, prendo il mio accappatoio rosa e vado in bagno. Apro la porta, mi spoglio e dopo aver chiuso la porta a chiave, entro nel box doccia.
Mi lavo lentamente e poi esco sgocciolando sul tappeto.
Sgrano gli occhi vedendo la gaffe che ho fatto ma lascio perdere e metto l'accappatoio.
Mi lavo velocemente la faccia e i denti ed apro la porta per andare in camera mia.
Ci entro velocemente per non incontrare Cameron in corridoio e tolgo l'accappatoio prima di mettere l'intimo e una maglietta bianca lunga fino a metà coscia.
Metto un paio di calzini e vado verso la cucina.
-Ti vanno le uova fritte?- Urlo e in risposta ho un si' poco convinto.

-E' pronto!- Dico andando nel salotto e lo vedo abbuffarsi ancora di patatine.
Mi avvicino a lui e gliele strappo dalle mani ottenendo un vaffanculo sommesso dalle mie risate.
-Ma cazzo ridi?- Dice guardandomi male e smetto di ridere. Andiamo fino in cucina e cominciamo a mangiare in silenzio.
-Quanti anni hai?- Chiedo per fare conversazione visto che so quanti anni ha.
-Non ti importa- Dice prima di andare verso il frigo e prendere una bottiglia di coca. Io mi sono sforzata di andarci d'accordo, ma non ha funzionato.
Apre la bottiglia ma da genio che e' appena toglie il tappo esce fuori tutta la schiuma.
Ricopre tutte le uova e lo guardo malissimo.
-Hai rovinato le mie uova!- Urlo e lo rincorro per tutta la casa mentre la coca si espande per tutta la cucina.
-Vieni qui!- Urlo ancora ma non riesco a raggiungerlo perche' si chiude in bagno.
-Ora come mi prendi, bimba!- Urla da dietro la porta sghignazzando e tiro un calcio alla porta. Mi siedo con le spalle al muro e stendo le gambe.
Pian piano le palpebre si fanno più pesanti e mi addormento li'.








Coinquilini Per SbaglioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora