Capitolo 1 - Il risveglio

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Il cinguettio insistente degli uccelli svegliò la ragazza che, intontita dal lungo sonno, sbatte gli occhi infastidita da quel chiasso.

"Ma che c'è?" si lamentò con voce assonnata, gli occhi ancora chiusi celati dalle palpebre pesanti definiti da lunghe ciglia scure. Era distesa su un morbido letto, il lenzuolo a coprirle appena le gambe, faceva caldo lo poveva avvertire: la pelle sudata del collo le incollò i lunghi capelli biondi lasciati sciolti. Si mosse nel letto, ormai infastidita dal brusco risveglio. Affondò il viso nel cuscino prima di alzarsi, tenendo rigorosamente gli occhi, di nuovo, chiusi e posare poco dopo i piedi a terra. Si massaggiò il viso con le mani premendo i palmi sulle palpebre incollate. Sospirò schiarendosi un poco la voce, si alzò lentamente raggiungendo la finestra: le imposte erano aperte sul paesaggio che ogni mattina era solita ammirare.

Colline, colline e ancora colline. Colline verdi ricche di vigneti che di li a qualche mese avrebbero prodotto del buon vino, piante da frutto, campi in pendenza. Il paesaggio al quale era abituata, la sua casa. Il paesaggio che era perfino arrivata ad odiare.

La gente spesso l'invidiava per il luogo in cui abitava "E' bellissimo, sei fortunata a vivere li" le dicevano e lei, per rispetto, annuiva e sorrideva, ma nella sua mente "E' un maledetto posto del cazzo! Provaci a vivere nel nulla se ti piace...facciamo cambio?"

Ovviamente non l'aveva mai detto.

Prende un lungo respiro controllando la sveglia, le 11.30 del mattino. Fa una smorfia e si dirige in bagno, pochi minuti dopo è al piano di sotto, ancora in pigiama, a prepararsi un caffè mordendo un biscotto di quelli secchi che odia a morte, ma è l'unica cosa che ha trovato nella sua dispensa.

Mangia svogliatamente la sua colazione passandosi la mano ancora sugli occhi stanchi; ha come l'impressione che manchi qualcosa, ma non ne capisce il motivo. E' una mattina d'estate come tutte le altre, senza lavoro si alza tardi, gli studi sono finiti e non ricominceranno prima di qualche mese, abita in un posto isolato e sa solo che deve trovarsi qualcosa da fare per scampare fino a sera quando finalmente potrà ricoricarsi e annullare la mente fino al giorno successivo quando tutto sarebbe ricominciato esattamente uguale.

Lascia la tazzina nel lavandino e butta il tovagliolo sporco nel cestino dei rifiuti, risale al piano superiore per lavarsi i denti, si guarda alla specchio: è spettinata e ha due occhiaie profonde per via di un film che, fortunatamente, le ha fatto compagnia fino a notte fonda, uno dei pochi film che ancora non aveva visto, un film d'amore, ma allo stesso tempo intrigante ricco d'intrecci e complotti.

Tornando in camera guarda di nuovo l'ora: 12.20. Ora di pranzo, maha appena fatto colazione, non ha per nulla voglia di mangiare di nuovo. Sistema la stanza, rifà il letto, legge qualche pagina di un libro che molte volte ha lasciato abbandonato sul comodino. Legge due pagine e lo chiude, lo dimentica per giorni, ne legge altre due. Non è costante con la lettura e ne è consapevole. Non che non le piaccia, ma ha letto così tanti libri che ormai nessuno l'emoziona più o nessuno degli scrittori moderni è più all'altezza delle letture al quale è abituata.

Riguarda l'ora, le 13:45.

Ha la sensazione che manchi qualcosa. Ha la sensazione che manchi qualcuno. Si guarda attorno sospettosa. Posa il libro sulla poltrona nel quale si è accomodata, scende in cucina, i fornelli spenti, pulita come uno specchio. E' larga, un tavolo rettangolare ospita all'angolo della stanza una panca da sei posti e sui due lati liberi tre sedie. Il mobilio è interamente di legno scuro e il piano dilavoro è in marmo bianco, gli elettrodomestici spiccano lucidi e brillanti illuminati da un caldo raggio di sole: la macchina del caffè a capsule che ha usato poco prima, il tostapane, il frullatore e il microonde nero sopra il frigorifero bianco, ricoperto di calamite dei posti nel quale è stata in vacanza. A queste sono appesi dei biglietti con degli appunti: nickname e password per accedere adalcuni siti web, il codice del wi-fi, scadenze di pagamenti. Li guarda come se quelle cose le fossero quasi estranee eppure le ricorda.

Ruota su se stessa lasciando uno sguardo ai quadretti appesi alla parete, fiori secchi incorniciati, stampe di santi e beati, ricette stampate suparticolari carte pergamenate. Nulla d'insolito. Sopra questi quadretti una mensola con delle pentole antiche di rame. E il silenzio assoluto se non il vento avvertito solo dal frusciare delle foglie fuori dalla lunga finestra delle cucina.

Ore 14:00 indica la radio sulla mensola della finestra.

Accende la tv, preme il tasto rosso del telecomando e aspetta che compaia la scritta "samsung" prima di avvicinarsi all'ultimo cassetto della cucina ed estrarre la tovaglia di stoffa, solo quando si volta vede una cosa che la lascia inebetita.

La tv è eccesa, un canale di notizie e telegiornali come alsolito, sullo schermo lo studio è vuoto, illuminato dalle solite luci, il bancone di vetro, i fogli del presentatore posati su di esso, ma nessuno in tv. Attende qualche minuto prima di cambiare canale. I canali che è solita guardare sono oscurati e i canali di news si presentano tutti come il primo. Una brutta sensazione s'impossessa di lei, corre al piano superiore a recuperare il suo smartphone. Velocemente controlla whatsapp, nessun messaggio. Impossibile, sono le due del pomeriggio e sa benissimo che ci sono amici che le scrivono anche in piena notte, i gruppi non presentano aggiornamenti e le ultime connessioni delle sue amiche risalgono a due giorni prima.

All'ultimo messaggio inviato da lei.

Entra in facebook e anche quelli sono aggiornati a due giorni prima, cerca notizie su google, ma non ci sono aggiornamenti.

Scende, reinserisce la password del wi-fi, stacca e riattacca internet, manda dei messaggi, ma la spunta è sempre solo una"Inviato, ma non recapitato". Possiede un altro telefono,un vecchio modello che ha odiato, ma all'occorrenza le torna buono quando esce per fare una passeggiata nei boschi non volendo rovinare il più moderno smartphone pagato un occhio delle testa. Lo accende,inserisce il pin, entra in whatsapp e si auto invia un messaggio.

Il messaggio arriva. Non è il suo telefono a non funzionare. Prova a fare una chiamata, il numero suona a vuoto. Nessuno risponde.

"Che cazzo sta succedendo?" esclama spaventata.

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Salve! Grazie a chi è giunto fino a qui a leggere il primo capitolo di questa storia (tornerò presto con "Chiamatemi Hans"). Ho una domanda, conoscete il motivo per il quale wattpad una volta pubblicato il capitolo mi unisce alcune parole nel testo? L'ho già ricorretto due volte, quando salvo mi fa ancora quest'errore!!! Ci vediamo nel prossimo capitolo!


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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 03, 2016 ⏰

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