La mattina dopo Genevieve si sveglio a causa di alcuni rumori provenienti dal piano di sotto. Si guardò intorno: dalla finestra, quasi del tutto oscurata dalle tende, filtravano alcuni raggi di sole che davano un minimo d'illuminazione alla stanza. Un orologio, posizionato sulla parete dietro alla scrivania, segnava le sei e mezzo.
Decise di alzarsi e subito i segni della notte si fecero sentire. Il materasso su cui aveva dormito non era di certo comodo come quello al castello e il cuscino poteva essere tutto fuorché morbido. E una vecchia coperta che prudeva sulla pelle al posto di riscaldare non migliorava di certo la situazione.
Prima di dirigersi in cucina, decise di andare in bagno a cambiarsi.
Dopo essersi chiusa la porta dietro, si guardò allo specchio. I capelli ormai avevano perso la piega riccioluta fatta appositamente per il giorno prima. Delle occhiaie violacee mostravano i segni di una notte insonne e l'assenza del trucco portava alla luce qualche piccolo difetto del suo viso.Quando scese le scale, trovò Ethan davanti ai fornelli, mentre metteva sul fuoco una teiera. Sul tavolo aveva già sistemato dei toast e della marmellata.
Si sedette senza dire una parola, sapeva già che lui si era accorto della sua presenza. In più, non si rivolgevano parola dal suo rimprovero del giorno prima, non trovava motivo di salutarlo cordialmente.Circa un'ora dopo, Ethan finalmente parlò.
《Sto andando a lavoro, tu rimani qua. Ti conviene cucinare qualcosa se vuoi mangiare qualcosa di decente, tornerò piuttosto tardi. Trovati qualcosa da fare, ma non uscire da questa casa se non vuoi ritrovarti nei guai. E non sto scherzando, è pericoloso per persone come te.》
Genevieve non capì le ultime parole.
《'Persone come me' come?》
《 Ingenue.》
Dopo aver pronunciato quelle parole, si mise un giubbotto di pelle e uscì.Genevieve rimase turbata da quelle parole. Era la seconda volta in meno di ventiquattro ore che dimostrava di non andargli a genio, senza nemmeno aver ricevuto da parte sua un minimo di sforzo nel provare a conoscerla meglio.
Le parole di Ethan le rimbombarono nella testa.
Si affacciò da una finestra: non vi erano altre case nel raggio di centinaia di metri. Un piccolo gruppo di abitazioni si poteva scorgere in lontananza, ma non riusciva a capire quante e come fossero. Tutto il resto era terra incolta di proprietari troppo occupati per prendersi cura della vegetazione.Come poteva una terra tanto ampia quanto vuota essere pericolosa?
STAI LEGGENDO
Realistic Fairytale
Short StoryQuesta non è la solita fiaba, come quelle che ci raccontavano da piccoli, in cui la principessa è in pericolo e un bel principe, vestito d'azzurro e in groppa ad un cavallo bianco la salva. Questa non è nient'altro che una fiaba realistica, in cui...