ringraziamenti

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Se qualcuno due mesi fa mi avesse detto che un giorno sarei riuscita a completare una storia, probabilmente non gli avrei creduto.

Ho provato più e più volte a scrivere, ma lasciavo perdere dopo un paio di giorni. Eppure ad agosto sono riuscita a trovare una trama che mi attirasse e mi prendesse a tal punto da voler andare oltre i primi capitoli.

Questa è appunto la mia prima storia e so che ho ancora molto da imparare sul mondo della scrittura, ma ho deciso di provarci lo stesso...ed eccomi qui a scrivere i ringraziamenti.

So che molti di voi non staranno leggendo attentamente questo capitolo, ma ho deciso di dare alcune spiegazioni, specialmente sul finale.

Fin da piccola ho sempre amato le fiabe e lo testimoniano i numerosi libri di esse che ancora sono posti nella mia libreria. Verso aprile, quando in antologia a scuola abbiamo iniziato a studiare i loro particolari, mi è balzata in testa l'idea di creare una storia simile ad una fiaba.

Alcuni dettagli di esse però non mi sono mai piaciuti. Il fatto che, se la protagonista è una femmina, ha necessariamente bisogno di una figura maschile che la aiuti per esempio. È vero, Ethan ha aiutato diverse volte Genevieve, ma nel vero momento del bisogno, ovvero quando è stata rapita, si è salvata il culo (scusate l'espressione) da sola. So che questo aspetto nelle fiabe era dovuto alle mentalità del tempo in cui si svilupparono, ma questa storia è ambientata in una società molto simile alla nostra e volevo far capire alla gente che anche una ragazza può difendersi da sola.

Un altro aspetto che mi urtava molto era il fatto che i protagonisti si innamorassero sempre dei propri 'eroi'. Ho sempre pensato che per innamorarsi ci volesse tempo, mentre nelle fiabe i protagonisti finivano per perdersi uno negli occhi dell'altro in fin troppo poco tempo. So che anche questo elemento è frutto della mentalità di un tempo, in cui molto probabilmente i bambini a cui venivano raccontate queste storie finivano per sposarsi con qualcuno che non amavano. Per questo ho preso questa decisione, forse un po' troppo rude, di limitare il rapporto fra Ethan e Genevieve ad una semplice amicizia.

Il vero e proprio dettaglio che però mi ha sempre infastidito delle fiabe, invece, è il classico finale 'e vissero per sempre felici e contenti'. Ho sempre pensato che una storia, per quanto possa essere fantasiosa, ha sempre bisogno di qualche dettaglio che renda la sua fine indimenticabile, che lasci al lettore con un pizzico di amarezza, per far capire che anche in un mondo magico niente va sempre come si vuole.
Magari il modo in cui ho chiuso la storia può sembrare un po' duro agli occhi di chi ama i finali allegri ma, come ribadisce il titolo, questa è una fiaba realistica e aveva bisogno di un finale altrettanto simile alla realtà.

Magari molti di voi mi odieranno per il modo brusco con cui si è conclusa questa storia, ma vi sono immensamente grata di avermi dato il sostegno di continuarla.
Questa storia per me è come l'incarnazione di qualcosa che vorrei fare, di una situazione che vorrei attraversare, sapendo già che mi farà maturare e probabilmente mi cambierà in meglio. Il personaggio di Genevieve, infatti, è ispirato alla me stessa di qualche anno fa. Come lei, vivevo in un castello sulle nuvole, protetto e ben lontano dalla crudele realtà. e come lei, crescendo mi sono sentita come se qualcuno mi ci avesse buttato con l'inganno, chiudendo a chiave per sempre quel piccolo paradiso che una volta mi circondava.

Grazie di cuore a chiunque, anche una semplice lettura di un capitolo, mi abbia invogliato a continuare questa storia. Spero che ognuno di voi trovi la propria fiaba realistica.


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