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Tornato a casa con la sola voglia di riposare e pensare ai cambiamenti improvvisi che la mia vita stava subendo, mi imbattei in mia madre, una signora esile e minuta che con un gran cuore si curava del suo unico figlio, del suo nobile lavoro e della sua graziosa abitazione.

Vidi posare le sue mani affusolate sui fianchi poco accentuati e guardarmi con un'espressione delusa dipinta sul suo volto scarno e giovanile.

«dovrei metterti in punizione per non avermi risposto alle 34 chiamate e ai 67 messaggi che ti ho mandato... Ah, e per non essere tornato a casa dopo scuola. Spero solo che tu stia bene» si avvicinò a me e mi poggiò le mani sulle spalle.

Stavo bene, ma emotivamente non mi sentivo un granché.

«sto bene, ero andato a fare un giro, tutto qui» il suo sorriso sincero squarciò la tensione e subito mi sentii sollevato.

Dopo aver abbracciato mia madre mi allontanai percorrendo il piano di scale che accedeva alla mia camera; lì accesi il computer e cercai di fare una videochiamata con il mio migliore amico.

«Hey Louis! Novità?»
«si, sono un lupo mannaro» pronunciai tali parole con una calma che non apparteneva a me
«te lo dicev- Aspetta cosa?»
«sono un lupo mannaro» ripetei
«lupo mannaro? Quello con le zanne? Quello peloso? Quello che fino a tre ore fa negavi di essere? Interessante, credo che segnerò questa data sul calendario»

Roteai gli occhi al cielo e sbuffai, sulla mia scrivania iniziai a sbattere a ritmo le dita, solito tic che avevo quando diventavo nervoso.

«il fatto è che anche Ashton è un mutante»
«ora capisco i suoi sbalzi d'umore nei bagni, cercava solo di controllare la rabbia... Fallendo miseramente, mi sembra ovvio»

«non credo sia solo questo. Adesso ti devo lasciare, devo vedermi con lui e non sarà semplice uscire di casa con mia madre al piano di sotto»
«vedi di non abbandonare il tuo migliore amico per un lupo qualunque»

-

«io non mi so trasformare» blaterai seduto su un tronco caduto nel bosco. Davanti a me Ashton sembrava essere pronto ad insegnarmi le varie tecniche che aveva riservato per un futuro beta, che poi sarei diventato io.

Non mi erano ancora molto chiari i branchi che si formavano fra i lupi mannari ma secondo il riccio io appartenevo a quello dell'alfa che mi aveva morso.

Eppure di questo lupo non vi era neanche l'ombra.

«okay, non è difficile. Intanto devi riuscire a controllare i tuoi poteri. Ad esempio, riesci a sentire il rumore di questi passi?»
«quali passi?»
«chiudi gli occhi e concentrati»

Seguii il suo consiglio. Provai a serrare gli occhi e a non pensare, ma nulla sentivo tranne che il fastidioso frinio delle cicale.

«non riesco»
«richiudi gli occhi, devi concentrarti, non devi pensare a nient'altro se non al rumore che sta facendo questa persona camminando»

Chiusi per una seconda volta gli occhi, cercai di concentrarmi più di prima, quando all'improvviso mi parve di sentire delle scarpe strusciare sul terriccio del bosco del cimitero.

«sai a chi appartengono?»
«no» ammisi guardandolo, mi sembrava impossibile poter riconoscere una qualsiasi persona attraverso il rumore dei suoi passi
«è la mia professoressa di letteratura, la signora Rogers, viene al cimitero ogni pomeriggio a lasciare una rosa al marito deceduto qualche anno fa»

«come lo sai?»
«riconosco questo rumore, sarai in grado di farlo anche tu. Ti dò un ultimo consiglio: mantieni la calma. Soprattutto quando sei in pubblico. La rabbia potrebbe trasformarti»
«Liam mi fa arrabbiare ogni 10 minuti, eppure non mi sono ancora mai cresciuti gli artigli»

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