Le sentii ridere, ma dopo qualche secondo non sentii più volare una mosca. Forse avevo via libera. Mi alzai in piedi, con il dorso della mano tolsi le lacrime dal mio viso, anche se apparivo sempre un mostro. Aprii la porta e guardai a destra e sinistra. Via libera!
Quando pensavo che non ci fosse nessuno, Chanel mise una mano sul mio petto, spingendomi dentro il bagno. Oh, no.
"Bene, bene, bene. Sapevo che eri qui, aspettavo il momento giusto." sorrise beffarda, il rossetto fucsia mi stava quasi trappola.. Indietreggiai fino a sbattere la schiena contro il muro, ero in trappola.Chanel si avvicinò a me, con quei tacchi vertiginosi del medesimo colore del rossetto. I capelli biondi tinti oscillavano da una parte all'altra."Non-Non farmi male." la pregai, lei fece spallucce avanzando verso di me. Alzò la mano e mi diede una sberla, le sue unghie lunghe e affilate mi graffiarono la guancia, facendo colare il liquido rossastro. Me ne diede un altro, facendomi cadere per terra. Sentivo la guancia andare a fuoco, pulsava per il dolore. Mi tirò i capelli, costringendomi ad alzarmi. Le forze iniziavano a mancare. In questi anni non ho ancora visto la tipica luce bianca, quella che le persone vedono prima di morire. Persino Dio non mi vuole con sè."Non ho ancora finito, Errore." disse, cominciai a piangere. Voglio morire , perché non riesco a morire? Voglio essere lasciata in pace, cazzo. Almeno per una volta voglio sapere il vero significato della parola 'pace.' Si tolse un tacco e mi irrigidii. In quel momento entrò lui, spalancai gli occhi. Rimase qualche secondo a guardarmi, fin quando lanciò un'occhiata a Chanel, capendosi al volo.«Lascia fare a me.» disse Justin, gli diede la sua scarpa col tacco e si avvicinò a me. Non riuscii ad alzarmi, per un secondo sperai in lui, che potesse aiutarmi. Chanel rimase in disparte ad osservare la scena.«Alzati.» disse Bieber con voce dura, mi ghiacciai. Cercai di muovere il busto, ma risultò più difficile del previsto. Justin mi afferrò il braccio, sbattendomi al muro, mi accasciai in avanti, ma lui mi tenne ferma con il suo bacino. Posizionò la punta del tacco vicino il mio stomaco. La paura prese possesso di me, cercai di dimenarmi.Mi diede un colpo di scarpa dritto sullo stomaco, il dolore era atroce. Mi diede un altro colpo e successivamente un pugno sullo zigomo, vicino l'occhio. In quel momento vidi la stanza girare come una trottola, perché girava? Oh, era la mia testa a girare.
JUSTIN
Daisy perse conoscenza, la sollevai in tempo. Il sangue le colava sia dalla guancia che dallo stomaco, era ridotta uno straccio.«Meglio lasciarla qui prima che ci trovino.» disse Chanel, dovevo lasciarla qui? Deglutii.La poggiai per terra, ma non dava segni di vita. Forse era meglio lasciarla qui, come dice Chanel.«Andiamo.» dissi velocemente, presi per mano la mia ragazza e ci avviammo verso la nostra aula. Sospirai guardando Daisy un'ultima volta.Perchè si lasciava mettere i piedi in testa da chiunque? Ne ho conosciute di ragazze timide come lei, ma nessuna di loro era come Daisy. Lei mi ha colpito fin da subito. Forse perchè non è mai riuscita a guardarmi negli occhi, forse perchè non ha mai compreso il significato della parola 'vivere', forse perché i suoi occhi non brillano, sono spenti.«Tutto bene, Juss?» chiese la voce squillante di Chanel, io annuii. Sospirai guardando fuori dalla finestra, mentre la prof. Walker continuava a spiegare la sua noiosa lezione di matematica. A me basta sapere il risultato di 2+2, non ho bisogno di sapere le equazioni, non mi serviranno a nulla.«Bieber, vorrebbe dirci il risultato di questa operazione?» chiese ironica la prof, riportandomi alla realtà. Alzai gli occhi al cielo, dando un'occhiata alla lavagna. Era un espressione algebrica.«¾?» chiesi tirando a indovinare, Chanel emise una risatina ironica.«No! ⅞, Bieber! Adesso vada fuori dalla classe, ora!» urlò, sbuffai e uscii dall'aula, tanto non me ne fotte un cazzo. Chissà come sta adesso Hailey.
///dopo secoli ce lo fatta! non sapevo piú come continuare la storia, ma adesso ecco il capitolo 3, spero che vi piace!"///
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il buio dei suoi occhi
Fanfiction*parla daisy* Colpiva il mio stomaco con ripetuti calci, la sua risata echeggiava nella mia testa. Vedermi soffrire lo divertiva, perché era lui l'artefice della mia sofferenza. Avevo smesso di urlare, perché sapevo che nessuno avrebbe potuto sentir...