Prologo: Once upon a time

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C'erano una volta tre sorelle che si incontrarono in una radura ai confini del mondo, la notte ululava alle stelle e il cielo disperava piangendo lentamente.

Il fruscio degli alberi, provocato dal leggero vento, era assordante. Al centro tre figure divise un tavolo, si osservavano, sembravano statue, perfino gli occhi , bianchi e senza pupilla,non si muovevano.

La ragazza dai capelli color della cenere ruppe il silenzio, tirando fuori dalla tasca della sua lunga tunica un orologio da taschino argentato, sul retro , con una grafia precisa e ordinata, vi era scritto: Praesens simplex argomentum non est*. I suoi occhi osservavano il movimento delle lancette, rapiti da quella infinita sequenza.

"Tic Toc, il tempo passa in fretta mie sorelle" appena un sussurro uscì dalle labbra della ragazza dai capelli argentati, mentre riponeva l'orologio. Le due sorelle annuiro con il capo, la giovane dalla chioma di pece emise un lungo sospiro: " Gli esseri umani ci odiano e ci evitano, attribuiscono la colpa dei loro errori a noi, pensano che dovremmo rimediare agli sbagli commessi, cambiando il loro passato o avvisandoli del futuro. Non ci è permesso cambiare nulla della vita dei comuni umani, solo in casi estremi potremmo intervenire. Il mondo è entrato in un circolo vizioso di odio e rancore, in questo possiamo però, intervenire in modo indiretto".In lontanaza il rombo di un tuono scosse le fanciulle, "Tre doni faremo agli umani, in ognuno di essi vivrà una minima parte di passato, presente e futuro.I tre oggetti concederranno tre viaggi attraverso il tempo ai possessori, per tre ore potranno navigare. Al termine degli utilizzi, gli strumenti si distruggeranno e i poteri in essi contenuti torneranno a noi." propose questo colei che possedeva la capigliatura color del latte.

Le altre due sembravano soddisfatte della soluzione trovata, si avvicinaro al tavolo di marmo grigio, attraversato da venature bianche e nere, era di forma rotonda, sopra vi era poggiata una bacinella d'acqua, sul fondo di essa un piccolo triangolo si illuminò. I volti delle tre sorelle erano colpiti da bagliori azzurrini, dalle tasche delle loro tuniche estressero gli oggetti da cui mai si seperavano e che più le rappresentavano.

Il passato era contenuto in un grosso tomo senza titolo, logoro e polveroso, che permetteva di essere sempre a conoscenza di ciò che già era accaduto, sulla prima pagina, con inchiostro nero, campeggiava una dedica: Praeteritis consecratum, qui oblitteratum saepe est*.

Il presente possedeva l'orologio da taschino argentato, con cui poteva essere al corrente di ciò che accadeva nel momento esatto in cui aveva inizio.

Il futuro necessitava di una bussola bronzea per potersi orientare nei momenti che ancora aspettavano la loro venuta, al posto dei punti cardinali erano segnati gli eventi in ordine cronologico, all'interno di essa vi era un piccolo promemoria: Futurum concessum non est*

Osservarono i loro cimeli per un tempo indefinito, addolorate dalla piccola separazione che volevano concedere agli umani, necessaria alla salvezza del mondo consumato dai sentimenti negativi degli uomini, all'unisono alzarono lo sguardo, erano pronte per cominciare. Immersero il libro, l'orologio e la bussola nella bacinella dai riflessi azzurri e si afferrano le mani iniziando a intonare una dolce litania. Mentre i minuti passavano inesorabili, l'intensità delle loro voci aumentava gradualmente, illuminando i tre oggetti.

Dopo quello che parve un tempo infinito, tre piccole sfere si sollevarono dalla superficie dell'acqua, una nera, una grigia e una bianca. Le tre sorelle smisere di cantare, ognuna di esse afferrò uno dei piccoli globi fluttuanti, dividendolo in tre parti un uguali, ne tennero solo un pezzo ciascuna, scambiando gli altri due. Si ritrovarono con tre piccole sfere, una nera, una grigia e una bianca. Unirono insieme quei frammenti, che presero la forma di tre giroscopi.

La sorella dai capelli di cenere fu la prima a prendere parola "Sceglieremo tre umani a cui donare questo potere, ma dovremo verificare che siano degni di riceverlo, io mi dirigerò in oriente" affermò questo la sorella che prendeva posto sempre in mezzo alle altre due. "Io cercherò invece nel continente chiamato America"così scelse il passato, senza alcun indugio, "Io guarderò fra il continente europeo e quello africano, così che tutti i popoli che abitano questo pianeta possano avere una possibilità" scelse così per ultima il Futuro.

-Spazio autrice-
Spero vivamente che il capitolo sia di vostro gradimento, questo è solo il prologo ed è anche piuttosto corto, ma prometto che i prossimi capitoli saranno più lunghi e inizieranno a raccontare ciò per cui ho creato questa storia. Se qualche parte non fosse chiara, non fatevi problemi a riferirmelo. Ogni critica è ben accetta purché resti sempre nell'ambito formativo della storia e non sfoci mai nella maleducazione.
Un'enorme grazie a lillyhorses che mi ha pazientemente corretto il latino sballato di Google translate quindi: Arigatou gozaimasu, yuujin!
*(1): Il presente non è mai un argomento semplice
*(2):Dedicato al passato, che viene spesso dimenticato
*(3):Il futuro non è concesso

Timeline: praesens  simplex argomentum non estDove le storie prendono vita. Scoprilo ora