Capitolo 5: EQUIVOCO

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  Il Sole era ormai tramontato dietro l'orizzonte quando Sofia e le sue amiche uscirono di casa. La macchina di Sara era parcheggiata alla fine del vialetto.

Per tutto il pomeriggio non avevano fatto altro che tormentare Sofia costringendola ad indossare i suoi vestiti nei più strambi modi che gli venivano in mente nella speranza di farla ridere. Il piano sembrava funzionare ma dentro di sé Sofia era molto triste, ma si sforzava lo stesso di ridere e di divertirsi.

Il gioco finì a causa di un giramento di testa venuto a Sofia per via dei continui cambi d'abito che duravano ormai da un'ora. tutte e tre scesero al piano di sotto e Sofia andò a prendere una bustina per il dolore di testa e la versò in un bicchiere nel quale aveva messo due dita d'acqua.

<<Credo che sia ora di andare...ragazze>>, disse Sara, <<il Sole è ormai tramontato e direi di andare a prendere qualcosa mangiare per il pigiama party di stasera prima che i negozi chiudano>>.

Alessia la colpì improvvisamente sul braccio con il gomito. Anche se lo aveva detto con le migliori intensioni, Sofia ne risentì e se ne andò nell'altra stanza con la testa chinata.

Sara si rattristò.

Sofia era distrutta ma aveva già perdonato il menefreghismo di Sara,

del resto Marco non gli era mai stato simpatico e lui viceversa, una volta lo aveva addirittura fatto vergognare davanti a tutta la scuola attaccandogli la foto di un uomo nudo sulla schiena.

Due braccia le circondarono il collo.

<<Ehi...tutto a posto?>>, disse Alessia. Nessuna risposta.

<Devi capire come ragiona Sara; lei...insomma...parla spesso senza ossigenare il cervello, non so se mi spiego, dai...>>.

<<No, lascia stare...>> disse decisa Sofia girandosi di scatto.

In faccia era serena.

<<Voglio bene a Sara. Per quanto le sue parole possono essere insensibili la perdonerò sempre e comunque...ora andiamo si è fatto tardi...prima che i negozi chiudano>>, le ragazze risero e tornarono nel salotto, <<Sara, sei pronta?>>.

Sara non c'era, la porta d'ingresso era spalancata e un vento gelido soffiava dentro la stanza facendo svolazzare fortemente le tende.

<<Dove sarà andata?>>, gridò Sofia.

<<Non so...deve avermi sentito dire quelle cose su di lei e sarà scappata>>, rispose Alessia preoccupata.

<<E se invece non fosse cosi?>>, disse Sofia dirigendosi verso la porta ed affacciandosi sul giardino.

<<Che intendi dire?>>, gridò Alessia avvicinandosi.

<<È stata rapita probabilmente!>>.

<<E da chi?>>, disse Alessia con tono spiritoso.

Sofia tornò in casa. Si diresse nello svuota tasche e prese le chiavi della macchina di Sara. Tornò alla porta.

<<Le sue chiavi sono ancora qua!>>, disse, <<credi che se, se ne fosse andata via di sua spontanea volontà avrebbe lasciato le chiavi della macchina e della casa qui? Non è da lei!>>.

<<Ma chi può averla rapita. Qui in casa tra l'altro>>, disse Alessia.

<<Le stesse donne che ci hanno attaccato alla festa...Sono tre giorni che cerco di fartelo capire. Siamo in pericolo>>. Sofia era

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