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Quando arrivai alla villa Blake, tutto sembrava come lo avevo lasciato mesi fa. La villa si trovava nella zona In, della città, e qui chiunque possedesse una proprietà, non aveva problemi di soldi. La struttura era interamente circondata da un giardino, sempre ben curato, ci pensava Jake, il nostro anziano giardiniere. La casa era divisa in 3 piani, il primo era occupato dall'enorme cucina e del salone,con un bagno di servizio. Il primo, era quello che noi chianavamo, la "zona giochi e relax", il piano era stato progettato come zona per far sentire a proprio agio, ospiti o gli stessi proprietari. Le stanze erano organizzate, con diversi divani, e schermi, collegati a consol o computer. Poi c'era la stanza del biliardo, dove papà amava, giocare con i suoi colleghi. Dal secondo piano in su, c'erano le camere da letto,sia per noi, che per gli ospiti. La mia si trovava al terzo piano, così presi le mie valigie e salì le scale. Arrivata davanti alla mia porta, mi bloccai, trovando due pesti ad aspettarmi con un sorriso a 32 denti sul viso. Jace e Matt, presero la rincorsa e mi saltarono addosso. Finì con le gambe all'aria e il culo a terra. Entrambi ridevano come matti, e io insieme a loro. Li strinsi forte, mi erano mancati quei placcaggi. Mi erano mancati loro.

<<Sorellonaaa>> Matt si avvento sulla mia faccia,cominciando a baciarmi la guancia sinistra.
<<Ehi, ehi calma>> dissi ridendo
<<Ci sei mancata tantooo>> rispose Jace.

Li guardai meglio, erano cresciuti. Jace, aveva i capelli biondi, spettinati e lunghi, forte anche troppo, perché gli coprivano i suoi luminosi occhi blu. Mentre Matt, aveva i capelli sistemati come al solito, lui li aveva presi da papà, invece, erano corvini, ma aveva gli occhi tipici dei Blake, quella sfumatura celeste/blu.

<<Che ne dite se mi fate alzare?>>
<<No rimaniamo così! >> ordinò la peste bionda.
<<Neanche se la tua sorellona ti regala una cosa, che le avevi tanto chiesto?>> a quelle parole i suoi occhi cominciarono a brillare e sorrise.
<<Siiii, gli hai chiesto l'autografo?>> si alzò saltellando a più non posso, e io cominciai a ridere come una pazza.
<<Ma certo!>>

Jace mi aveva chiesto, se avessi incontrato Ariana Grande, in uno dei tanti eventi a cui avrei dovuto essere, e finalmente qualche settimana fa, avevo avuto il piacere si conoscerla, e gli avevo chiesto il favore di farmi un autografo, con dedica a Jace.

<<Allora dammelo! Subito. Adesso.>>
<<Come siamo aggressivi>>
<<E che lei è così carina...>> e arrossí.
<<Si questo non posso negarlo>>

Cominciai a cercare nella borsa, e finalmente trovai il poster che mi aveva firmato Ariana, e lo consegnai a Jace. Quando lo prese, rimase incantato, e corse in camera sua. Sicuramente lo avrebbe plastificato e appeso alla parete. Matt continuava a fissarmi, come aspettandosi qualcosa.

Ma certo!

<<Tranquillo Matt, non mi sono scordata di te>> e gli consegnai il poster autografato dei coldplay.
<<Grazie Alexis>> mi abbracciò e corse via.

Mi alzai e andai in camera a dispare le valige.

[...]

<<Amore lo sai che abbiamo dei nuovi vicini?>> mi informò mia madre.
Eravamo tutti seduti a cena, mia madre aveva cucinato il pollo alla cacciatora, la sua specialità.
<<Mamma chi avrebbe dovuto dirmelo, ero in tour>> risi.
<<Bhe, te lo sto dicendo adesso>> puntualizzó.
<<E chi sono?>>
<<Mi pare si chiamino Mitton, sono dei medici molto affermati, credo chirurgia plastica>>

A quelle parole, mio padre storse il naso, non mi erano mai piaciuti quei discorsi. Anche lui era un medico, e per la maggiore curava le persone con il tumore, e molto spesso, questo era derivato da operazioni chirurgiche mal riuscite, dai chirurghi plastici.

<<Inoltre, hanno tre figli, più o meno della tua età, due ragazzi e una ragazza>>
<< Perché mi stai dicendo tutte queste cose?>>

Di solito, non le piaceva fare gossip, ma chiaramente in quel discorso c'era un secondo fine.

<<Amore, non prenderla per cattiveria, ma sei sempre sola, e stai sempre avvolta dal tuo lavoro. Non hai neanche un ragazzo, e non voglio che tu rimanga sola!>>
<<Mamma ho 17 anni! Di come ne parli, sembro una trentenne disperata di attenzioni! >>

Odiavo quando cominciava quei discorsi. Io mi ero ritirata da scuola, e stavo cominciando a studiare a casa, perché il mio lavoro non mi permetteva di condurre una vita come quella di qualsiasi teenagers.

<<Tesoro, non volevo dire quello, sono solo preoccupata>>
<<Mamma basta!>> mi alzai dalla tavola, scusandomi e mi chiusi in camera.
Andai alla mia portafinestra, e affacciai. La casa accanto era illuminata, e dalla stanza di fronte alla mia si sentiva una melodia. Improvvisamente, la portafinestra dei miei vicini si aprii, e ne uscì un ragazzo alto, con i capelli castani. Era a petto nudo, e indossava soltanto dei pantaloni lunghi, che gli si avvolgevano bene, rendensolo attraente. Si accese una sigaretta, e diede la prima tirata, alzando gli occhi si accorse che lo fissavo. Da quella distanza non riuscii a capire di che colore fossero i suoi occhi, se neri o un altro colore. Il mio cuore cominciò a battere, e il vento mi spinse i capelli nella spalla sinistra. Rabbrividi, e decisi di rientrare. Quando chiusi la portafinestra, il ragazzo stava ancora guardando dalla mia parte, così decisi di trascinare le tende, per bloccare quello sguardo.

Ecco il terzo capitolo,spero che vi piaccia, e molto lungo.
Se vi piace mettete una stellina o un commento :)
Alla prossima ❤

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