• Capitolo quattro •

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La notte che Abigail passò in quella fredda e umida cantina fu indiscutibilmente la peggiore di tutta la sua vita.

I suoi occhioni color nebbia al minimo rumore, saettavano da un angolo all'altro della stanza.
Le braccia continuavano a strattonare i polsi, ormai lacerati, nella vana speranza di liberarli dalle manette troppo strette.
La sua fronte era mandida di sudore e la sua gola era tremendamente secca per la poca idratazione.

Ma d'altronde l'unica cosa che aveva bevuto era un Invisibile offertole da Bill Anderson parecchie ore prima quando si trovava ancora alla festa tra i suoi amici e al sicuro, e non con un ragazzo mentalmente instabile.
A quel pensiero il suo corpo fu scosso da fremiti mentre i suoi singhiozzi lottavano contro il nastro adesivo che serrava le labbra.

Le mancava la sua mamma, il suo papà, suoi amici, la sua casa, la sua vita.

Ad un tratto, veloce come quando la luce di una lampadina si spegne, tutta l'adrenalina sciamò via dal corpo di Abigail, lasciando solo un'enorme stanchezza, tant'è che la ragazza fu costretta ad appoggiare la tempia su un braccio incatenato e a chiudere lentamente gli occhi.

Non avendo un orologio con sé non seppe mai se passarono ore o minuti prima che la fragile porta in legno venne aperta.

Abigail saltò come una molla e il cuore le ricominciò a pompare velocemente, troppo.

Il ragazzo sull'uscio non parlò, si limitò a fissarla come una statua di sale.
Indossava solo un paio di pantaloni del pigiama azzurri, con delle sottili strisce bianche, lunghi e laghi. I piedi e il torso erano nudi e la giovane poté notare una infinità di tatuaggi che marcavano quella pelle tonica rendendolo ancora più virile e pericoloso.

Nonostante tutto mantenne il contatto visivo chiedendosi come era possibile che degli occhi così belli avessero visto e provocato tanta sofferenza.

《Avrai fame immagino》domandò ad un tratto con voce bassa.
Abigail annuì freneticamente.

Come il ragazzo le si avvicinò, lei si tese simile ad una corda di violino.
Le affusolate dita del giovane sfiorarono la pelle fredda dei polsi della ragazza per sfilare le manette e infilarsele in tasca.
Appena fu libera si mise a sedere esaminandosi i tagli.

Il giovane si inginocchiò davanti a lei e allungò una mano verso il suo viso toccandole dolcemente il segno rosso sulla guancia provocato dal suo schiaffo poche ore prima.

《Azzardati a fare solo un suono e ti lascio qui dentro per due giorni senza mangiare》disse con un odio nella voce che la ragazza non si riusciva a spiegare.

Abigail rimase perplessa per un attimo, ma subito capì a cosa il ragazzo si riferisse appena le strappò via, con poca gentilezza, il nastro adesivo dalla bocca.
Poco dopo si rialzò e si avvicinò alla porta socchiusa.

《Alzati》le ordinò girandosi verso di lei.

《Cosa ci faccio qui?》domandò lei a bruciapelo senza obbidirgli e rimandendo sul materasso.

La sua voce uscì roca e bassa che a stento la riconosceva; non aveva mai provato mai così tanta paura in vita sua.
Il ragazzo sbuffò visibilmente arrabbiato.

《Se mi lascerai andare i miei genitori possono darti tutti i soldi che vorrai》 tentò lei, cercando di non piangere.

《Non mi interessano i soldi》 la interruppe duramente《mi interessi tu》

Abigail represse un singhiozzo mentre gli occhi le si riempivano di lacrime e le labbra le iniziarono a tremare violentemente.

Non sarebbe mai potuta andare via, non avrebbe mai più rivisto la sua famiglia.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 13, 2018 ⏰

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