• Prologo •

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Sarò qui quando penserai di essere tutta sola
Infiltrandomi nelle crepe
Sono il veleno nelle tue ossa
Il mio amore è la tua malattia
Non ti lascerò mai libera
Finché non ti spezzerò
-The Devil Within

Abigail Jones era seduta su una cassapanca, con una tazza di thea verde tra le piccole mani, davanti ad un'ampia finestra.
Stava ammirando le foglie ingiallite e secche staccarsi dagli alberi e cadere lentamente sul marciapiede.

Abitava a Londra, in una delle vie più lussuose di tutta la città.
La sua casa era molto grande, tre piani, con tanto di mansarda.
I genitori di Abigail, Nora e Arthur Jones, erano uno architetto professionista e l'altra vice presidente delle Industrie McLaren.
Si dedicavano al loro lavoro a tempo pieno e spesso erano via per affari, lasciando la figlia a casa da sola.

Abigail si portò la tazza colorata alle labbra e bevve un sorso del liquido verde e dolciastro.
Un suono acuto e trillante la strappò dallo stato di trance, in cui era caduta.
Posò la tazza a terra e si diresse verso l'iPhone che aveva lasciato sul piccolo tavolino di vetro del soggiorno.
La schermata segnalava che vi era un messaggio: lo aprì trascinando il dito sul display.

Sei splendida xx

Abigail non si scompose, dato che era soggetta a molte attenzioni e complimenti.
Aveva i capelli corvini ondulati lunghi fino alle spalle, gli occhi color nebbia e qualche lentigge sul naso.
La statura e la corporatura, però, erano assai minute nella media delle diciassettenni.
Si lasciò cadere su una poltrona in pelle nera e digitando sulla tastiera scrisse:

Chi sei? Ci conosciamo?

Inviò il messaggio.
E attese.
Il telefono nella sua mano vibrò violentemente, dopo pochi minuti.

Il tuo peggior incubo, piccola xx

《Cosa?》sussurrò la ragazza.

Guardò chi era il mittente, ma ovviamente il numero era privato.
Con le mani che le tremavano leggermente digitò e inviò un altro messaggio.

Se è uno scherzo, finisce qui. Non è affatto divertente.

Abigail si riavvicinò alla finestra e raccolse la tazza che aveva appoggiato a terra, ma prima che riuscisse a berne un altro sorso, il telefono segnalò un altro messaggio.
Lo aprì.

Sai piccola, mi 'spiace per te ma non è uno scherzo. Lo sai che quei pantaloni ti fanno un culo da stupro?

Abigail lasciò cadere la tazza che si frantumò in minuscoli cocci di ceramica colorata.

Uh, è meglio che la raccogli tesoro. Mammina e paparino si arrabbieranno molto... non era della nonna quella tazza? xx

La ragazza stava tremando come una foglia al vento.

Cosa vuoi? Cosa ti ho fatto?

La risposta non tardò ad arrivare.

Voglio te. Voglio violare quel piccolo e delicato corpicino.

SPAZIO ME:

Hello everybody!
Questa è la mia prima storia su Wattpad e spero che vi piaccia.
Fatemelo sapere con un commento qui sotto o con un stellina.
Grazie!

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