Capitolo 2

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Il suo albergo era situato in una zona abbastanza centrale della capitale tunisina. Si trattava di un grande resort, con diverse piscine grandi spazi per praticare gli sport più svariati. Il tassista era un arabo piuttosto in carne, pelato, sui cinquant'anni, con un paio di baffi molto folti. La musica araba nella macchina, ripetitiva e fastidiosa, costituiva la prova provata che Torino era ormai lontana e la sua vacanza solitaria in un paese arabo era finalmente realtà. Arrivò in albergo e un fattorino lo aiutò a portare i suoi bagagli nella sua camera, una doppia che pagava come singola, lussuosa, luminosa e dotata di ogni comfort. Quando il ragazzo sparì, di fronte alla stanza vuota sisentì profondamente solo e gli venne un moto di autocommiserazione. In quella stanza così grande

lui e Gianni sarebbero stati benissimo. Si costrinse a disfare i bagagli e a scendere nella hall, per togliersi la malinconia di dosso e per esplorare il posto dove avrebbe trascorso una settimana in pieno relax. In giro per l'albergo c'erano diversi turisti, per lo più giovani, da diversi paesi, ma la maggior parte sembrava provenire dalla Francia e della Germania.


Si iscrisse alla gara di nuoto, giusto perché si svolgeva dalle undici all'una, l'intervallo da riempire fra la

colazione e il pranzo. Poi, nel tardo pomeriggio sarebbe uscito per visitare la città. A Tunisi, fino alle cinque del pomeriggio, uscire per strada era sconsigliato, a causa del forte calore e del sole a picco. Ne avrebbe approfittato per fare una bella dormita dopo pranzo, anche se non rientrava fra le sue abitudini.

Quella vacanza a TunisiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora