Quando Andrea bussò alla porta, Alessandro s'era già rivestito con una camicia bianca di lino e un paio di pantaloncini di cotone color avana, che gli coprivano le cosce fino alle ginocchia. Andò ad aprire. Andrea da vestito era, se possibile, ancora più bello che in tenuta da nuoto. «Accomodati», disse Alessandro, con un sorriso pieno di premure. «Sei bellissimo», non poté fare a meno di commentare. Andrea richiuse la porta, ma rimase in piedi, guardandolo incuriosito. Sorrideva, senza un vero motivo, senza rendersene conto.
«C'è qualcosa in te che mi attira, devo ammetterlo», esordì Andrea un po' a disagio. «Sono etero, ho la ragazza e ti assicuro che fra noi il sesso è molto soddisfacente. Ma, non so come dirtelo...», proseguì, con un sorriso disarmante. «Mi ti farei», disse infine con intensità, guardandolo negli occhi, come a sfidarlo.
Alessandro non disse niente. Si avvicinò, lo abbracciò forte, cercando la sua bocca. Il bacio fu lungo e profondo.
Andrea parve molto turbato. «Non avevo mai baciato un altro maschio, prima d'ora».
Alessandro vide con piacere che nei calzoncini di Andrea c'era una evidentissima prova della sua eccitazione. Con la mano gli accarezzò il pene sopra la stoffa, valutandone la durezza e le grosse dimensioni. «Che meraviglia. Sei bellissimo», ripeté Alessandro, estatico, guardandolo negli occhi.
Poi gli slacciò i pantaloncini, facendoli scivolare lungo le cosce muscolose. Gli slip bianchi, di cotone elasticizzato, si tendevano e lasciavano intravedere il contorno degli attributi virili del giovane.
Alessandro vi appoggiò il naso, aspirando gli odori intimi maschili del suo partner; era come inebriato. La sua erezione era diventata dolorosa, ancora costretta nei suoi calzoncini color avana. Si rialzò e se ne liberò velocemente, con la fretta dettata dall'eccitazione. Si tolse poi gli slip, liberando il pene, che emergeva dritto, con la punta verso l'alto, da un fitto cespuglio di peli scuri, che velavano anche i grossi testicoli rosei.
Si tolse anche la camicia, rimanendo completamente nudo.
Rivolse di nuovo le sue attenzioni ad Andrea: lo abbracciò e lo baciò, mentre lo fissava dritto negli occhi, con uno sguardo carico di libidine.
«Vieni di qua», disse Alessandro. Prese per mano il ragazzo e lo condusse in camera, invitandolo a sedersi sul suo letto. Si inginocchiò fra le sue gambe aperte e fece entrare delicatamente la punta del pene del ragazzo di Asti fra le sue labbra, facendolo avanzare lentamente fino a che gli fu possibile. L'eccitazione era alle stelle, il glande del giovane aveva un sapore che ricordava l'odore di lavanda. Dall'inguine coperto di peli arrivava un afrore leggero, che ricordava l'odore del mare.
Poi, con movimenti da vero esperto, cominciò un ritmico su e giù, succhiando e muovendo la lingua nei punti più sensibili del pene del giovane.
Andrea gemeva e con la mano sulla testa di Alessandro, lo induceva ora ad accelerare, ora a rallentare i suoi movimenti.
Quando Alessandro si accorse che Andrea era vicino all'orgasmo, si staccò, prese dal cassetto del comodino un flacone di lubrificante, che porse ad Andrea. Si mise poi a quattro zampe sul suo letto, offrendogli la piena visione del suo sedere bianco e liscio. Andrea si morse le labbra, fremendo di desiderio, alla vista di quel culo, così bello, così invitante.
Lo penetrò con una lenta e inesorabile avanzata. Quando fu entrato completamente, gli venne alla mente un pensiero folgorante: era la sua prima volta con un uomo e si rendeva conto che non aveva mai provato sensazioni così forti. Quando aveva fatto le stesse cose con le donne il coinvolgimento emotivo era stato sicuramente inferiore. L'eccitazione dovuta a una situazione così insolita lo condusse quasi all'orgasmo.
Alessandro mugolava di godimento, mentre Andrea a poco a poco accelerava le spinte.
Persero la cognizione del tempo. Poi, con un urlo strozzato, accompagnato da movimenti incontrollati del corpo, Andrea raggiunse un orgasmo possente, come mai gli era accaduto. Ad Alessandro sembrò che le contrazioni con cui il suo amico si svuotava dentro di lui non terminassero mai.
Andrea ricadde esausto sul letto, ansimando. Poi con la mano cercò il pene eretto di Alessandro, per farlo arrivare, a sua volta, al piacere supremo. Masturbò lentamente il suo amico, il quale ad ogni movimento si contorceva nel godimento.
Con potenti spinte contro il pugno di Andrea, Alessandro eiaculò con veemenza, e gli schizzi copiosi si dispersero disordinatamente sul letto e sul pavimento. Andrea temette che qualcuno potesse sentire le urla di piacere del suo compagno. Era rosso in viso, estremamente coinvolto. La sua eccitazione era di nuovo ai massimi. Possibile che una tendenza sessuale così prepotente fosse fin lì rimasta dietro le quinte? Eppure con Miriam il sesso era stato sempre bello e soddisfacente.
Le sensazioni provate in questa occasione, tuttavia, appartenevano a un'altra categoria: un livello di piacere e di desiderio nettamente superiore. Questo era il sesso, dunque, quella forza invincibile che trascina le persone nel più dolce dei paradisi o nel più terribile degli inferni. Il sesso caricato a mille da una profonda, sentita emozione.
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Quella vacanza a Tunisi
General FictionAlessandro, steward di una compagnia aerea, si concede una vacanza a Tunisi, per staccarsi dalle sue travagliate vicende sentimentali. Non vuole più pensare all'amore, per un po'. Il destino ha in serbo per lui una sorpresa: s'imbatterà ben prest...