Scarlett Witch

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Siamo dinanzi ad un ristorante a mio parere bellissimo, il giorno dopo la sua richiesta. Ho dovuto rifiutare perché avevo tanto lavoro da finire nonostante Elijah si fosse lamentato della mia scelta per tutto il tempo che ho passato a lavoro.
Alla fine Aaron rivoleva solo indietro la sua felpa, non che mi aspettassi chissà cosa, al che gli avevo detto che non c'era bisogno di offrirmi un pranzo, e che poteva passare a riprenderla a casa mia.
Ma lui ha insistito e quindi adesso stiamo scendendo dal suo Range Rover nero per dirigerci appunto, nel ristorante.
«Mi sono totalmente dimenticato di dirti che oggi pranza con noi anche una mia cara amica, ma non credo che per te sia un grosso problema.» mi avverte, mentre io, stretta nella mia tuta nera piuttosto elegante, comincio ad innervosirmi.
In realtà non ho un motivo valido per innervosirmi, adesso che ci penso bene, perciò mi rilasso con un sospiro e per poco non mi sento male quando vedo una ragazza dalla chioma bionda alzarsi da un tavolo al di fuori del locale e venirci incontro.
«No.» affermo, in un sussurro. «Aaron, non sono neanche lontanamente presentabile.» mi impunto, bloccandomi nel bel mezzo del tragitto e facendo girare di scatto il ragazzo verso di me.
«È semplicemente Elizabeth, non stai incontrando la regina!» sussurra a sua volta, tornando indietro verso di me e poggiandomi le mani sulle spalle. «Qual è il problema?» chiede, scrutandomi attentamente con gli occhi azzurri pregni di preoccupazione.
«Oh andiamo!» sbotto, fissando la ragazza poco lontano da noi, che nel frattempo si è accesa una sigaretta. «Guardala!» esclamo, indicandola con un cenno della testa. «È bellissima e trasuda eleganza soltanto fumando una sigaretta e stando stretta in un vestitino casual.» borbotto, vergognandomi ancor di più nel rivelare i pensieri che mi hanno attanagliato la mente non appena avevo visto il viso di Elizabeth.
Aaron smette di guardarmi preoccupato e cosa fa? Scoppia a ridere.
Lo guardo sconcertata, prima di pestargli un piede presa da un attacco d'ira ed andarmene, piuttosto indignata.
«Raven!» mi richiama, ancora ridendo a crepapelle.
«Se ti faccio tanto ridere, Johnson, faccio bene ad andarmene a casa mia!» grido, accelerando ancor di più il passo e sentendo le lacrime agli occhi per il nervoso. «E sai che c'è?!» chiedo, girandomi di scatto e puntandogli un dito contro, irritata. «Non piangerò mai più la tua morte in Age Of Ultron, caro mio, perché a dirla tutta, non sei stato neanche lontanamente all'altezza di Evan Peters!» commento, accennando un sorriso cattivo.
«La smetti di fare l'idiota?!» chiede, con gli accenni di risata ancora impressi sul volto.
«Non ci credo.» affermo, prima di girare di nuovo i tacchi e dirigermi verso la fermata della metro.
Non solo scoppia a ridere quando non deve, ma mi da anche dell'idiota.
«Rae, fermati.» dice dolcemente. Non so se è il nome a farmi fermare di spalle a lui oppure il tono dolce con cui dice quelle parole. «Rae, è Elizabeth okay? So che la vedi come una dea vivente, ma credimi, è molto meno eterea di come può apparire.» confessa, sinceramente. «Lei è un'attrice, e allora? Solo perché è famosa ed ha indossato vestiti provenienti dagli stilisti più disparati oppure è stata truccata dai truccatori più competenti, non vuol dire che tu debba sentirti inferiore a lei. Sei un'ingegnere biochimico cazzo! Senza il tuo aiuto nella società saremmo morti tutti per un semplice raffreddore.»
Sento di nuovo le lacrime agli occhi ed un sorriso mi increspa le labbra. È stato maledettamente convincente, beh, d'altronde è un attore.
Aspetto ancora qualche secondo girata di spalle, in attesa.
«So che non è stato tanto carino riderti in faccia, ma sai, Elizabeth rutta e mangia come un maiale.» afferma, ed io ridacchio. «E quando hai cominciato a dire quelle cose giuro che non ci ho visto più dal ridere.» continua il discorso, con la voce un po' rotta per cercare di trattenere le risa. «Ora, per favore, puoi tornare a piangere per la mia morte quando vedi Age Of Ultron e smettere di fare la bambina? Ho visto le tue spalle sussultare, e non credo fosse per dei singhiozzi.»
«Davvero Elizabeth rutta?» chiedo, girandomi verso di lui e stampandomi in faccia un sorriso allegro.
«Non dirle che te l'ho detto però, potrebbe uccidermi!» esclama, ed io lo abbraccio di slancio, sentendomi in dovere di farlo per tutte le cose stra carine che mi ha detto prima.
«Grazie.» mormoro sulla sua spalla, così piano che dubito mi abbia sentita.
Mi avvio di nuovo verso il ristorante, pronta a conoscere una delle mie attrici preferite e, durante il tragitto mi accendo una sigaretta.
Quando torniamo di nuovo al ristorante Elizabeth è dinanzi all'entrata ed ha un'aria preoccupatissima.
«Aaron ma che diavolo è successo?!» chiede, passandosi una mano tra i capelli super biondi. «Tu devi essere Raven, non fa altro che parlare di te da quando è tornato a casa ieri!» esclama, porgendomi una mano.
«Spero che siano tutte cose belle.» dico, stringendo la sua mano destra, mentre lei mi fa l'occhiolino e mi assicura che sì: sono tutte cose positive.

Dopo un pranzo più che abbondante, io ed Elizabeth ci ritroviamo a fumare una sigaretta assieme al di fuori del locale, entrambe affascinate l'una dall'altra.
«Ma sai che il tuo nome non mi è nuovo?» mi chiede la bionda, tirando dalla sua Parliament una lunga boccata di fumo.
«Ti starai confondendo con un'altra, di sicuro.» tentenno; abbassando lo sguardo verso la punta delle mie converse nere.
«Non credo, Raven non è un nome comune.» afferma, scrutando l'asfalto senza guardarlo davvero. «Ci sono! La ballerina!»
Impallidisco vistosamente, e sento la testa vorticarmi. Spalanco gli occhi ed inizio a respirare affannosamente, e l'unica cosa che riesco a pensare è un: non di nuovo.
Elizabeth mi richiama, ma sento la sua voce lontana anni luce. Mi porto una mano al petto, sentendo l'aria mancarmi, e lasciando di botto la borsa e la sigaretta che tenevo tra le dita.
Sento le gambe cedermi e vedo tutto sfocato.
Prima di cadere a terra sento solo gridare un Rae e delle braccia afferrarmi, dopodiché il nulla.

Quando sento i sensi rimpadronirsi del mio corpo, noto subito che ho le dita delle mani intorpidite e che qualcuno sta chiacchierando accanto a me.
Sento l'odore nauseante del disinfettante entrarmi nelle narici, ed è forse questo che mi fa alzare a sedere di scatto, spalancando gli occhi.
«Rae! Sta giù.» mi ordina Aaron, che è seduto accanto al mio letto, su una poltrona blu e legge quello che mi sembra un copione. «Kevin, è sveglia!» dice, affacciandosi al corridoio.
Arriccio il naso a sentir nominare mio fratello: non siamo mai andati molto d'accordo.
«Kevin.» lo accolgo freddamente non appena mette piede nella sala d'ospedale.
«Raven Rae, da quanto tempo.» afferma, sorridendo malignamente. «Hai ancora le difese immunitarie bassine, vedo.»
«Sta zitto, sai che non sono le difese immunitarie.» sbotto, cominciando a togliermi le varie flebo che mi hanno attaccato addosso, sotto lo sguardo di rimprovero di Aaron e quello divertito di Kevin.
«La mamma vuole vederti.» dichiara, mentre io tolgo il camice, restando in intimo.
«Dì alla mamma che può andare a farsi fottere.» ribatto, infilando la tuta che portavo al pranzo con Aaron ed Elizabeth. «È stato un piacere rivederti, fratellino.» dico, prima di arraffare la borsa che è stata poggiata in un angolo della stanza, ed uscire da quest'ultima, seguita a ruota da Aaron.
«Ma sei impazzita?!» chiede, correndomi dietro a stento. «Hai dormito due giorni e ti stacchi così le flebo, dal nulla. E poi vuoi spiegarmi cosa diavolo ti è preso?!» continua a chiedere a raffica, mentre io cerco disperatamente le mie sigarette.
«Perché hai chiamato mio fratello?!» sbotto, girandomi improvvisamente verso di lui, alquanto irata.
«Perché cristo Rae, mi conosci da neanche una settimana ed io non so nulla di te, se non che ti chiami Raven Rae, fai l'ingegnere biochimico, abiti ad Hoxton ed hai una passione strana per la Marvel.» afferma, contando sulle dita i punti.
«Chiedi ad Elizabeth, lei pare che sappia più di qualcosa sul mio conto.» dico, uscendo dall'ospedale ed accendendomi una sigaretta, diretta alla fermata della metro per chiudere più in fretta possibile questa storia.

A quanto pare iniziamo a tirar fuori qualche scheletro dall'armadio.
So che tutte voi vi aspettavate che Kevin e Raven fossero due fratelli modello, ma non è tutto rose e fiori.
Vi mando un bacio!
Wen xx

Drunk In Love || Aaron Johnson  [SOSPESA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora