Step Up.

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Volevo dedicarlo a Mitchie, per ringraziarla di tutto quello che fa per me e di esserci sempre quando ne ho più bisogno.
E per ricordarle che nonostante tutto è il mio limone preferito.😏

«Perché c'è Aaron Johnson che dorme sul tuo letto?!» chiede sconvolta Michelle, non appena mette piede in casa mia. «Dio santo, Evie, potevi dirmelo: non sono presentabile!»
Sbuffo una risatina e l'aiuto a portare le valigie vicino al mio armadio.
A quanto pare ha deciso di fermarsi qui per un paio di settimane, ed io non posso che esserne contenta: quando Mitchie viene a trovarmi rinasco, divento totalmente un'altra persona.
«Se magari smetti di gridare come un'ossessa evitiamo di svegliarlo.» sussurro, facendo spallucce sarcastica.
Lei mi fa il verso e poi una linguaccia: non cambierà mai.
«Mangi ancora i pancakes a colazione?» le domando distrattamente, mentre tiro fuori gli ingredienti per cucinarli.
«Ovvio che sì, e ti dirò di più: quelli del Mc Donald's mi hanno davvero stufata, perciò ti chiederò di cucinarli ogni mattina.» dice, mentre io alzo gli occhi al cielo con un sorriso. Ha sempre amato i pancakes, ma è troppo negata in cucina, perciò li ha sempre acquistati nel Mc Donald's che c'è a pochi passi da casa sua, ed ogni volta che io vado a stare da lei o viceversa, le cucino i pancakes ogni mattina.
«Cazzo Evs, ed io che credevo ancora che fossi ubriaca fradicia!» dice scioccata, affacciandosi per controllare che Aaron non si sia svegliato.
«La prossima volta impari!» la rimprovero, guardandola male. «Come va al negozio?»
«Dio, tutte le domande tranne questa.» sbuffa. «Mi hanno licenziata l'altro giorno e sto cercando lavoro: di nuovo.» si lamenta abbandonando la testa tra le mani alquanto frustrata.
Da quando abbiamo finito entrambe di studiare, Michelle ha sempre faticato tanto per trovare lavoro, e se ne trovava uno veniva licenziata dopo qualche mese.
«A volte ti invidio, quando sei in difficoltà non chiedi mai soldi ai tuoi oppure aiuto a tuo fratello.» dice dopo qualche istante di silenzio in cui io ho finito di preparare l'impasto. «E i tuoi sono ricchi sfondati Raven.»
«Ma io non parlo coi miei da quando avevo venti anni.» rispondo, facendo spallucce.
«Perché sei un po' pazza, ma ehi, non ti ho mai giudicata per le scelte che hai fatto.» dice, sorridendo.
«Ci mancherebbe altro Mitchie!» esclamo, brandendo la spatola con cui sto girando i pancakes nella padella, come se fosse un'arma letale.
«Perché c'è tutto questo chiasso?!» Aaron irrompe nella cucina, trascinandosi come solo dopo una sbronza colossale ci si trascina.
«No ma buongiorno bell'imbusto.» affermo, guardandolo divertita ed alzando il tono di voce per infastidirlo. «Come va il post sbronza?»
«Sta zitta Rae.» borbotta, prima di buttarsi malamente accanto allo sgabello su cui è seduta Michelle e prendersi la testa tra le mani.
«Ti chiama Rae?!» strilla improvvisamente Michelle, sconvolta. Io ridacchio, perché l'ultima persona che ha osato chiamarmi Rae prima che lo facesse Aaron è finita in infermeria col naso rotto.
«Rossa, ho un mal di testa allucinante, puoi per favore abbassare i toni?» chiede Aaron alla mia migliore amica, con uno sguardo implorante. Al che mi metto a frugare tra gli armadietti dei medicinali per trovargli un'aspirina.
Gliela lancio contro non appena la trovo e decido di accendermi una sigaretta, mentre servo i pancakes sotto il naso della mia migliore amica.
Non appena vede la sigaretta tra le mie labbra, Michelle arriccia il naso infastidita, mentre io sbuffo come un treno.
«Da quando hai iniziato a fumare?» chiede, notando solo adesso la moltitudine di pacchetti di sigarette, vuoti e non, sparsi per casa.
«Sono quattro anni che fumo, Mitch, e tu lo sai.» sbuffo di nuovo, sotto lo sguardo vagamente perplesso di Aaron, che continua a girare l'aspirina nell'acqua.
«No, avevi smesso.» sussurra, e posso sentire gli ingranaggi nel suo cervello camminare, prima che il suo sguardo si illumini. «A te manca!»
«Oh cielo, non ci credo, ora ricomincia.» borbotto contrariata, tirando dalla sigaretta ed inforcando gli occhiali da vista.
«Con cosa, esattamente?» chiede Aaron, squadrando attentamente Michelle, che nel frattempo si sta sfregando le mani con aria trionfante.
«A te manca fottutamente tanto!» esclama di nuovo, inserendo un rafforzativo. «A te manca così fottutamente tanto, che hai ricominciato a fumare senza dirmelo! E non me l'hai detto perché sai che io riesco sempre a farti capire ciò che tu vuoi, anche se in quattro anni hai sempre fatto di testa tua.»
«Che diavolo va blaterando?» domanda di nuovo Aaron, mentre io scuoto la testa rassegnata a questi scatti improvvisi di Michelle.
«A te manca, e non vuoi la mia opinione, perché sai che ti convincerei a tornare strisciando dai tuoi genitori!» esclama di nuovo, battendo le mani e saltellando.
«Oh dio Michelle, sei impazzita.» esclamo frustrata, passandomi una mano sulla fronte.
«E no, cara!» mi riprende, gesticolando convulsamente. «Tu vuoi tornare a ballare ed io aspettavo questo momento da quattro anni!»
«Ballare?» s'intromette di nuovo Aaron, aggrottando la fronte più che confuso.
«Dio Johnson, dormi a casa sua e non sai nulla di lei?!» sbotta Mitchie, girandosi sconvolta verso il moro, che sgrana gli occhi per l'impeto con cui ha detto queste parole. «Ma voi attori sapete che esiste Wikipedia?»
«Sei su Wikipedia?» si rivolge a me adesso, scrutandomi attentamente con gli occhi azzurri.

«Sei una ballerina di fama mondiale, ed hai anche girato un film!» esclama sorpreso Aaron, dopo che Michelle gli ha fatto vedere la mia pagina su Wikipedia.
«Già.» sbuffo, alzando di getto le sopracciglia. «Sam Taylor-Wood l'aveva anche scritturata per un film, ma Rae ha rifiutato.» annuisce con vigore Mitchie, sorridendo serafica.
«E perché avresti rifiutato?» chiede a quel punto il ragazzo, guardando la mia migliore amica.
«Perché avevo già chiuso con la danza.» dico, accendendomi un'altra sigaretta. «In via non ufficiale, ovviamente. E quel film fu solo la goccia che fece traboccare il vaso.»
«Che film era?» chiede poi, leggendo sul suo iPhone la lista dei film in cui ho fatto da comparsa o da controfigura.
«Nowhere Boy.» commenta Michelle, legandosi i capelli rossi in uno chignon disordinato e lasciando Aaron a bocca semiaperta.
«Perché non me l'hai detto prima?!» esclama, ancora sotto shock.
«Perché non credevo fosse un'informazione necessaria: tutto quello che c'è da sapere su di me già lo sai.» sospiro, alzando gli occhi al cielo. «Mi chiamo Raven Watson, ho ventiquattro anni e ho una particolare ossessione per la Marvel. Sono un'ingegnere biochimico e il mio lavoro consiste nel creare medicinali. Quando ho tempo lavoro al Green Light, il locale che ho frequentato per anni.»
«Sì, ma hai saltato la parte in cui stavamo per fare un film insieme!» sbraita. «Mi sono fidato di te, e tu mi hai ripagato mentendomi per un mese! Un fottuto mese, Raven!»
Sobbalzo, a causa dell'improvviso cambio d'umore del ragazzo: se prima era sorpreso, adesso posso vedere la rabbia sprizzare da ogni poro della sua pelle diafana.
«Non ti ho mentito, ho solo omesso il mio passato, non mi sembra che tu in un mese mi abbia detto ciò che hai fatto fin dalla nascita.» affermo, piuttosto tranquilla. Michelle nel frattempo sposta lo sguardo da me ad Aaron come se stesse assistendo ad una partita di tennis particolarmente avvincente.
Lui non dice più nulla e si alza, fa per uscire ma lo squillare del mio cellulare lo interrompe.
Guardo lo schermo e sorrido, a metà tra il malinconico ed il felice.
«Ehy Adam!» esclamo gioiosa, mentre gli occhi di Mitchie brillano d'entusiasmo. Aaron alza gli occhi al cielo ed esce di casa sbattendo con forza la porta, facendo sobbalzare la mia migliore amica.
«Raggio di sole, indovina chi è in città?!» dall'altro capo del telefono, la voce squillante di Adam Sevani arriva leggermente più bassa del solito. Conosco Adam da quando ho girato il film Step Up 2: The Streets. Io, lui e Briana Evigan siamo gli unici rimasti uniti nonostante siano passati otto anni dall'uscita del film, ed ogni tanto, quando Adam torna a Londra, ci prendiamo un caffè assieme.
«Gesù Adam! Potevi dirmelo prima, ti avrei ospitato!» esclamo, felice di riuscire a rivederlo dopo quasi sei mesi dall'ultima volta che ci siamo incontrati.
«Oh, non avresti avuto posto, saremmo stati troppi!» dice, prima che un'altra voce si aggiunga alla sua. «Ehy Evieee, ci sono anch'io!»
«Bree!» quasi lo grido, il nomignolo che ho dato a Briana: dobbiamo vederci da un anno e mezzo. «Ditemi che venite a casa mia a fare due passi come ai vecchi tempi!»
«In realtà siamo sotto casa tua, ed abbiamo anche una proposta piuttosto allettante!»


Ehy oh ehy!
Come state? Spero che vi stiate godendo questi ultimi giorni di vacanza al meglio, sfruttando quest'ultimo caldo asfissiante per andare al mare o in piscina!
Mi scuso per non aver aggiornato prima, ma sono andata un week-end a Pisa, con i miei zii e non avevo abbastanza tempo per finire di scrivere il capitolo ed aggiornare, putroppo.
Prima di analizzare il capitolo, voglio che facciate un piccolo in bocca al lupo a Mitchiesgap che domani ha gli esami.

Passando al capitolo, stanno uscendo sempre più problemi tra Rae ed Aaron.
Lui viene a scoprire il passato della ragazza, sebbene ancora non si sa il vero motivo per cui Raven se ne sia andata via di casa ed abbia ricominciato da capo come una persona totalmente nuova.
Si aggiungono due new entries: Adam Sevani e Briana Evigan.
Per chi ha amato come me Step Up, sa chi sono, altrimenti, vi consiglio di andare a vedervi tutti i film, in particolar modo appunto The Streets, perché è quello in cui compaiono per la prima volta.

E nulla, vi mando un bacio.
Wen xx

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 29, 2016 ⏰

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Drunk In Love || Aaron Johnson  [SOSPESA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora