Stavo pensando a come cambiano le cose.
Ricordo che da bambina non avevo pensieri, scorrazzavo da tutte le parti facendo dieci mila domande alle persone a me care. Le pretendevo proprio le risposte.
Ricordo che dalla parrucchiera, per lavarmi i capelli dovevano mettermi minimo tre elenchi telefonici perché non arrivavo al lavello. Mi lamentavo perché avevo male al collo. Ricordo anche quando con mia sorella e mia madre andammo in infiniti negozi per cercare un paio di scarpette per la mia comunione. Erano così belle: bianche con i brillantini. Proprio come piacevano a me.
Ripenso a quando, alle elementari, ci facevano cucire e di quando invece di seguire la lezione guardavo fuori dalla finestra. Vedevo un albero trasformarsi un po' per volta: ricoperto dalla neve, secco, più verde, fiorito... E così via.
Il completino rosso di Natale: la maglia in lana che mi dava fastidio ed una gonna troppo bella.
Il cappello con la stampa di Pikachu che tutti m'invidiavano.
La gita a Genova, facendo lotte di Pokémon con il Ds insieme ai miei compagni.
Poi, però, ti rendi conto che non sei più quella bambina.
Tutto è diverso.
Quei vestitini che tanto ti piacevano non ti sanno più. Altri che proprio odiavi, sono stati buttati via.
Hai imparato a non lamentarti, a trattenere in silenzio il male al collo. E quando alcune persone non ti rispondono non ci pensi due volte a non darci peso. Ci passi su, con più o meno facilità.
Non sei più spensierata.
Gli anni volano, volano via e ti ritrovi al liceo. Un mondo a parte, il terrore per alcuni professori, le prime vere cotte, le ora buca, i giorni passati a casa per paura di un'interrogazione.
E dei due in matematica ne vogliamo parlare?
Dei voti truccati, dei diari pieni di compiti da fare. Delle mille fotografie con gli amici, delle uscite al cinese o in pizzeria. Delle feste dei diciottesimi a cui sei o non sei stata invitata. Del tuo amore. Un amore che ti coinvolge tutta, ti fa star bene.
E allora penso le cose siano cambiate.
Perché tutto questo,un tempo, era impensabile.
L'unico pensiero era giocare.
Responsabilità? Quali responsabilità?
Da piccoli non esistevano. Come non esistevano neppure le litigate, al massimo qualche pollice in giù.
Adesso come adesso li trovi ancora, però solo sui social.
E' tutto cambiato.
Io sono cambiata.
Ed alle volte mi piacerebbe ritornare piccina piccina. Perché quando sei piccola hai più attenzioni, mentre da grande... Da grande quasi te le devi creare tu le attenzioni. Ci si stacca anche affettuosamente.
Le carezze, i bacini da parte di mamma e papà diminuiscono.
Perché cresci.
E vuoi un po' per imbarazzo o per altro, ma inizi a distaccarti da quel tipo di affetto.
Sembra molto più noioso e maturo adesso.
Anzi, lo è.~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
-Valentina Seu
-Via Tumblr sorrisiindelebili
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