4. Sei triste?

127 4 1
                                    

"Sei triste?"
"Lo sono."
"Non lo sei per davvero, vero?"
"No, non lo sono."
-Hoshi Shin'ichi, "Bokko-chan", Short Short 1001

  Diversi esseri umani giacevano distesi su di un paio di rulli trasportatori.
  Nessuno di loro era vivo, poteva intuirlo persino dal punto in cui sostava al di là del vetro.
  Cadaveri. Decine, forse centinaia, venivano trasportati verso un enorme macchinario a mezza luna, e inghiottiti uno dopo l'altro da due bocche quadriformi.
  Nessun suono perveniva dalla scena sottostante, ostacolato dalla speciale lega in cui era presumibilmente realizzato il vetro.
  In quel silenzio surreale, corpi d'ogni altezza sesso ed età, nudi o vestiti, scivolavano senza sosta l'uno dopo l'altro.
  "Le loro teste... perché sono..." Le parole gli si bloccarono in gola come un nodo.
  Ciascuno di questi, a prescindere si trattasse di uomo, donna o bambino, era stato privato della parte superiore del cranio, al cui posto figurava una cupola di plastica traslucida.
  "– campioni," disse Shion, sollevando le spalle con un sospiro. "Sono campioni."
  "Cosa intendi?"
  "Cervelli... ecco i campioni di cui erano alla raccolta."
  "– quindi gli avrebbero rimosso il cervello?"
  "Sì – suppongo. E devono aver terminato il loro compito, a quanto pare. Ecco perché –"
  "'Perché'...?"
  "Se ne disfano."
  Questa volta fu Nezumi a deglutire con fatica.
  Il dispositivo semicircolare a cui era connesso il nastro trasportatore, possibile servisse ad eliminare i cadaveri? Che li riducesse istantaneamente in cenere, o li disseccasse fino alla polvere? O forse utilizzava qualche speciale sostanza chimica in grado di scioglierli fino alle ossa?
  I corpi venivano inghiottiti uno dopo l'altro.
  Persone in vita fino a pochi istanti prima, – che parlavano, piangevano, amavano, – erano ora eliminate come rifiuti.
  Come... No. 6, come puoi... come puoi essere così crudele? Come hai potuto diventare tanto spietata?
"Non sono umani." A raggiungere le sue orecchie non fu un sussurro, ma una voce forte e chiara. "Questa non è opera di alcun essere umano." Shion colpì il vetro rinforzato con un pugno.
  Non è opera di alcun essere umano.
  Eppure, solo pochi istanti prima, i membri dello staff vestiti di bianco si trovavano proprio qui, conversando e sorseggiando calde bevande, immersi nel proprio lavoro.
  Erano tutti mostri?
  Lo sguardo di Nezumi ricadde sulla foto ai suoi piedi.
  "Guarda da questa parte. Bravo, ora sorridi!"
  "Babbo, dopo la scatto io."
  "Tesoro, assicurati di inquadrare anche il bambino, mi raccomando."
  Poteva quasi udire la loro conversazione – così comune, eppure così preziosa.
  Anche la persona che teneva questa foto sulla propria scrivania era un mostro?
  All'improvviso avvertì una presenza. Il nemico si stava avvicinando.
  Era come se avesse ricevuto uno schiaffo in pieno volto.
  Nuovamente cosciente, afferrò Shion per il braccio, trascinandolo fuori in corridoio.
  Dobbiamo fuggire, Shion. Non possiamo morire qui.
  Il suo intero corpo agiva per la sua sopravvivenza. Dai suoi pensieri alle sensazioni, dalle punte delle dita fino all'ultimo capello, il suo intero essere era orientato esclusivamente a farlo restare in vita.
  Non possiamo morire.
  "Destra!" Lo raggiunsero i calmi ordini di Shion. "Trenta metri a destra."
  Trenta sulla destra, non avevano tempo per pensare a cosa vi avrebbero trovato, o alla ragione per cui le barriere fossero rimaste immobili.
  Dobbiamo correre. No, aspetta.
  Alcuni soldati comparvero loro davanti.
  "Sta giù!" Nezumi lanciò una mini bomba, facendola saltare in aria con un proiettile. L'esplosione che ne scaturì fu da spaccare i timpani, vetri volarono ovunque.
  "Pronto a correre!"
  Se si fossero lasciati circondare non avrebbero avuto scampo, non avevano alcuna possibilità contro una squadra armata. Non restava che lanciarsi in mezzo al fumo.
  "Stammi vicino."
  Il sistema anti-incendio aveva cominciato a perdere acqua sul gruppo di soldati. Nezumi vi si lanciò nel mezzo.
  Colpì la gola di un soldato col taglio della mano, affondando il pugnale nel braccio di quello alle sue spalle e sfilandogli il coltello dalla cintola, con cui mirò al polso di un terzo, disarmandolo. La pistola cadde rumorosamente a terra in un misto d'acqua e sangue.
  Nessuno proferiva un singolo suono, armati di pistole d'ordinanza altamente letali e armi laser ancora in fase di sviluppo. Killer silenziosi, agili e infallibili; ecco l'addestramento che dovevano aver ricevuto.
  Ma se si tratta di pugnali, sono io il migliore.
  Nel corpo a corpo, piccole armi possono rivelarsi di gran lunga superiori o addirittura più utili di quelle d'ultima generazione, specie se maneggiate come un'estensione del proprio corpo.
  Alla vista di tre dei loro compagni inaspettatamente sconfitti in un istante, il resto dei soldati perse fluidità nei movimenti, debolezza di cui Nezumi non esitò ad avvalersi, torcendo il braccio dell'avversario davanti a sé e puntandogli il coltello alla gola.
  "Che nessuno si muova." Intimò ai soldati, leccandosi le labbra.
  "Gettate le pistole o potete dire addio al vostro amico."
  I soldati indietreggiarono di un passo.
  Funzionerà? Riusciremo a fuggire servendoci di quest'uomo come scudo?
  "Shion?"
  "Sì."
  "Sei vivo?"
  "Sì, sei stato talmente veloce che nessuno ha avuto modo di accorgersi di me."
  "Molto bene. Ora facendoci scudo di questo tipo, – "
  Un applauso eruppe all'improvviso.
  "Davvero un magnifico show. Ma finisce qui."
  Come a un segnale, i soldati si scostarono immediatamente per far strada a un uomo, che si fermò davanti ai due ragazzi, sollevando la mano destra con disinvoltura.
  "Fine dei giochi, VC103221 e Shion. Dico bene?"
  "Ah," esclamò Shion sorpreso.
  "Lo conosci?" domandò Nezumi. "Non sarà un tuo parente, spero..."
  "È un Ufficiale Investigativo del Dipartimento di Sicurezza – il suo nome è Rashi."
  "Ti ricordi di me," disse l'uomo. "Ne sono onorato. La sorte sembra unire le nostre strade con una certa frequenza, non trovi? Però, sei diventato piuttosto coraggioso, non mi sarei mai aspettato una tua intrusione nel Penitenziario. Scoprire si trattava di te è stata una piacevole sorpresa, devo ammetterlo."
  "Oh, la ringrazio," disse Shion guardingo. "Nemmeno io immaginavo l'avrei incontrata qui. Sono sorpreso."
  "Suppongo di sì. A dire il vero, la mia reale professione è quella d'istruttore militare. Chiedo perdono per non essermi presentato prima come si conviene."
  "Shion, chiedigli un biglietto da visita, potrebbe tornarti utile dovessi cercare lavoro."
  Rashi piegò la bocca in un sorriso.
  "Abile con le parole come al solito, ragazzo. Ma la tua abilità col pugnale è ancora più sorprendente. Davvero ammirevole, non mi sarei mai aspettato riuscissi ad assumere il controllo dei miei uomini con tale facilità. Ah, semplicemente brillante. Degno di lode, potrei persino pensare di assumerti."
  "Una suggestiva proposta, ma ahimè, mi vedo costretto a rifiutare," disse Nezumi. "E il tuo addestramento, include anche pratica al bersaglio sui prigionieri?"
  Rashi si lanciò in una piccola risata. "Prevede anche quella, insieme a una speciale sessione di caccia al topo sgattaiolato stoltamente in segreto."
  Nezumi distorse con maggior forza il braccio del soldato. "Getta la pistola e libera la strada," disse.
  Rashi scosse il capo. "Siete stati formidabili, non è da tutti spingersi fin qui. Davvero ammirevoli, ma sfortunatamente per voi, siete ancora troppo giovani."
  Rashi sollevò lentamente la mano destra. "Anche se ben congegnato, il vostro piano era in difetto nel finale."
  La canna di una pistola puntò in loro direzione.
  Huh?
  "Si fermi, la prego!" il soldato si divincolava disperatamente. Nezumi lasciò la presa, e nello stesso istante un proiettile attraversò l'uomo barcollante. Il corpo ricadde ferito al pavimento, irrorato dall'acqua piovente dal soffitto. L'uomo sollevò il volto un unica volta, lo sguardo perso nel vuoto come in cerca di qualcosa. Infine, invocò una parola.
  "Mamma."
  La sua voce raggiunse le orecchie di Nezumi.
  Uccidere un subordinato con tale leggerezza...
  Un lancinante dolore gli attraversò una gamba e una spalla.
  "Nezumi!"
  Nezumi avvertì le braccia di Shion cingerlo dalle spalle, stringendolo a sé mentre scivolavano entrambi al pavimento bagnato. Un forte dolore si propagò per tutto il corpo.
  "...ts..." Digrignò i denti, il corpo grondante di sudore e il cuore che correva all'impazzata.
  "Vedi, sarà anche straordinaria, ma la superfibra è inutile se non avvolta adeguatamente. Non sei più in grado d'impugnare l'arma o saltellare a tuo piacimento, no? Ti sei calmato, finalmente. Un gioco divertente, ma ora è finito, 103221."
  È finita? È davvero finita così?
  Rashi sospirò, corrugando le sopracciglia.
  "Non pensavo mi avreste dato così tanto filo da torcere. È davvero un peccato dovervi uccidere, ma – non posso farci nulla, immagino. A ogni modo, non protrarrò la cosa più del necessario, rispetterò la vostra capacità combattiva con una morte pacifica. Un proiettile a testa dovrebbe bastare."
  "Compassionevole... eh?" disse Nezumi.
  "Un ultimo desiderio?"
  È davvero la fine?
  Improvvisamente, le pompe antincendio si bloccarono e allo stesso tempo le barriere cominciarono ad abbassarsi. Un mormorio di preoccupazione si sollevò dalla folla di soldati, persino Rashi distolse lo sguardo.
  Era la loro possibilità! Approfittare di quella distrazione per sottrargli la pistola sarebbe stata l'occasione per scampare della morte – eppure il suo corpo non voleva saperne di muoversi.
  "Che succede?"
  "Le barriere si sono appena azionate."
  "È assurdo, per quale ragione – "
  Una volta abbassatesi completamente, una scarica elettrica ad alto voltaggio avrebbe attraversato l'intera area sigillata. Nessuno al suo interno sarebbe sopravvissuto.
  "Correte! Presto, fuori di qui!"
  I soldati cominciarono a correre, portando con sé i compagni feriti.
  "Signore, le mura si stanno abbassando. Si sbrighi!" gridò un soldato, fermandosi. "Signore!"
  Le mura stavano scendendo di netto. La spalla di Nezumi era in fiamme. Premendo una mano sulla ferita aperta, il ragazzo sorrise debolmente.
  "Ti stanno chiamando, non dovresti andare?"
  "Dopo essermi liberato di voi."
  La canna della pistola era diretta al suo cuore. Sentendo il braccio di Shion cingergli il petto con fare protettivo, posò la propria mano su quella sporca e insanguinata dell'altro.
  Con un lungo sospiro, si abbandonò contro il suo petto, permettendo alla tensione di abbandonare il proprio corpo.
  Ma non avrebbe chiuso gli occhi.
  Avrebbe osservato il mondo davanti a sé con sguardo attento fino all'ultimo istante.
  Shion rafforzò la presa intorno a lui.
  Non chiuderò gli occhi. Non fino al mio ultimo istante –
  Udì il suono di uno sparo proprio accanto a lui. Un suono ovattato, quasi sommerso. Rossi petali fiorirono sulla camicia di Rashi, disperdendosi ovunque.
  Cosa...?
  Rashi barcollò di qualche passo prima di poggiarsi pesantemente alla parete, scivolando giù fino al pavimento. Petali cremisi fluttuarono dalle sue labbra.
  Nezumi tirò un respiro, ma non riusciva a buttarlo fuori.
  Non si tratta di petali – quello è sangue.
  Il sangue aveva macchiato la parete, come screziata da purpurei acquerelli. Al chinare del capo, una sorprendente quantità di sangue abbandonò le sue labbra, colorandogli i vestiti di rosso.
  Cosa – ? cosa è successo?
  "Signore!"
  Un ultimo grido e le barriere si chiusero completamente. Per un istante, ogni suono sembrò tagliato fuori, donando loro un breve attimo di silenziosa pace. Finalmente in grado di respirare, Nezumi riuscì a tirarsi su.
  "...Shion?" Voltò il capo verso il ragazzo che lo stringeva delicatamente tra le braccia. "Shion – oh – "
  Poteva respirare, ma nessuna parola riusciva a lasciare le sue labbra. Il suo cuore batteva freneticamente, un martellare sordo, rapido, feroce.
  La mano di Shion stringeva una pistola semi automatica di piccolo-calibro, un'arma militare d'ordinanza in grado di perforare persino un giubbotto antiproiettile, la stessa che aveva fatto cadere da un soldato qualche attimo prima.
  Il fumo della pistola si levava al cielo in volute, solleticandogli le narici con l'acre odore di polvere da sparo. Sentiva il sudore pizzicargli gli occhi, la bocca asciutta e la lingua rigida. Poteva udirla lacerarsi appena tentava di muoverla.
  "Shion... cos'hai..."
  Shion si scostò da Nezumi, alzandosi in piedi e avvicinandosi lentamente a Rashi.
  "Ngh..." Rashi gemette sollevando il volto, il corpo che tremava leggermente.
  "...dilettante..." un mormorio a malapena udibile lasciò le sue labbra, assieme a un rivolo di sangue. "Almeno... mira... un punto vitale..."
  "Ho qualcosa da chiederti," disse Shion con la pistola tra le mani. Una voce bassa, scevra d'ogni emozione. "Perché mai non avete attivato le barriere immediatamente?"
  "...Non riuscivamo..."
  "Quindi non funzionavano."
  "...Sì..."
  "Perché no?"
"...Non lo so..."
  "Come precauzione, prima di venire avreste dovuto disattivare temporaneamente il controllo delle barriere, tuttavia hanno cominciato a muoversi in modo autonomo... dico bene?"
  Rashi tremava fissando Shion implorante.
  "... Ti prego. Il colpo di grazia."
  Lacrime sgorgavano dai suoi occhi.
  "Rispondimi," disse Shion.
  "... Sì... fuori controllo... cause sconosciute...."
  "Fuori controllo. Cause sconosciute..." ripeté Shion pensieroso.
  "Io non... so nulla... ti scongiuro, Shion... fa presto... il colpo di grazia.... salvami..."
  "Salvarti?" Le spalle di Shion sussultarono. "Ho sentito queste stesse parole solo pochi attimi fa, nel sotterraneo di quest'edificio."
  In quel momento Nezumi fu finalmente in grado di alzarsi. Le ferite dalla spalla e la gamba perdevano sangue, ma non percepiva più dolore.
  Doveva alzarsi. Doveva afferrargli il braccio. Doveva fermarlo.
  Shion, cosa stai tentando di fare?
  Le gambe gli cedettero, facendolo inciampare e cadere in ginocchio. Il corpo di un soldato si trovava a pochi passi da lui, un giovane dai capelli ricci e neri, con indosso una scintillante catenina dorata. Le sue ultime parole sembravano essergli rimaste impresse sulle labbra – 'Mamma'.
  "Era una vittima della Caccia all'uomo che avete gettato nel seminterrato. Non riusciva a morire, così mi ha implorato di aiutarlo. Cosa facevi mentre quell'uomo soffriva agonizzante? Sorseggiavi caffè? Ti godevi un bagno rilassante? Davi lezioni ai tuoi uomini?"
  "...Ti prego... pietà... fa male..."
  "Non ho potuto salvarlo."
  "...Aiutami..."
  "Non ho potuto salvare nessuno."
  Il suo braccio si sollevò lentamente.
  "Shion, fermati!"
  Un colpo di pistola risuonò per il corridoio.
  Nezumi chiuse gli occhi, voltando il capo altrove. L'odore di polvere da sparo divenne più intenso. Mescolata all'odore del sangue, l'aria si era fatta densa e viscosa, un odore a cui era fin troppo abituato, ma che ora trovava estremamente nauseante e insopportabile.
  Non voleva aprire gli occhi.
  Se lo avesse fatto, avrebbe dovuto affrontare la realtà. Voleva tenerli chiusi e fuggire in un luogo lontano.
  Non voglio vedere.
Whoosh.
  Percepiva un vento leggero.
  Sentiva odore di fiori. Il lieve e dolce profumo dei fiori selvatici.
  Whoosh.
  La brezza gli sfiorava le guance, carezzandogli i capelli sul viso.
  Oh, ci siamo. E'...di nuovo quella scena.
  Aprì gli occhi.

No.6 (Volume 7)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora