Capitolo 2: INGANNO

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<<Sofia! so che in questo momento sei da qualche parte con la tua amica strega, perciò fingi che sia tuo padre>>, disse Andrea.

<<Si papà, sono io! Che è successo?>>, disse lei.

Era felice di sentire la sua voce, e ancor di più scoprendo che Alessia non era arrivato ad ucciderlo. In quel momento si ricordò che l'essenza di verbena ferisce solamente, un vampiro, rallentando la sua corsa, così da dare alla vittima del tempo per scappare, ma la loro guarigione rapida, risanava le ferite molto velocemente. Non lo uccideva dunque.

<<Dove sei, amore mio?>>, disse. La voce più dolce del miele.

<<Adesso sono dalla nonna papà, ad Aci Trezza>>, rispose Sofia.

Più volte Sofia lanciava occhiate alla nonna e ad Alessia, per vedere se avevano smesso di ricercare, non sapeva cosa, nella vecchia libreria per ascoltare chi era stato o stata a chiamarla in quel momento. La cosa erano strana, specialmente per Alessia, in quanto le risposte che Sofia dava erano un déjà vu, dato che in sua presenza aveva già detto al padre dove si trovava e dove stava andando. La cosa non sembrò comunque toccarla, in quanto si limitò a rivolgerle un piccolo sorriso quando il loro sguardi si erano incrociati, per poi ritornare alla sua ricerca.

Sofia era spaventata e felice allo stesso tempo. Felice perché Andrea era vivo e, a giudicare dal suo tono di voce e dal suo modo di parlarle, si

era calmato, celando la sua furia omicida. Era spaventata, perché temeva quello che probabilmente stava per chiederle. Come se avesse letto inconsapevolmente nel suo pensiero, Andrea glie lo disse.

<<Ascolta, io sto per arrivare, ti prego vieni via con me!>>.

Era senz'altro una pretesa da parte sua, anche se il tono gentile e premuroso non dava a sembrare. Sofia si portò una mano alla testa, ma non era per il dolore. Dentro si sentiva combattuta.

Una parte di lei avrebbe voluto accettare quella proposta, e seguirlo. L'altra parte, quella senza dubbio più ragionevole, o magari messa sulla difensiva per via di quello spettacolo orripilante a cui aveva assistito poco prima nei garage, la metteva in guardia, bloccando l'istinto di mettere giù quel telefono, uscire da quella dannata casa, salire in quella macchina e scappare via con lui da tutto e da tutti.

<<Non lo so, papà! Non penso di poterlo fare>>, disse lei.

<<Si che puoi! Ascolta il tuo cuore, cosa ti dice?>>.

Cosa diceva il suo cuore? Non lo sapeva neanche lei, dato che in quel momento era in conflitto nel prendere una decisione. Cercò allora di scavare nel profondo del suo cuore, cercando qualcosa che la convincesse al cento per cento di andare con lui.

Tentò di partire con qualcosa di positivo, ma non vi riuscì, in quanto la prima immagine di lui che gli venne in mente fu quella di lui nel cimitero, durante il funerale di Marco. Scartò subito quell'immagine e passò alla prossima.

Vide il suo primo bacio con lui, al quale seguì quello che... successe.

Vide anche lui che le dava l'anello di sua madre, giurandole tutto il suo amore. il cuore di petali di rosa sostituì quell'immagine, così come una lunga serie di baci e abbracci che i due si scambiarono fino dall'inizio della loro storia, fino a... beh quell'incidente nei garage, dove abitava Sara.

Ciò nonostante, decise che quello che era successo, non era altro che un passo falso. Una comunissima perdita di controllo.

-Del resto era un vampiro! Si era controllato per tutto il tempo. Se aveva perso il controllo una volta, posso anche perdonarlo!-, pensò, prendendo anche la decisione finale.

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