Capitolo 4: LA CRIPTA

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Alessia prese la provetta di vetro con l'essenza di verbena e se la infilò in tasca. All'inizio voleva metterla nello zaino, ma nella sue mente pensò che se l'avesse messa in tasca l'avrebbe potuta prendere in molto meno tempo, qualora fosse stato necessario.

<<Fai strada tu, cara!>>, disse la nonna attorcigliandosi un foulard, intonato al maglione rosso.

Alessia sorrise e, dopo essersi infilata il giubbotto, passò accanto alla vecchia e si diresse verso il portone di ingresso. Stella, pensando che le due stessero uscendo per fare una comunissima passeggiata, le trotterellò dietro, ma la nonna, con tono autoritario, le fece "STOP" con la mano e quando quella obbedì, uscì fuori e chiuse la piccola porta di legno. Chiuse anche il portone di ferro.

Alessia era già in macchina ad aspettarla. Erano con la golf di Sara. Chissà quest'ultima cosa stava facendo in quel momento?

Forse stava già dormendo, o magari era ancora in preda all'incantesimo che le aveva fatto Alessia per farsi dare la macchina senza che le si venissero rivolte troppe domande indiscrete.

L'auto si accese col solito rombo, e sfrecciò via.

Essendo la strada regolata per andare solo in un senso, anche Alessia percorse la stessa strada che fece Andrea, quando venne a prendere Sofia. solo che lei, invece di arrivare fino alla fine del paese, allungando di quasi un chilometro, imboccò il lungomare in prossimità della piazza centrale, tornando così indietro. Superarono il mercato del pesce, la "Casa Vara" del Santo patrono di Acitrezza e arrivati in uno spiazzale, al cui centro vi era una statua in ferro di Padre Pio, girò a sinistra reimmettendosi in Via Provinciale. I quel tratto però, la strada poteva essere percorsa in entrambi i sensi di marcia. Alessia accelerò, fermandosi solo nelle due curve che incontrarono e in prossimità dell'incrocio della strada con la Nazionale. Appena Acitrezza fu alle loro spalle, Alessia accelerò nuovamente sulla Statale 114, in direzione Acireale.

Le stesse condizioni della strada che aveva incontrato Sofia, caratterizzarono il loro viaggio. La solita campagna ai lati della strada e nessuna fonte di luce a illuminare il percorso rendendolo più sicuro. Così come aveva fatto Andrea, anche Alessia non si premurò a rallentare in prossimità di un Autovelox, posto subito dopo la rotonda che portava al paese di Capo Mulini, rispettando il limite di velocità imposto.

<<Dì qualcosa, nonna!>>, ordinò Alessia.

<<Cosa vuoi sapere, cara?>>.

Alessia sospirò profondamente, stringendo le mani sul volante.

<<Qualunque cosa!>>, disse.

<<Sei sicura che vuoi che ti parli di una cosa qualsiasi, oppure vuoi che ti dica che Sofia sta bene?>>, disse la nonna, come se le avesse letto nel pensiero.

<<Ti prego, dimmi che è così!>>, disse Alessia sull'orlo di un pianto.

<<Non posso, perché non so!>>.

<<Che vuol dire non lo sai? Di solito sai sempre cosa dire per tranquillizzarmi. Lo hai sempre fatto!>>.

<<Mia cara Alessia, non è la situazione adatta per quel genere di cose>>, disse la nonna. Quello era un suo lato nascosto. Parlare per mezzo di enigmi.

<<Che?>>.

<<Non hai rotto il vaso della mamma con la palla, anche se lei ti

aveva vietato di giocare nel salotto. Non ti sei sbucciata un ginocchio per aver corso in giardino, anche se ti si era stato vietato. È in questi casi che una nonna interviene curandoti la ferita o abbracciandoti forte, dicendoti che tutto andrà bene e che la ferita guarirà presto, o assicurandoti che la mamma non si arrabbierà! In poche parole, non posso assicurarti che stanotte tutto andrà per il meglio per tutti noi, poiché non conosco per certo la risposta, e così potrei nutrirti di false speranze, che ti manderebbero alla disperazione qualora la situazione si concludesse con un esito negativo>>.

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