Recensione #2: "Erased: quello che non è stato detto"
Trama scritta dall'autrice
"Quello che non è stato detto: una storia, un'esistenza, una leggenda? Quello... cosa?
Follia. Pura e semplice follia.
Mistero. Fitto e complicato.
Se vi piace scavare e andare alla ricerca di indizi, deliziarvi con una trama intricata: potrebbe essere la storia che fa per voi, perchè Erased è...
Nebbia che pian piano si alza e si svela.Dal prologo:
Quando guardo il muro bianco immagino di dipingerlo, di riempirlo; quando c'è troppa limpidezza manca qualcosa, l'occhio non lo vede, fino a quando non si rivela. Quale disegno ci sarà? Mi chiedo."Trama intesa da me
Hikami vive confinata all'interno di un'edificio dall'età di tre anni per ragioni che, da principio, sono sconosciute. Ad averla sigillata nella sua stanza spoglia, sorvegliata da svariati medici, è stato suo padre: un uomo distante, col quale condivide un rapporto ambivalente e lacerante; di sua madre, invece, nessuna traccia dal momento in cui le è stata strappata alla nascita.
Tra realtà e illusione, Hikami sopravvive nella sua realtà perimetrata – una vera campana di cristallo – costruendosi un padre surrogato, Max, e convivendo con timori, ricordi evanescenti e le piccole gioie delle ore di libertà che le sono concesse.
Ma una nebbia fitta e densa sembra avvolgere in un'aura di mistero tutto ciò che la circonda: perfino la sua coscienza di sé.Impressioni
Mi è molto difficile esprimermi in merito.
Sono arrivata a leggere fino al quinto capitolo ("Vorrei parlarti") e, per quanto la scrittura sia fluida e la sintassi praticamente perfetta (il che, su wattpad, non è sempre così scontato: meriti un sincero 'complimenti'!) se non per qualche piccola svista qua e là, non posso dire di aver capito a pieno la storia. E non sto parlando di trama: anzi, il problema che ho riscontrato sta nel modo in cui questa viene effettivamente esposta. Ogni analisi dei luoghi e dei personaggi passa attraverso l'introspettivo di Hikami – il che è un modo efficace di entrare in contatto con la protagonista, anche contando che il racconto è scritto in prima persona – ma spesso ho l'impressione che l'autrice abbia la trama così chiaramente delineata, nella sua mente, che in un certo senso 'dimentica' di spiegarla al lettore in maniera esauriente, forse nel tentativo di mantenere un'aura di mistero su ciò che narra. Da quel che ho visto è un errore comune per chi si cimenta nel campo del paranormale pe la prima volta con l'intento di trasmettere angoscia, credo che sia una tappa del tutto normale per imparare a crescere anche in questo campo. È un problema che all'inizio ho avuto anch'io e, a breve, proverò a dare qualche suggerimento seguendo qualche dritta che a me è stata davvero d'aiuto.
Ma torniamo a Erased. Come dicevo, più volte mi sono trovata in difficoltà nel proseguire la lettura: ero incuriosita dall'avanzare della storia, che chiaramente nasconde un segreto, ma allo stesso tempo non riuscivo a cogliere cosa stava effettivamente accadendo; e non perché questo fosse voluto, ma perché non riuscivo a distinguere chi dicesse cosa e chi facesse cosa. I dialoghi in alcuni punti sono estremamente chiari, in altri diventano pasticciati, in altri ancora non si distingue il parlato dal pensato e dal narrato. E la lettura, così, diventa difficoltosa: è un peccato, perché il testo mi sembra sinceramente promettente e anche l'idea mi ha stuzzicata fin dall'inizio.
Al di là di questo, io sono un'amante dell'introspettivo per gusto personale, quindi certamente continuerò la lettura.Suggerimenti
Come ho spiegato nelle impressioni, il problema del testo credo risieda soprattutto nell'organizzazione che gli è stata data. Mi rivolgo direttamente a Sara per spiegarmi.
Si capisce perfettamente che, quando descrivi, hai una scena ben chiara in mente e tenti in tutti i modi di renderla efficace tramite i pensieri della protagonista, ma non riesci poi a renderla altrettanto limpida al lettore. Ogni tanto sembra che tu ti perda nella stessa 'illusione' nella quale cerchi di coinvolgere il lettore.
Ti faccio degli esempi pratici:- Penso che il capitolo 2 "Non ti ricordi" sia il caso più evidente del problema che intendo segnalarti. All'inizio, il testo è chiarissimo. Il tuo stile è piacevole alla lettura, scorre, si capisce quello che succede, s'intende quando Hikami sta pensando, quando riflette, quando invece si rivolge al suo accompagnatore.
I 'guai' cominciano nella seconda parte del capitolo, dove il paragrafo incomincia con la parola virgolettata «Piccola.» pronunciata dalla dottoressa. Ho letto quel brano più e più volte, senza capire cosa sia effettivamente successo. Non so dirti se la colpa sia mia, chiaramente è l'impressione che posso darti io in quanto lettrice e, magari, qualcun altro non si troverà d'accordo leggendo; ma, personalmente, ho trovato dialoghi molto confusi, non si capisce chi dica cosa, né se il grassetto è un pensiero e a chi appartiene.
Invece di descrivere effettivamente ciò che si verifica, sembra che tu ti crogioli in un linguaggio lirico che ti è in un certo senso familiare: il che è d'effetto se usato a piccole dosi, ma in interi blocchi di testo può diventare fuorviante o addirittura ridondante.
Ricorda che per descrivere una scena non puoi avvalerti così tanto della licenza poetica.- Ho riscontrato lo stesso fenomeno per tutto il capitolo 4 "Sigillata in una stanza". Dell'intero testo, stavolta, ho capito ben poco, grossomodo per gli stessi motivi. Ho avuto serie difficoltà anche leggendolo più volte.
A questo punto, io ti consiglierei di prendere una persona completamente estranea al testo e chiederle di leggere davanti a te capitolo per capitolo per vedere se, effettivamente, ha dei problemi di comprensione del testo e dove. È un esercizio utilissimo che ho sfruttato anche io molte volte per capire se quanto avevo scritto fosse esageratamente forzato. Ricorda che il lettore è come una pagina bianca che, come riferimenti, ha solo quelli che gli fornisci tu con il testo, mentre tu hai già la scena completamente dettagliata in mente e per questo, leggendo, è facile ritrovarsi laddove un estraneo a quanto hai scritto si perderebbe.
Per il resto, non ho nulla da segnalarti. Hai una bella penna, un lessico elegante, sarò lieta di rileggere la storia anche dopo un'eventuale revisione. Hai decisamente catturato la mia attenzione, adesso si tratta solo di raffinare un po' il tuo stile e sono sicura che tu abbia tutto il talento per farlo. Buona fortuna!Un estratto che mi ha colpita
"«Non vuoi parlarmi?»
Ora sì che sento dolore. Come vorrei parlarti. Sfogare tutto il malessere che ho dentro, sigillato in una scrivania vecchia e logora, che puzza di marcio. Forse per il contenuto riposto con cura in quel cassetto. Il più lontano, quello posto così in basso che ti passa la voglia di raggiungerlo. Una scrivania antica che verrà ignorata da tutti.
Come se non fosse più utile."Questo tratto mi è piaciuto in maniera particolare. Ho adorato la scelta di un oggetto così quotidiano per Hikami nel cercare di descrivere uno stato d'animo tanto complesso. In questo caso hai reso perfettamente l'idea di quel che volevi trasmettere e io ho ricevuto il dolore della protagonista in pieno.
Un ottimo lavoro.Giudizio complessivo
Nonostante il problema che ho riscontrato a livello dell'organizzazione del testo, io direi che Sara è decisamente un'autrice promettente che merita il sostegno della comunità di Wattpad. Credo che sia sufficiente dare un'occhiata al suo modo di scrivere per darmi ragione. La sua tecnica è certamente da affinare, ma si vedono i germogli del talento praticamente in ogni frase. Io penso sinceramente che, una volta rivisto, questo testo diventerà molto più che semplicemente interessante. Molto, molto brava.
STAI LEGGENDO
Recensioni - The Locked Door
RandomEra un po' di tempo che volevo cimentarmi in un progetto simile e, finalmente, mi sono decisa ad avviarlo. Non è certo una novità su wattpad, questo è vero, ma nel mio piccolo spero di poter dare una mano ad altri scrittori emergenti fornendo loro u...