Opera

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[Nota importante: anche in questo racconto, come nel precedente e come sicuramente avverrà nei prossimi, ho inserito una traccia musicale all'interno dei paragrafi. Consiglio quindi di leggerlo tramite PC in quanto il cellulare non vi permette di leggere e ascoltare il brano contemporaneamente. Come potete notare dal titolo, la musica, in questo racconto, è di fondamentale importanza. Quindi armatevi di cuffie, attendete il calar della notte e mettete il volume al massimo. Non ve ne pentirete :) ]


Ogni membro dell'orchestra era in posizione. Eravamo pronti ad eseguire la più grande Opera che l'uomo avesse mai potuto concepire. Oggi non erano ammessi errori. Ogni singola nota doveva uscire dal cuore e non dagli strumenti.

Vidi Marie, alle mie spalle, chiudere gli occhi e, con le labbra, ripetere le parole del testo. Lei sarebbe stata determinante per il nostro successo. La sua potente voce era di fondamentale importanza.

Guardai la platea e il loggione.

Vuoti. Proprio come volevamo. In attesa del nostro unico spettatore.

Ero pronto, con la bacchetta che da decenni mi accompagnava, a dettare i tempi e il ritmo del nostro ultimo capolavoro.

Le note e il testo, scritti col sangue di tutto noi, avrebbero segnato un profondo cambiamento nella storia dell'uomo.

Eccolo. Eccolo il silenzio echeggiarmi tra le orecchie. Era come se mi stesse parlando dicendomi:

- è giunto il momento.

I volti dei miei compagni erano rivolti verso di me. Potevo udire i loro cuori intonare un dolce sottofondo.

Chiusi gli occhi.

Puntai la bacchetta verso il soffitto del teatro e cominciammo.

Sentii le note iniziali scorrere potenti nelle mie vene tanto da alimentare i movimenti delle mie braccia. L'inizio era perfetto. Colmo di tensione e in grado di trasmettere una straniante sensazione di attesa. Ormai non ero più io a controllare i movimenti delle mie braccia. Erano le note stesse a muoverle. Il cuore pompava sangue nel corpo allo stesso ritmo di quell'attacco. Leggevo, nei volti dei miei compagni, l'attesa per la voce di Marie.

Dopo la breve introduzione, iniziò a cantare.

Tutto era perfetto. La concentrazione superava gli umani limiti. Le note si spargevano nell'aria con la stessa intensità dei sogni. La passione avvolse i nostri cuori come una coperta nella notte.

D'un tratto l'aria divenne gelida. Il sipario iniziò a spostarsi, mosso da un vento proveniente dall'ingresso principale.

Eccolo, era proprio Lui, il Tristo Mietitore. Venuto per noi, per udire la nostra Opera.

Una maschera bianca copriva il suo volto. Un lungo mantello nero avvolgeva il corpo. Si librava soave nell'aria come se non sentisse la forza di gravità. Tutti lo guardavamo con volti colmi di sorpresa e timore.

Avanzava lentamente verso di noi. Osservava uno ad uno i miei compagni d'orchestra. Non riuscivamo a intravedere i suoi occhi. Era come se dietro la maschera ci fosse il nulla. Un baratro verso il vuoto.

Iniziò a volteggiarci intorno in una sorta di macabra danza. I suoi movimenti lasciavano oscuri aloni al suo passaggio.

 I suoi movimenti lasciavano oscuri aloni al suo passaggio

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