Non poteva essere vero

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Alle 23 dopo tre ore dalla sua assenza provai a richiamare.
Uno squillo, niente
Due squilli, niente
Al terzo squillo mi rispose.
Ma non era la voce giusta, quella non era la voce del mio josh.
"Pronto?"
"S-salve con chi parlo?" Chiesi spaventata
"Salve sono la poliziotta Bond, lei è una parente del signor williams?"
Polizia, che diamine?
Che cosa aveva combinato, l'avevano messo in carcere?
La cosa mi fece ridacchiare, josh tra le sbarre.
"Signorina?"
"Ohw si mi scusi, Sisi sono la fidanzata, è successo qualcosa?" Chiesi
"Il suo ragazzo ha avuto un incidente, è uscito fuori strada, ora è già stato portato all'ospedale.
Abbiamo cercato di chiamarla ma il telefono aveva il PIN e non siamo riusciti,meno male che ha chiamato lei."
"Lui, lui, sta bene? "
"Questo non glielo posso dire, l'hanno preso d'urgenza però"
"Va bene, andrò da lui, arrivederci" e chiusi il telefono.
Ero rimasta soltanto all'inizio
Il suo ragazzo ha avuto un incidente
Nella mia testa si ripeteva solo quella frase.
Ecco il ritardo, altro che galera.
Le lacrime uscivano dai miei occhi.
Non era possibile, non riuscivo a stare tranquilla un mese che subito doveva succedere qualche disgrazia.
Chiamai mia mamma con la poca lucidità che avevo,qualcuno doveva portarmi da lui.
"M-mamma" dissi tra i singhiozzi appena mi rispose
"Che è successo sofi?"
"Mamma josh ha avuto un incidente, io sono in barca, non passano taxi qua vicino, non so come fare.
Portami da lui"
Lei mi disse che sarebbe arrivata il primo possibile, chiusi il telefono e mi sedetti.
Le gambe erano deboli.
Mi venne da vomitare e corsi in bagno.
Mi ritrovavo nella stessa situazione di quando morì papà e di quando morì Kevin.
Non potevo perdere l'amore della mia vita,l'unica persona che avevo lottato per averla, sopportato e amato.
Non potevo.
Improvvisamente il panico si impossessò di me, non sapevo in che ospedale si trovasse.
Chiamai di nuovo al numero di josh con la speranza che mi rispondesse la signorina Bond.
Una volta, due volte, tre volte.
Niente
"Merda" urlai piangendo
Richiamai un'altra volta.
Questa volta mi rispose qualcuno, era un uomo.
"Pronto?"
"Sono la ragazza di josh williams, ha avuto un incidente, in che ospedale è stato portato?"
"Un attimo che mi informo signorina" mi rispose
"Va bene"risposi preoccupante e in trepidante attesa
I secondi d'attesa sembravano ore.
"Signorina, si trova al Northwestern Memorial Hospital251 Oriente Huron"
"Ok grazie" chiusi il telefono,presi carta e penna e segnai il nome.
Mia madre intanto arrivò,salí in macchina piangendo cosa che ormai facevo negli ultimi 40 minuti.
"Andrá tutto bene" mi sussurò guardandomi dritta negli occhi.
Ma non sapeva cosa stava per accadere.
Le diedi l'indirizzo dell'ospedale, lei diventò immediatamente seria ma si riprese subito e mi disse che lo conosceva perché aveva già fatto alcune visite lì.
Arrivammo dopo 10 minuti di viaggio, il posto era abbastanza vicino.
Scesi immediatamente non aspettai nemmeno mia madre e mi diressi correndo alla reception.
C'era una fila enorme non potevo aspettare,sorpassai tutti ricevendo milioni di insulti
"S-salve" dissi cercando di riprendere il fiato " sto cercando il mio ragazzo, ha avuto un incidente in macchina, Williams Josh"
"C'è una fila non vedi?" Mi disse quella scorbutica della reception
"È un'urgenza" dissi cercando di stare calma
"Secondo te invece queste persone sono qua per fare una partita a scacchi" disse sghignazzando
"Non lo so perché sono qua, io sto solo chiedendo veloce un numero di una stanza.
Non so se mi spiego, il mio ragazzo sta lì dentro e non so se è vivo, morto non so niente.
Quindi mi dica questa stanza e si tappi quella bocca grazie" dissi urlando
Tutto l'ospedale mi sentì,quella ragazza restò a bocca aperta.
Si avvicinò un'altra dottoressa
"Vieni con me, ti porto io" disse sorridendomi e capendo la mia situazione.
Annuì e la seguì dopo aver mandato un occhiata di fuoco a quella gallina.
Salimmo una marea di scale che sembravano infinite.
"Stanza 433 eccoci"mi indicò l'infermiera
Il mondo mi cadde addosso, era lo stesso numero della stanza di papà.
Non volevo, dio mio.
Non pensarci ripetevo dentro la mia testa, non farlo.
"Posso entrare?" Azzardai
"No, mi dispiace, ci sono alcune cose che il dottore deve dirle, può sedersi un attimo qua sta arrivando"
Annuì e aspettai.
Dopo un po' arrivò mia madre che si sedette di fianco a me e mi abbracciò.
Arrivò il dottore
"Salve sono il dottore Wilson, piacere"
Sembra bravo pensai
"Lei è la fidanzata?"
Annuì già pensando al peggio
"Bene, il suo ragazzo è uscito fuori strada, le sue condizioni sono gravi...

Confine tra odio e amore 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora