Parto dal principio. Era il mio primo anno di medie, in questa piccola scuola, in cui l'unica cosa buona era l'essere in pochi. Vi erano due sole sezioni per classe, io ero nella B. Come quello che dopo il primo giorno di scuola era diventato la mia unica e sola "CRUSH" che mi ha condizionato la vita e il mio relazionarmi con le persone. Detesto fare nomi, pertanto lui ho deciso di chiamarlo Crush.
Crush fa la 3ªb, è al piano di sotto, al mattino vederlo davanti a scuola era come vedere per la prima volta nella vita una delle sette meraviglie del mondo. Pare stupido come paragone, ma era così. Grazie a dio avevamo le ore di arte prima delle loro, lui ed un altro suo compagno alla fine della nostra seconda ora salivano sempre nella nostra classe per aiutare la professoressa a portare le borse, sempre stracolme di libri d'arte e disegni. Si lei è l'amore della mia vita, perché è quella che m'ha fatto capire che l'arte è l'unica cosa che mi salva sempre. Comunque ogni volta riuscivo a catturare il suo sguardo, i suoi occhi azzurri, che cavolo! Ogni volta m'ipnotizzavano. Dopo un paio di mesi dall'inizio della scuola, crearono un gruppo su whatsapp, tra l'altro era uscito da veramente pochissimo e faceva ancora accapponare la pelle. In questo gruppo ci ero finita e mi aveva aggiunto lui, c'erano tutti i componenti della scuola che avessero un telefono. Un paio di giorni dopo mi scrisse, al di fuori di quel gruppo. Iniziammo a parlare, durante gli intervalli era lì a parlarmi. Ecco quando una volta, il mercoledì avendo ginnastica l'ora prima di loro e lo stesso professore, ci incontravamo sempre. Quel giorno pioveva che Dio la mandava. Io mi ero bagnata più degli altri, ero già raffreddata di mio, iniziò a girarmi la testa, arrivai a scuola e misurai la febbre, ero devastata, lui era fuori dalla classe con gli altri suoi compagni, mi vide così mogia e mi venne in contro, mi abbracciò. Avevo la febbre, chiamai mia mamma con il telefono della scuola. Lui restò lì con me finché non arrivò mia madre, loro ginnastica non la fecero perché si era allagata la palestra. Per un paio di mesi tutto filava dritto. Un giorno facemmo un patto, io ero troppo piccola per capire a cosa sarei andata in contro. Ecco perché sono così ora. Ci scambiammo due foto, due foto che furono la fine di tutto. Per una settimana rimase tra noi. Poi un giorno parlando con quella che faceva 2ªA di cui mi fidavo, ma mi sbagliavo. Le ho detto ciò che era successo. Non riuscivo più a tenermelo dentro, ma sbagliai. Questa ragazza era con tutti gli altri, compreso Crush, gli presero il telefono a quest'ultimo videro le foto, i messaggi, tutto. Esattamente due minuti dopo mi arrivarono una media di 24 messaggi su queste foto. Mi ammalai, avevo la febbre parecchio alta, un giorno queste foto girarono all'interno della scuola, il professore di musica le vide per sfuggita, prese provvedimenti con quelli che avevano messo in circolo queste foto. Mi chiamò uno dei miei migliori, veri migliori amici, e mi disse ciò che era successo a scuola quel giorno. Iniziai a piangere. Ero arrabbiata con Crush perché mi fidavo di lui, sapevo già di mio di aver sbagliato ad accettare la cosa delle foto, ma non me la sarei mai aspettata. Mi aveva promesso che sarebbero rimaste tra di noi. Lui cercò di contattarmi, di dirmi quella che era la verità. Dopo poco era già l'ultimo giorno di scuola. Come tradizione l'ultimo giorno si passa a fare una camminata tra le valli e poi rinfresco da parte della proloco e poi gavettoni. Quelli dell'ultimo anno, ovvero quelli di terza, indossano tutti una maglia bianca di cui ognuno ci può disegnare, scrivere e firmare. Un ricordo diciamo. Lui durante questa camminata aveva comunque un minimo di contatto con me, ma non era come una volta.
Era l'ora dei gavettoni, lui mi guardava, ma niente, non cercava di parlare o altro. Si era messo con una che proprio detestavo, poi le ho voluto bene, ma adesso proprio "MA CHI SEI". Pensavo l'avesse fatto apposta. Non lo so
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Disastrosamente me.
RomanceEra una notte imprevedibile. Quella in cui svegliandomi nel bel mezzo della notte, mancava poco al sorgere del sole, io iniziai a pensare a ciò che mi ha fatta regredire e crescere allo stesso tempo. Era la mia adolescenza, la mia avventura.