Pochi giorni dopo ferragosto andammo io e lui con suo fratello gemello, la loro sorella, non che la ragazza di mio cugino, e quest'ultimo al minigolf. Era il 17 agosto, a casa mia avevano invitato il fratello di mia mamma e la sua famiglia, con anche mia nonna, avevano pranzato e passato il pomeriggio in compagnia. Tornammo giusto in tempo per passare qualche ora con quelli che erano a casa mia. Mia nonna era così solare quel giorno che mi stupii, le diedi un paio di pantaloncini da lavare perché la settimana dopo sarei andata, con quelli con cui ero andata al minigolf, a Mirabilandia. Lei si fece accompagnare da mia zia a casa, non avrei mai pensato che quelle poche ore sarebbero state le ultime che avrei passato con lei. Il mattino dopo mi svegliai con quella strana sensazione, quando ti sentì un nodo allo stomaco, ma non ne capisci la causa. Andammo a pranzo in un posto isolato con le sorelle di mio padre, a metà pranzo mi venne la nausea, uscii dal ristorante con mia mamma e bevvi una tazza d'acqua calda e limone. Entrammo, due minuti dopo, iniziò a suonare il telefono di mio padre, lo chiamò il figlio di un loro cliente, avevano trovato mia nonna. Io mi buttai giù dalla sedia, tirai pugni nel pavimento dalla rabbia e dall'incredulità, mia mamma era sconvolta. Partimmo e andammo a casa di mia nonna. È stato uno dei viaggi in macchina peggiori di sempre, dopo quello che avevo passato quando morì mio nonno. Arrivai e l'avevano spostata in camera sul letto, quando la vidi pensai che non fosse mancata, ma che stesse dormendo. Uscii dall'alloggio, perché non potevo immaginare quella casa senza lei, mi sedetti sul muretto fuori, piansi, perché lei era una colonna portante per me, avevo solo una nonna ormai, quando sono nata avevo già solo due nonni. Perdere lei è stato il colpo peggiore che potessi ricevere. Durante la giornata vidi chiunque, non ricordo nemmeno chi fosse venuto. Mio cugino prese a pugni un cartello stradale dalla rabbia, eravamo tutti increduli. Era impossibile. Nel tardo pomeriggio, credo alle 16/17 arrivò la mamma del mio fidanzato, capì che se fossi rimasta lì sarei stata solo peggio, quindi mi portò con se, a casa sua per farmi staccare un po', quando arrivai in casa, lui e suo fratello ancora non sapevano nulla, mi videro piangere e conciata un po' male, mi abbracciarono e cercarono di farmi pensare ad altro, nonostante fosse difficile un sorriso me lo fecero scappare. Ogni sera andavamo a casa di mia nonna a salutarla. Durante il rosario io piansi e lui mi abbracciò, non mi mollava un minuto. Stessa cosa al funerale solo che io a metà funerale non c'è la facevo più a vedere quella bara lì difronte ai miei occhi e corsi fuori dalla chiesa. Mia zia mi seguì e stette fuori con me. Iniziai a realizzare che da lì io mi sarei sentita un po' vuota. Lei era il punto di riferimento per tutta la famiglia. Chiunque conosce Nonna Nina. Perfino Giorgia una mia cara amica, era venuta con me un paio di giorni a Mondovì e la conobbe.
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Disastrosamente me.
RomanceEra una notte imprevedibile. Quella in cui svegliandomi nel bel mezzo della notte, mancava poco al sorgere del sole, io iniziai a pensare a ciò che mi ha fatta regredire e crescere allo stesso tempo. Era la mia adolescenza, la mia avventura.