[Da questo capitolo in poi scriverò in prima persona, detto questo.. buona lettura].
Lydia.
Quando aprì la porta per fare entrare la mia migliore amica notai subito che Andrew e mio fratello stavano giocando alla PlayStation, indifferenti a chi aveva suonato il campanello.«Ciao Lyd.. E Jaxon.. E Andrew» - a questo suo comportamento da ragazzina in preda agli ormoni non potei che non alzare gli occhi al cielo. Per l'amor di Dio, era solo un ragazzo.
I due ragazzi finalmente la degnarono di attenzione: Jaxon si limitò a un sorriso mentre Andrew assunse un'espressione confusa.
«Come sai il mio nome?» - a queste parole feci difficoltà a non ridere e avrei voluto dirgli che lei sapeva tutto di lui. Ma mi limitai a guardare la scena.
«Io.. Ehm, ho sentito i tuoi amici nominarti» - mia cara Roxie, nemmeno una persona con un quoziente intellettivo pari a zero o meno, ti avrebbe creduto.
Andrew la guardò strano come per dire 'stai bene?' per poi annuire e ricominciare a giocare con mio fratello.
Per salvare Roxie da un'altra figura di merda, la presi per il polso e la portai in camera mia chiudendo, in seguito, la porta a chiave: almeno nessuno ci avrebbe disturbate.
«Decidi: quando il tuo funerale?» - come previsto si arrabbiò con me per averle teso questa "trappola".
«Almeno ora sa della tua esistenza, no?» - a queste mie parole mi guardò con uno sguardo che, se mi avesse potuto uccidere, l'avrebbe fatto.
«Preferivo rimanere nessuno per lui che la ragazza strana» - sbuffò incrociando le braccia.
«Non sei la ragazza strana, ti ha anche parlato.. bene».
«Si, certo, come no. Ora mi trasferisco in Alaska, e tutto per colpa tua» - alzai gli occhi al cielo. Possibile che gli importava così tanto di un ragazzo del genere?
Che poi io l'avevo fatto per lei, e il suo comportamento era inutile e infantile.
«Io l'ho fatto per te, se tu avessi fatto la ragazza normale invece che quella con gli ormoni in subbuglio, sarebbe andato tutto bene. Ma se vuoi restare qui a scaricare tutta la colpa su di me, bene, quella è la porta» - le indicai la porta, spazientita.
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Storm. - Calum Hood.
FanfictionLei è come una tempesta, e come tale non può essere fermata. Ma c'è chi riesce a calmarla.