Disturbo della personalità bipolare: 1

212 6 6
                                    

Di norma io sono un tipo tranquillo ed amichevole, sono davvero poche le volte in cui mi arrabbio, sono una persona che chiunque vorrebbe avere al proprio fianco, specialmente per la mia grande empatia. Sin da piccolo sono sempre stato molto empatico, ricordo che regalavo i miei giocattoli a chiunque me li chiedesse, ero completamente privo del senso del possesso e per questo sono sempre riuscito a non litigare con gli altri bambini e i miei genitori erano riusciti a tenermi all'oscuro di ogni forma di violenza fino all'età di 4 anni, ma questo ne ha reso il mio primo impatto ancora più doloroso del normale.

Ricordo ancora la sensazione che provai quando all'asilo subii la mia prima presa in giro: la maestra stava facendo un gioco, lanciava la palla ad un bambino e lui doveva dire un pezzo della filastrocca"giro giro tondo" poi la passava ad un altro e così via. Allora dimostravo uno-due anni in più di quelli che avevo e la maestra dava per scontato che sapessi parlare bene così mi lanciò la palla ed io cominciai a dire la filastrocca con parole mezze storpiate equasi senza consonanti. I mie compagni di classe più grandi si misero a ridere e cominciarono a prendermi in giro e ad insultarmi...

-cosa sta succedendo? Loro sono miei amici, perché mi stanno dicendo quelle cose brutte?

Questi pensieri, questa nuova sensazione di sconforto, la sensazione che si prova ad essere rigettati dal gruppo... all'epoca non lo capivo ancora, ma in fondo, l'uomo è un animale che ha bisogno di stare in branco per vivere, quindi è normale restarci male, tuttavia allora pensavo che ci fosse qualcosa che non andava in me, sentivo come se la mia sofferenza stesse prendendo il posto di una parte di me, condensandosi e facendosi sempre più pesante.

Il giorno dopo, già non ci feci più caso e trascorsi il resto dei miei giorni come sempre, almeno finché non mi imbattei in lui...

Il mio primo approccio con lui fu alla fine della terza media,stavo tornando a casa a piedi quando un mio compagno sbucò fuori da un vicolo assieme ad altri due, si accorsero subito di me e come di loro consuetudine cominciarono a stuzzicarmi con le loro offese.

"Rimani calmo", mi dicevo, "fai finta di niente"; ma loro continuavano. "Il fatto che insistano col tormentarti è la provache sono messi peggio di te", pensavo, e loro continuavano con iloro insulti da bambini, finché uno di loro non cominciò ad insultare anche i membri della mia famiglia.

Sentivo che qualcosa era cambiato in me, prima riuscivo a lasciar scorrere, ma ora ogni loro parola era come un insetto che continuavaa pungermi ed ogni sua puntura era più dolorosa e sempre più fastidiosa. Ad un certo punto cominciò a girarmi la testa e per un secondo non vidi più niente, mi sentivo come se stessi fluttuando nel nulla, incapace di muovere il mio stesso corpo. Quando ripresi conoscenza vidi il mio compagno di classe a terra con la faccia lesionata da graffi e pugni, mentre la mia mano destra era rossa,sporca del suo sangue. Vidi gli altri due fuggire come piccoli cerbiatti inseguiti dalla più feroce delle tigri. Io non ricordavo niente di ciò che era successo, quindi presi il mio compagno di classe e lo portai di corsa all'ospedale più vicino,lì i medici lo operarono di urgenza, dissero che il mio "amico" aveva riscontrato una frattura composta sul lato sinistro della testa che comprendeva mandibola, orbita oculare e una parte del cranio, dissero inoltre che considerati i graffi e la superficie dei danni alle ossa,sembrava che fosse stato aggredito da un animale feroce di taglia simile ad una pantera, o ad una piccola tigre...

rimasi shockato, come avevo potuto fare una cosa del genere?!Scappai dall'ospedale e mi misi a correre verso casa, mentre nella mia testa, una lieve ed isterica risatina cominciava a diffondersi...

FrostoriesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora