Disturbo della personalità bipolare 2

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ah...  ah ah ah... Ah ah ah ah ah.....

Quella risata era odiosa, tuttavia riconobbi subito la voce...  era la mia. Stavo ridendo senza nemmeno accorgermene. Correvo, scappavo, mentre continuavo inspiegabilmente a ridere

"Perché sto ridendo? Se ho fatto davvero io quella cosa, se ho mandato in ospedale Ludwig, allora perché sto ridendo? Cosa  mi  sta  succedendo...

Ah... ah ah ah... però non sono triste... sto ridendo, in fondo quel bulletto se l'è cercata...

No! io non sono così io non sono il tipo che prova rancore.   

PERÒ È STATO DIVERTENTE VEDERE LA SUA FACCIA SFREGIATA E SANGUINANTE! AH AH AH!"

Mi fermai. Rimasi sconvolto. Quella cosa, non l'avevo pensata io, ma l'avevo chiaramente sentita in testa. Aveva una voce come distorta, sembrava qualcosa di oscuro e soprannaturale. Rimasi fermo per qualche minuto a riflettere, poi tornai a casa. Quella notte ero stranamente stanco, pensai che fosse a causa del terribile episodio capitato poco prima e mi addormentai in men che non si dica e, finalmente, lo incontrai, in sogno.

Nel sogno ero dentro una stanza bianca senza arredamento ne muri o soffitto, una stanza sconfinata senza alcun oggetto dentro. Poi sentii di nuovo quella voce inquietante...

"Ma guarda un po' chi si rivede, ih ih ih... Ciao fratello"

"Chi sei tu? e perché mi hai appena chiamato fratello?"

"semplice, perché io sono tuo fratello, chiamami Kile. In quanto a chi, o meglio, a COSA sono... beh, questo è più difficile...

Hai mai sentito parlare del "disturbo della personalità bipolare"? Ecco, facciamo finta che io sia una tua seconda personalità, il che in parte è vero, soltanto che a differenza di una normale malattia mentale, tu senza di me moriresti"

"Come?! Cosa vorresti dire?"

"Oh andiamo, possibile che tu non ci sia arrivato? Tu, caro il mio fratellino, sei la persona, anzi, sei la creatura più innocua e benevola che sia mai esistita, sei completamente privo di spirito di autodifesa e hai la rara "capacità" di non riuscire a provare rancore. Se non ci fossi io a proteggerti, saresti preda facile per ladri e assassini vari, senza contare poi gli usurai, quelli ti prenderebbero di mira e ti spillerebbero fino all'ultimo centesimo

"capisco... Quindi in realtà tu esisti solo per proteggermi"

"Oh no! Niente di più sbagliato! Se io potessi ti ammazzerei qui e adesso, ma la verità è che io sono stato creato dal tuo odio represso. Tu non provi rancore, è vero, tuttavia, anche se solo per una frazione di secondo, tu provi odio e rabbia che però reprimi all'istante e quei sentimenti, nel corso degli anni si sono accumulati, hanno cominciato ad emergere dal tuo subconscio e si sono sviluppati, finché tu stupido, non li hai repressi di nuovo, facendo ciò hai scisso la tua personalità in due e la nuova "faccia" di te appena creata è stata divorata dall'odio e dalla rabbia più profondi. È così che sono nato, a causa tua sono dovuto per anni tormentato dall'odio, dalla rabbia, dal rancore. Tu, tu che hai dato vita a me, tu sei la persona che più odio al mondo, ma sono costretto a proteggerti perché la tua morte significherebbe anche la mia morte, tuttavia non mi tratterrò dal renderti la vita un vero inferno e quando avrò finito, anche tu saprai finalmente cos'è la vera sofferenza."

Appena Kile pronunciò quelle parole mi svegliai. Per tutta la giornata non potei che ripensare alle sue parole, "non mi tratterrò dal renderti la vita un vero inferno e quando avrò finito, anche tu saprai finalmente cos'è la vera sofferenza." Avevo paura, avevo paura che io, o meglio Kile potesse fare del male alle persone a me vicine. cercai di evitare situazioni stressanti per tutto il giorno e così feci il giorno seguente e quello dopo. La cosa andò avanti per un paio di settimane, Kile non si manifestò, ma la paura era troppa, così decisi di scappare di casa e andarmene il più lontano possibile, in questo modo Kile non avrebbe potuto fare del male ai miei cari. Il 26 settembre del 2006 alle 6 di mattina in punto, all'età di 16 anni e mezzo, me ne andai di casa, presi con me una tenda degli spiccioli per i bagni pubblici, la carta di credito di mio padre per le grandi spese ed il mio fidato motorino degli anni '80 che avevo battezzato "Lancelot". Scrissi una lettera ai miei in cui spiegavo in breve l'accaduto e partii...  

 


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