parte 5

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Ad un certo punto qualcuno bussa alla porta, è... Alex?!

"Ei" mi dice, non rispondo

"Come stai?" Continua lui non ottenendo nessuna mia risposta

"Mi dispiace vederti così..."

"Ah, adesso ti dispiace?! Non potevi pensarci prima a me?! Oh no, aspetta, io ormai per te non sono più nessuno giusto?! Tanto con te c'è Emma! Io non valgo nulla!" Scoppio in lacrime e sento le sue braccia avvolgermi, mi erano mancati i suoi abbracci

"Scusa, mi sento uno schifo per come ti ho trattata, mi sono pentito, veramente..."

"Io non so se crederti, Alex, sei stato quasi più di un mese senza rivolgermi la parola, forse potevi pemsarci prima a me. O per farti tornare dovevo finire in coma per colpa tua?!" Dico continuando a piangere

"P-per colpa mia?" Dice lui con fare incredulo

"Sì Alex, ho avuto una crisi nervosa mentre parlavo con mia sorella di te, le dicevo che io non riesco a rimpiazzarti come hai fatto tu. Mi ha fatto la domanda che ormai mi hanno fatto tutti ormai: 'dove hai lasciato il tuo sorriso?'
E la mia risposta è sempre la stessa: 'nelle mani sbagliate'. Lì sono scoppiata in un pianto isterico, mi girava la testa, ho chiuso gli occhi e sono caduta dal letto, ho perso i sensi e sono rimasta in coma per quattro giorni" dico ancora in lacrime

Non risponde ed esce dalla stanza, lo sapevo, non sarebbe tornato da me così facilmente, eppure quell'abbraccio mi ha fatto venire i brividi. Forse mi piace, ma dopo tutto quello che mi ha fatto come fa a piacermi?!

È mattina, finalmente posso uscire da questo edificio, non ne posso più del bianco e di quest'odore di medicinali!

"Nicole, uscirai di pomeriggio perché devi fare una breve riabilitazione per vedere se ti riesci a sostenere impiedi, non ti muovi da giorni ormai" mi dice un dottore

"Va bene, grazie"

"Ah, e questa è per te" mi porge una lettera, ringrazio e poi comincio a leggerla:

"Ciao Nicole,
Sai, è brutto vederti in queste condizioni, vorrei aiuatrti, ma non posso. Non posso perché l'orgoglio mi distrugge, ogni volta che ti vedo ti verrei ad abbracciare, ogni volta che piangi ti verrei a consolare, ogni volta che cammini ti prenderei la mano per proteggerti. Ma quello stupido orgoglio che mi ha distrutto questo mese mi distrugge ancora, ma ti prometto che ti verrò ad abbracciare ancora.
Ah, e, io la sceglierei una margherita in un campo di rose, ma solo se quella margherita sei tu...

Potrei anche non firmarmi, tanto ormai hai capito chi sono, ma mi firmo comunque:

Da sempre e per sempre tuo, Alex"

Sto piangendo, così prendo il mio diario e ci inserisco la lettera di Alex, sto per iniziare a scrivere quando Chri e Sam entrano nella mia stanza

"Ei ragazzi" dico ancora con le lacrime agli occhi

"Ei Nico! Tutto bene? Perché piangi?" Mi chiede Sam, io sorridendo gli porgo la lettera

"Cos'hai intenzione di fare?" Chiede il Christian

"Ora riabilitazione che prima esco di qui, prima parlo ad Alex!"

Purtroppo i dottori mi hanno detto che per una settimana dovrò sedermi sulla sedia a rotelle, ma almeno posso uscire di qui!

Ora sto per salire in macchina con l'aiuto di mio papà, sono felice.

*qualche giorno dopo*

Finalmente è arrivato lunedì, posso tornare a scuola e vedere i miei amici, la mia classe, i miei professori, ma soprattutto Alex!

Come al solito mi accompagna Chri a scuola, solo che in questi giorni dovrá anche spingere la sedia a rotelle. Uffa, a scuola mi guarderanno tutti, e io odio essere al centro dell'attenzione...

Sono davanti a scuola con Christian e Sam, già tutti mi guardano, e non sono nemmeno entrata...

Ad aiutarmi all'ingresso c'è Nina, la bidella più simpatica che abbia mai conosciuto. Mi accompagna in classe usando l'ascensore e poi torna a fare il suo abituale mestiere.

Alex entra in classe e mi ignora, ma al suo fianco Emma non c'è, così mi faccio coraggio e lo chiamo, non è ancora suonata la campanella, quindi possiamo parlare:

"Alex!"

"Che vuoi?" Risponde scontrosamente

"Parlarti" dico io calma

Lui si avvicina a me e mi dice:

"Cosa mi vuoi dire?"

Tiro fuori dalla tasca la lettera e gliela porgo

"Volevo solo dirti grazie"

"Questo vuol dire che mi hai perdonato?"

Annuisco e lo abbraccio forte, lui ricambia e si siede vicino a me. Durante la lezione parliamo di tutto, e lui mi dice che Emma è partita per Londra e che tornerà a dicembre. Non so, sto provando qualcosa, forse è solo felicità, ma non mi spiego il motivo dei brividi che mi percorrono la schiena quando mi sfiora le mani, o quella sensazione di sicurezza quando lo guardo negli occhi. Non sono sicura che sia amore, ma è qualcosa di molto, molto simile

Accanto a me - Alex e Nicole Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora